lunedì 9 ottobre 2017

Bilancio Juve 2016/17: terzo utile consecutivo e record di fatturato.



Luca Marotta


Il bilancio 2016/17 di Juventus Football Club S.p.A. mostra, per la terza volta consecutiva, un utile netto d’esercizio, che è stato pari a Euro 42.567.924 (€ 4,06 milioni nel 2015/16), un patrimonio netto positivo per € 93.773.793 (€ 53,38 milioni nel 2015/16) e un indebitamento finanziario netto pari a € 162,5 milioni (€ 199,4 milioni nel 2015/16).

Il bilancio 2016/17 conferma il fatto che la Juventus sia una società solida. Per quanto riguarda le prospettive di sviluppo, occorrerà incrementare ulteriormente i ricavi e soprattutto quelli commerciali. Tuttavia, occorre evidenziare che i buoni risultati economici sono stati garantiti dalla partecipazione costante alla UEFA Champions League, con la disputa due finali negli ultimi tre anni, e facendo leva sul player trading, vedasi le plusvalenze di Pogba e altri.

In estrema sintesi, anche per il 2016/17, il bilancio conferma il trend positivo di netto miglioramento dell’andamento economico, soprattutto se si fa il confronto con la perdita di € 95,4 milioni del 2010/11 e se si considera il fatto che il bilancio 2016/17 è il terzo consecutivo chiuso con un utile di esercizio. Inoltre, si deve considerare che il fatturato dal 2010/11 è cresciuto con un CAGR del 17,8%.

Per quanto riguarda il 2017/18, gli Amministratori prevedono un risultato economico in perdita, che dipenderà dall’andamento dei risultati sportivi ed in particolare della UEFA Champions League.
Sul fronte delle plusvalenze l’esercizio 2017/18 non sarà da meno al 2016/17, perché si potrà contare su un buon apporto derivante dai disinvestimenti effettuati nella prima fase del calciomercato per circa 73,86 milioni di euro; si pensi alla plusvalenza realizzata con la cessione di Bonucci Leonardo all’AC Milan che è stata di Euro 38.248.000.

In ogni caso, l’obiettivo societario è quello di consolidare il sostanziale equilibrio della gestione economica raggiunto negli ultimi esercizi.

Dal punto di vista sportivo, la stagione 2016/17, ha visto la Juventus vincere per la sesta volta consecutiva il campionato italiano di Serie A, la vittoria per la dodicesima volta della Coppa Italia, e la disputa della finale di UEFA Champions League, persa col Real Madrid.

La Capitalizzazione di Borsa.

La Capitalizzazione di Borsa, può essere considerata come un valore indicativo della società e si ottiene moltiplicando il numero delle azioni per il valore di mercato. Le azioni Juventus sono quotate al Mercato Telematico Azionario della Borsa Italiana.
Durante il periodo dal 01/07/2016 al 30/06/2017, l’andamento della quotazione in borsa si desume dal seguente grafico della Borsa Italiana.




Nel periodo 1/7/2016-30/6/2017, il valore più elevato si è toccato il 03/05/2017 con € 1,04 per azione e quello più basso il 06/07/2016 con € 0,2490 per azione. Il 18 agosto 2017, l’azione quotava € 0,7040.
Di conseguenza il valore di capitalizzazione di borsa, durante l’esercizio 2016/17, è oscillato tra
€ 250,9 milioni e un miliardo di Euro.



L’aumento di valore in Borsa della Società Juventus FC SpA è un dato oggettivo: il 14 settembre 2016 il valore di capitalizzazione di borsa era di circa 318 milioni di Euro; il 14 settembre 2017 il valore di capitalizzazione di borsa era di circa 796 milioni di Euro.

La rivista americana Forbes ha valutato la Juventus 1.258 milioni di dollari USA, collocandola al nono posto della sua classifica, prima tra le squadre italiane. Nella precedente classifica la rivista americana valutava la Juventus 1.299 milioni di dollari USA, collocandola al nono posto, sempre prima tra le squadre italiane.

In ogni caso, tale valore è solo indicativo, perché quando si vendono o comprano pacchetti di controllo di società quotate in borsa, molto spesso emergono altri valori. Si pensi all’obbligo di lanciare un’OPA. Si deve aggiungere che nel bilancio della Juventus non risulta valorizzato il marchio e un’eventuale trattativa, ovviamente, ne deve tener conto.

La classifica Brand Finance Football 50 colloca la Juventus al dodicesimo posto, prima tra le squadre italiane, con un valore del Brand pari a 492 milioni di dollari USA. Nella precedente edizione collocava la Juventus all’undicesimo posto, sempre prima tra le squadre italiane, con un valore del Brand pari a 287 milioni di dollari USA.

Juventus è controllata, in base alla situazione aggiornata sulla base delle comunicazioni pervenute alla Consob fino al 16/08/2017, per il 63,766% da EXOR S.p.A., invece Lindsell Train Ltd. detiene il 10,010% del capitale sociale e la parte restante costituisce il flottante.

La Struttura dello Stato Patrimoniale.




Il totale delle attività risulta in aumento del 46,7%, assestandosi a 847,2 milioni di Euro (€577,5 milioni nel 2015/16).
La presenza dello stadio di proprietà rende la struttura del bilancio della Juventus, rispetto a quella di altri club italiani, più vicina agli standard degli altri club europei. Il peso sul totale dell’attivo della voce “Terreni e fabbricati”, al netto degli ammortamenti, è del 15,9% circa. La diminuzione del peso percentuale, rispetto al 2015/16 che era di 23,5%, è dovuta all’aumento del peso percentuale dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori.  Il peso dei diritti pluriennali sul totale dell’Attivo è del 35,6% (32,2% nel 2015/16).
La voce terreni e fabbricati aumenta dello 0,4%, da € 135.555.977 a € 135.074.898. Gli investimenti effettuati hanno riguardato i lavori di allestimento del nuovo negozio ufficiale di vendita dei prodotti a brand Juventus. Tale voce comprende: i terreni del Centro Sportivo di Vinovo (“Juventus Training Center”) per € 5 milioni; I terreni adiacenti il Cestro Sportivo per € 10.800.000; i fabbricati del Centro Sportivo di Vinovo (“Juventus Training Center”) per € 16.549.000; lo Stadio “Allianz Stadium”, lo “Juventus Museum” e lo “Juventus Megastore” per un valore contabile netto complessivo di € 102.726.000;.

L’attivo corrente, comprensivo degli anticipi a fornitori correnti, risulta inferiore al passivo corrente, comprensivo degli anticipi da clienti correnti, di € 161,5 milioni (-€ 139,9 milioni nel 2015/16), conseguenza, molto probabilmente, degli investimenti realizzati.
Il capitale investito netto risulta aumentato di 3,5 milioni di Euro circa.




L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Una società è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più la società è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità totale risulta in aumento ed è pari a 1,124 (1,102 nel 2015/16), ciò vuol dire che il club possiede dei beni il cui valore è sufficiente a pagare i debiti.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ CORRENTE
Il rapporto tra attività correnti e passività correnti determina l’indice di solvibilità corrente. Tale indice serve a verificare se l’attivo corrente è in grado di pagare i debiti a breve. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità corrente è pari a 0,62 (0,48 nel 2015/16), ciò vuol dire che l’attivo a breve non sarebbe in grado di pagare i debiti a breve.
Tuttavia nel caso in questione i debiti a breve comprendono anticipi da clienti correnti per € 24.493.311.

L’Indicatore di Liquidità della FIGC.
Tale indicatore, è l’indicatore più importante del Fair Play Finanziario italiano ed è finalizzato a misurare il grado di equilibrio finanziario di breve termine, ossia la capacità della società di far fronte agli impegni finanziari con scadenza entro i 12 mesi, coincide sostanzialmente con l’indice di solvibilità corrente.
Detto indicatore di Liquidità tra le Attività Correnti considera le disponibilità liquide e i crediti esigibili entro dodici mesi ed esclude i Crediti tributari per imposte anticipate; mentre tra le Passività Correnti considera i debiti con scadenza entro i dodici mesi ed esclude i Debiti verso soci postergati ed infruttiferi. Per tale indicatore il risultato sarebbe pari a 0,65, superiore alla soglia minima del 2017/18 stabilita dalla FIGC per la serie A che è di 0,6. Tuttavia bisognerà considerare quella che sarà prevista per il 2018/19.
Nel caso in cui non fosse stata rispettata la soglia minima si sarebbe potuto colmare la differenza con versamenti in conto futuro aumento di capitale; aumento di capitale integralmente sottoscritto e versato; finanziamenti postergati ed infruttiferi dei soci. Inoltre il rispetto degli altri due indicatori del Fair Play Finanziario italiano avrebbe potuto ridurre l’importo da colmare di 2/3.

Il Patrimonio Netto.

Il Patrimonio netto al 30 giugno 2017 è positivo per € 93.773.793 (€ 53,4 milioni nel 2015/16) e finanzia l’11,1% dell’attivo.
La variazione positiva di 40,39 milioni di Euro, rispetto al patrimonio netto del 30 giugno 2016, è dovuta sostanzialmente all’utile dell’esercizio registrato (€ 42,57 milioni) e alla movimentazione della Riserva da fair value attività finanziarie (€ -2,05 milioni) e della Riserva da utili/(perdite) attuariali (-€ 127.775).
Il Patrimonio Netto, essendo positivo, è conforme a quanto stabilito dal regolamento del Fair Play Finanziario.
Al 30 giugno 2017, il capitale sociale della società bianconera, interamente sottoscritto e versato, ammonta a € 8.182.133,28 ed è costituito da n. 1.007.766.660 azioni ordinarie senza valore nominale.
Il Patrimonio Netto finanzia il 36,6% del Capitale Investito Netto, pari a € 256,3 milioni (€ 252,7 milioni nel 2015/16), il restante 63,4% è finanziato dall’indebitamento finanziario netto.

L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1. Nel caso in questione, è pari a 0,124 (0,102 nel 2015/16).
Il che sta a significare che il capitale di terzi prevale sui mezzi propri.
Infatti, anche l’equity ratio è pari all’ 11,1%.

L’ Indicatore di Indebitamento della FIGC.

Indicatore di Indebitamento è finalizzato a misurare il grado complessivo di Indebitamento della società in rapporto al Valore della Produzione medio degli ultimi tre esercizi. Secondo la FIGC, detto indicatore di Indebitamento rappresenta il raccordo tra la componente finanziaria dei Debiti e quella economica del Valore della Produzione e segnala in modo sintetico la sostenibilità dell’indebitamento.
I debiti riclassificati iscritti in bilancio al 30.06.2017 ammontano a € 672,1 milioni, mentre il valore della produzione medio degli ultimi tre anni è pari a € 432,9 milioni.
Pertanto il rapporto tra debiti e valore della produzione medio degli ultimi tre esercizi è pari a 1,55, leggermente superiore alla soglia massima consentita per il 2017/18 stabilita dalla FIGC per la Serie A che è di 1,5. Tuttavia bisognerà considerare quella che sarà prevista per il 2018/19.
E’ bene precisare che le norme FIGC prevedono che l’indicatore di Indebitamento, ove presenti un valore inferiore al livello-soglia stabilito in 1,5, sarà utilizzato come indicatore correttivo al fine di ridurre, nella misura di 1/3, l’importo necessario per ripianare l’eventuale carenza finanziaria determinata dall’indicatore di Liquidità, che è l’indicatore più importante.

La Posizione Finanziaria Netta.

Secondo il regolamento del Fair Play Finanziario, l’indebitamento di natura finanziaria al netto delle disponibilità liquide, cui va aggiunto il saldo tra crediti e debiti da calciomercato, non deve essere superiore ai ricavi. Non si dovrebbero conteggiare i debiti contratti per investimenti in infrastrutture sportive come lo Stadio e il Centro Sportivo.
L’indebitamento finanziario netto, al 30 giugno 2017 è pari a € 162,5 milioni ed è in diminuzione del 18,5% rispetto ai 199,4 milioni del 30 giugno 2016.




Il totale lordo dei debiti finanziari aumenta da € 232,1 milioni del 30/06/2016 a € 306,6 milioni del 30 giugno 2017, di cui € 112,7 milioni a breve termine.
I debiti verso le società di factoring diminuiscono da € 136,4 milioni a € 119,1 milioni.
Rispetto al 30 giugno 2016, il debito verso l’Istituto per il Credito Sportivo diminuisce da € 48,7 milioni a € 43 milioni. Trattasi di un debito “virtuoso” e la rata classificata tra i debiti a breve è di € 6 milioni. I debiti verso le banche aumentano da € 39,3 milioni a € 144,5 milioni, di cui € 67,6 milioni a breve termine. I debiti verso società di Leasing, risultano azzerati, nel 2015/16 erano pari a € 7,7 milioni. Tali debiti riguardavano il Centro Sportivo di Vinovo, che fu oggetto di un’operazione di leasing, con Unicredit Leasing S.p.A.. Nel luglio 2016 Juventus ha esercitato l’opzione per il riscatto dello Juventus Training Center di Vinovo ed ha acquisito da Unicredit Leasing S.p.A. la proprietà dello stesso, versando € 7,7 milioni.
Al 30 giugno 2017, la Società dispone di linee di credito bancarie per € 465,6 milioni.
Le Disponibilità liquide aumentano da € 28,6 milioni a circa € 140 milioni. Le attività finanziarie non correnti pari a € 4,1 milioni, rimangono invariate, poiché si riferiscono a liquidità depositata su conto corrente a garanzia del mutuo contratto con l’Istituto per il Credito Sportivo.

Il saldo tra debiti e crediti da calciomercato è negativo per € 120,8 milioni (€ -78,4 milioni al 30/06/16).
I Crediti verso società del settore specifico per campagna trasferimenti sono pari a € 94,8 milioni (€ 70,8 milioni, al 30/06/16).
I Debiti verso società del settore specifico per campagna trasferimenti risultano pari a € 215,6 milioni (€ 149,2 milioni, al 30/06/16).
L’indebitamento finanziario netto della Juventus, con l’aggiunta del saldo tra debiti e crediti da calciomercato, è inferiore ai ricavi e risulta conforme al Fair Play Finanziario.

Altre Passività
Nel passivo non corrente figura la voce “Fondo per benefici ai dipendenti non corrente” per € 10.674.714 (€ 4.540.034 nel 2015/16).
Tale voce si riferisce al piano di incentivazione monetaria di lungo termine 2014/2015–2017/2018 (Long Term Incentive Plan) approvato dal Consiglio di Amministrazione in data 27 febbraio 2015 che attualmente riguarda i due Amministratori Delegati e 17 dipendenti che occupano posizioni di rilievo nell’impresa. Uno degli obiettivi di tale piano è la fidelizzazione dei beneficiari. L’accantonamento effettuato nell’esercizio 2016/17 è stato di € 6.134.680 (€ 4.540.034 nel 2015/16).

Il Rendiconto Finanziario.




Il rendiconto finanziario illustra i flussi di cassa generati dall’attività operativa, di investimento e finanziaria.
In sintesi, i flussi positivi generati dalla gestione operativa sono stati positivi per € 76 milioni (€ 42,98 milioni nel 2015/16), i flussi legati all’attività di investimento sono stati negativi per € 33,3 milioni; mentre i flussi di cassa generati dall’attività di finanziamento sono stati positivi per 27,8 milioni. Pertanto, il flusso di cassa generato durante l’esercizio è stato positivo per 70,53 milioni di Euro, pari alla variazione delle disponibilità liquide al netto dei saldi bancari passivi.

Per quanto riguarda l’attività di investimento, gli investimenti in diritti pluriennali calciatori hanno determinato l’assorbimento di flussi per € 252.338.708 (€ 160.891.788 nel 2015/16) compensati in parte da cessioni per diritti calciatori, che hanno determinato flussi positivi per € 193.413.850 (€ 58.384.233 nel 2015/16).
I crediti per cessione diritti pluriennali prestazioni calciatori sono aumentati, determinando flussi negativi, per € 20.196.782, mentre i debiti per acquisto diritti pluriennali prestazioni calciatori sono aumentati, determinando flussi positivi, per € 60.588.404.
Quindi, nell’esercizio 2016/17, l’assorbimento netto determinato dall’attività di “Calciomercato”, che rientra nell’attività di investimento è stato di € 18,5 milioni netti.
La Cessione della partecipazione J Medical S.r.l. ha determinato flussi positivi per € 2.400.000.

Per quanto riguarda l’attività di finanziamento, il Rimborso leasing finanziari ha determinato deflussi per € 7.681.129.

Il Valore della Rosa.

Al 30 giugno 2017, il valore contabile netto dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori ammonta a € 301.960.077 e rispetto al 30 giugno 2016 risulta in aumento di € 115,8 milioni.
Il Costo storico della Rosa della prima squadra è di € 430.258.000 e il relativo fondo di ammortamento ammonta a Euro 182.506.000, con un valore contabile di € 247,7 milioni. Il Costo storico di Altri professionisti è di € 95.706.000 e il relativo fondo di ammortamento ammonta a Euro 43.487.000, con un valore contabile di € 52.219.000. Il Costo storico di Giovani di serie è di € 3.477.000 e il relativo fondo di ammortamento ammonta a Euro 1.488.000, con un valore contabile di € 1.989.000.




L’incremento è dipeso dagli investimenti della Campagna Trasferimenti 2016/17, per € 252,3 milioni (€ 160,9 milioni nel 2015/16), da cessioni per un valore contabile netto di € 53,6,9 milioni (€ 21,9 milioni nel 2015/16) e ammortamenti per € 82,9 milioni (€ 67 milioni nel 2015/16).
Il calciatore col valore contabile residuo più elevato è Higuain Gonzalo Gerardo con € 73.037.000 (costo storico € 91.296.000), seguito da Dybala Paulo Exequiel con € 27.759.000 (costo storico € 41.439.000), Pjanic Miralem con € 26.222.000 (costo storico € 32.778.000); Pjaca Marco con € 22.873.000 (costo storico € 28.591.000); Cuadrado Bello Jan Guillermo con € 19.228.000 (costo storico € 19.940.000); EI Mouttaui-Benatia Medhi con € 15.994.000 (costo storico € 16.720.000); Lobo Silva Alex Sandro con € 15.765.000 (costo storico € 26.275.000) e Mandzukic Mario con € 11.613.000 (costo storico € 22.884.000).
L’ultima Campagna Trasferimenti, conclusasi il 31 agosto 2017, ha comportato complessivamente un aumento del capitale investito di € 86,3 milioni (€ 121,9 milioni nel 2015/16) derivante da acquisizioni per € 98,5 milioni (€ 156,2 milioni nel 2015/16) e cessioni per un valore contabile residuo di € 12,2 milioni (€ 34,3 milioni nel 2015/16). Le plusvalenze nette generate dalle cessioni dell’ultimo Calcio Mercato ammontano a € 73,9 milioni (€ 115,6 milioni nel 2015/16).

Le Partecipazioni

Al 30 giugno 2017, le Partecipazioni ammontano a € 199.040 e riguardano per € 5 mila la partecipazione detenuta in joint venture da Juventus nella società J Medical S.r.l.; per € 190 mila la partecipazione del 40%, detenuta da Juventus nella società Tobeez F&B Italia S.r.l, il cui capitale sociale è pari a € 30 mila e per € 4 mila la partecipazione del 40%, detenuta da Juventus nella società B & W Nest S.r.l, il cui capitale sociale è pari a € 10 mila.
Tobeez F&B Italia S.r.l, al momento non operativa, si occuperà di ristorazione nell’ambito delle attività che saranno realizzate nell’area Continassa e nel comparto EST dello Juventus Stadium.
B & W Nest S.r.l, che non è operativa, si occuperà della gestione del nuovo Hotel in corso di costruzione da parte del Fondo J Village nelle immediate vicinanze della nuova sede e del nuovo centro sportivo.
J Medical S.r.l. è una società a controllo congiunto (joint-venture) di Juventus e Santa Clara S.r.l e svolge l’attività di centro poliambulatoriale, diagnostico, fisioterapico e di medicina sportiva.

La Gestione economica.

La gestione economica è sulla via dell’autofinanziamento, perché i ricavi superano i costi e perché genera flussi positivi di liquidità.
I Ricavi operativi lordi del 2016/17 ammontano a € 562.711.054, mentre nel 2015/16 erano pari a € 387.900.773. La variazione in aumento è stata di € 174,8 milioni (+45,1%).
L’incremento è stato determinato soprattutto dai proventi per gestione calciatori, che hanno segnato un aumento di 104,7 milioni di Euro; dai Diritti radiotelevisivi e proventi media, che hanno segnato un aumento di 37,8 milioni di Euro e dai Ricavi da gare, che hanno segnato un aumento di 14,2 milioni di Euro. I Costi operativi sono aumentati in misura del 33,5%, invece la voce riguardante gli Ammortamenti, accantonamenti e utilizzi di fondi è aumentata del 40%. Pertanto sono risultati decisivi per il verificarsi della situazione di surplus economico la voce riguardante i Proventi da gestione calciatori per € 151.149.536.




Il fatturato netto è aumentato da € 341,5 milioni a € 411,6 milioni. Se si osserva l’evoluzione del fatturato netto, si nota che il fatturato netto è costantemente in aumento dal 2011. Dal 2010/11 al 2016/17, il tasso di crescita annuale composto (CAGR) del fatturato netto è stato del 17,82%.




I Proventi da cessioni diritti media, nel complesso, aumentano del 19,4%, da € 194,89 milioni a € 232,8 milioni. In particolare, i Proventi da competizioni UEFA aumentano di € 34,7 milioni (+45,9%), da € 75.598.000 a € 110.324.000, per effetto del raggiungimento della finale di UEFA Champions League; mentre, i proventi da media nazionali aumentano da € 116,6 milioni a € 117,7 milioni.

Induttivamente si potrebbe determinare il Market Pool 2016/17, spettante alla Juventus, in 59,6 milioni di Euro, considerando un premio performance di 50,7 milioni di Euro, dovuto a quattro vittorie e due pareggi, oltre al premio fisso per la partecipazione e l’accesso agli ottavi, ai quarti, alle semifinali e alla finale.

I Ricavi da sponsorizzazioni e pubblicità aumentano di € 4,7 milioni, da € 70 milioni a € 74,7 milioni, a causa dei maggiori ricavi derivanti da sponsorizzazioni (€ 3,2 milioni) e dei maggiori premi variabili riconosciuti dagli sponsor (€ 1.5 milioni). I ricavi derivanti dalla parte correlata FCA Italy S.p.A. ammontano a € 21.009.300 e si originano dal contratto di Main Sponsor relativo al marchio “JEEP”.
Già nell’esercizio 2015/16, con i nuovi contratti di sponsorizzazione ‘adidas’ e ‘JEEP’, è aumentata l’incidenza percentuale dei ricavi commerciali sul fatturato netto, anche per via della scelta della gestione diretta del licensing e del retail, che in precedenza era preclusa da altri accordi commerciali.

I Ricavi da vendite di prodotti e licenze aumentano del 42,1%, da € 13.509.887 a € 19.198.979. Su tale fronte esisterebbero ampi margini di miglioramento, si pensi che il Manchester United, nel 2016/17, ha prodotto ricavi dalle vendite al dettaglio, dal Merchandising e Licensing per circa 118 milioni di euro, quasi sei volte quelli della Juventus; tuttavia l’Arsenal, che ha un fatturato netto di circa 476 milioni, evidenzia ricavi da merchandising per circa 30 milioni di Euro, quasi 1,6 volte quelli della  Juventus.




Nel dettaglio, rispetto al 2015/16, i Ricavi da gare aumentano del 32,4%, da € 43,6 milioni a € 57,8 milioni. In effetti, il numero delle gare disputate è aumentato da 52 a 57. Rispetto al 2015/16, figurano gli incassi di due partite casalinghe in più: quarti e semifinali di Champions League. Dal 2010/11 al 2016/17, il tasso di crescita annuale composto (CAGR) dei ricavi da gare è stato del 30,8%.
Per quanto riguarda gli abbonamenti per la stagione 2016/17, sono state sottoscritte tutte le 29.300 tessere a disposizione, per un ricavo netto di € 18,8 milioni (€ 16,9 milioni nel 2015/16), inclusi i Premium Seats e i servizi aggiuntivi. I ricavi da gare di campionato sono aumentati da € 10,25 milioni a € 11.046.000. I ricavi da biglietteria per la UEFA Champions League ammontano a € 12.279.000 e risultano in aumento di € 6.125.000 per il maggior numero di partite. I Ricavi da servizi aggiuntivi gare aumentano da € 4,39 milioni a € 5 milioni. I Ricavi da finali Coppe diminuiscono da € 2,94 milioni a € 2.42 milioni. Gli Ingaggi per gare amichevoli aumentano di 4,72 milioni a € 6.19 milioni. I Ricavi da biglietteria per gare Coppa Italia ammontano a € 1,93 milioni e gli Altri ricavi da gare a € 175 mila.

I proventi da gestione diritti calciatori aumentano di 104,7 milioni di Euro, da € 46,4 milioni a € 151,14 milioni. Tale voce comprende plusvalenze complessive per € 140.309.387 (€ 36,7 milioni nel 2015/16).
I maggiori importi delle Plusvalenze hanno riguardato: Paul Pogba (Manchester United) per € 96.490.000; Kingsley Coman (Bayern Munchen AG) per € 19.477.000; Morata (Real Madrid) per € 15.947.000; Simone Zaza (Valencia) per € 2.835.000; Hernanes (Hebei China Fortune Football Club Co. Ltd) per € 2.176.000 e Magnusson (Bristol City FC) per € 1.439.000 e Isla (Cagliari) per € 557 mila.
I Ricavi per cessione temporanea diritti calciatori risultano pari a € 9.688.000, di cui Euro 5 milioni riguardano il prestito di Simone Zaza al West Ham United FC Limited ed Euro 2 millioni del prestito dello stesso Zaza al Valencia ed Euro 2 milioni per il prestito di Coman al Bayern Munchen AG.
Altri ricavi per bonus, premi di rendimento e contributi di solidarietà sono stati pari a € 1.152.000, di cui € 500.000 per il bonus su Vidal ottenuto dal Bayern Munchen AG.

Gli altri ricavi aumentano del 39,3%, da € 19,4 milioni a € 27.034.664. Le sopravvenienze attive, pari a € 3.040.000, includono i premi addizionali distribuiti a consuntivo dalla UEFA per la partecipazione alla UEFA Champions League 2015/2016. I proventi per iniziative commerciali come “Accendi una Stella”, “Membership”, lo Stadium Tour, il Museo e il “Club Doc” aumentano da € 6.340.000 a € 10.050.000. I Proventi da Lega Nazionale Professionisti Serie A aumentano da € 2.167.000 a € 2.286.000. I Proventi da attività “no match day” e altri proventi stadio aumentano da  € 3.655.000 a € 5.646.000. I Contributi da FIFA/UEFA per convocazioni calciatori in Nazionale diminuiscono a € 347 mila da € 2.758.000.

I Costi operativi, esclusi gli ammortamenti e comprendendo gli oneri della gestione economica dei calciatori, sono pari a € 400,69 milioni (€ 300 milioni, nel 2015/16). La variazione in aumento è stata di € 100,6 milioni, ossia è stata del 33,5%, inferiore all’incremento percentuale dei ricavi operativi lordi (+45,1%).
I costi relativi al personale tesserato aumentano da € 197,7 milioni a € 235,34 milioni, l’incidenza sul fatturato netto è del 57,1% (57,9% nel 2015/16), in linea col Fair Play Finanziario. Le retribuzioni sono aumentate di 23,68 milioni, da € 160,29 milioni a € 183,98 milioni. Gli incentivi all’esodo sono stati pari a 4,97 milioni di Euro (€ 4,6 milioni nel 2015/16). I premi variabili sono aumentati da € 21,14 milioni a € 38,48 milioni.
Il costo del personale non tesserato aumenta da € 23,74 milioni a € 26,48 milioni. L’aumento di 2,8 milioni di Euro è dovuto a maggiori retribuzioni fisse per € 1,2 milioni e a maggiori premi variabili per € 0,6 milioni. Tali premi sono consessi in base al piano di incentivazione monetaria di lungo termine 2014/2015–2017/2018 (Long Term Incentive Plan) a beneficio di alcuni dipendenti che occupano posizioni importanti nella società.
Nel complesso il Costo del Personale ammonta a € 261,8 milioni (€ 221,48 milioni nel 2015/16) e l’incidenza sul fatturato netto è del 63,6% (64,9% nel 2015/16), comunque in linea col Fair Play Finanziario. L’incidenza del costo del personale sui ricavi operativi lordi è più bassa e risulta pari al 46,5% (57,1% nel 2015/16) a causa delle plusvalenze.

L’ Indicatore di Costo del Lavoro Allargato.
L’ Indicatore di Costo del Lavoro Allargato è calcolato attraverso il rapporto tra il Costo del Lavoro Allargato ed i Ricavi ed è finalizzato a misurare il peso economico del costo del lavoro.
Il Costo del Lavoro Allargato include i costi per il personale, comprensivi degli ammortamenti dei diritti alle prestazioni dei calciatori; i Ricavi, considerati ai fini del denominatore del rapporto, comprendono i Ricavi delle vendite e delle prestazioni, i Proventi da sponsorizzazioni, i Proventi pubblicitari, i Proventi commerciali e royalties, i Proventi da cessione diritti televisivi, i Proventi vari e le Plusvalenze da cessione dei diritti alle prestazioni dei calciatori al netto delle relative Minusvalenze.
Per il Costo del Lavoro Allargato si considera il valore risultante dall’ultimo bilancio d’esercizio approvato, mentre i Ricavi sono dati dai loro valori medi degli ultimi tre bilanci d’esercizio approvati.
Nel caso in questione, se si considerasse tutto il costo del personale, il valore è di 0,797 tale valore sarebbe al di sotto del valore soglia previsto dalla FIGC per la Serie A per la stagione sportiva 2017/18, la cui soglia è di 0,80. Tuttavia bisognerà considerare quella che sarà prevista per il 2018/19.
E’ bene precisare che le norme FIGC prevedono che l’indicatore di Costo del Lavoro Allargato, ove presenti un valore inferiore al livello-soglia stabilito in 0,8, sarà utilizzato come indicatore correttivo al fine di ridurre, nella misura di 1/3, l’importo necessario per ripianare l’eventuale carenza finanziaria determinata dall’indicatore di Liquidità, che è l’indicatore più importante.

Per quanto riguarda l’altro Personale, durante il 2016/17, era composto in media da 221 unità lavorative, di cui 17 dirigenti. Il personale impiegatizio, aumenta da n. 153 a n. 167.
Gli Oneri da gestione diritti calciatori aumentano da € 10,9 milioni a € 50.492.000. La maggior parte riguarda gli Oneri accessori su diritti pluriennali calciatori non capitalizzati, pari a € 35.957.000 (€ 4.668.000 nel 2015/16), di cui € 26.154.000 per la commissione per la cessione di Paul Pogba, seguito dalla commissione di Euro 1.300.000 per Sami Khedira.
Gli Oneri per acquisto temporaneo diritti calciatori sono stati pari a € 10.490.000 (€ 3.648.000 nel 2015/16), di cui € 5.000.000 per Cuadrado (Chelsea F.C. Plc); € 3.000.000 per Benatia (Bayern) ed € 1.694.000 per Vadala (C.A. Boca Juniors).
Gli Altri oneri ammontano a € 3.552.000 e si riferiscono principalmente al bonus di € 1 milione per Cuadrado (Chelsea F.C. Plc) e ad altri diritti di opzione.

Gli ammortamenti e svalutazioni dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori aumentano da € 67.046.721 a € 82.949.776. In particolare, gli ammortamenti aumentano di € 15,4 milioni, a € 81,8 milioni e risultano effettuate svalutazioni per € 1.134.000.

Le spese per servizi esterni aumentano del 29,3%, da € 51.503.546 a € 66.578.563. In particolare, le Spese di trasporto, soggiorno e ristorazione aumentano da € 7,5 milioni da € 11 milioni. Tale incremento è dipeso dal maggior numero di gare. Le Spese di sicurezza e accoglienza ammontano a  € 2.597.000. Le spese di manutenzione, variano di poco da € 5.062.000 € 5.093.000.
Gli “Emolumenti a CdA e Organi Sociali” aumentano da € 4,97 milioni a € 5.436.000.
Le “Consulenze si incrementano di € 3.617.000, da € 3.156.000 a € 6.773.000 per effetto delle nuove iniziative commerciali sviluppate nel 2016/17.
Il risultato operativo è positivo per € 67.377.431 e risulta in miglioramento rispetto al risultato operativo del precedente periodo che era positivo per € 20,2 milioni. Viene confermato anche nel 2016/17 il trend in miglioramento.
La gestione straordinaria comprende Altri ricavi non ricorrenti, pari a € 350.000. Nel 2015/16 era positiva per € 10,6 milioni, a causa dei proventi netti derivanti dall’apporto al fondo immobiliare “J Village” della titolarità di gran parte dei diritti di superficie e diritti edificatori per 10,3 milioni.

I Proventi finanziari ammontano a € 4.273.000 (€ 2.409.000 nel 2015/16) e sono composti da: Proventi finanziari da attualizzazioni per € 3.873.000; Interessi attivi per € 115 mila e Altri per € 285.000.
Gli oneri finanziari risultano pari a €  11.969.000 (€ 10.354.000 nel 2015/16) e riguardano: Interessi passivi e commissioni per € 6.106.000; Oneri finanziari da attualizzazioni per € 5.764.000; Oneri finanziari da strumenti derivati per € 31.000 e Altri oneri per € 68.000.

La Quota di pertinenza del risultato di società collegate e joint venture risulta negativa per € 1.266.633.

RAPPORTO TRA RICAVI OPERATIVI E ATTIVITA’ TOTALI
Il rapporto tra ricavi operativi, e la semisomma delle attività totali iniziali e finali, risponde ad una semplice ma fondamentale domanda: quanto è investito e quanto si fattura? Considerando come ricavi operativi e rapportandoli alla semisomma dell’attivo iniziale e finale, nel caso in questione, tale indicatore risulterebbe pari al 79% (73,8% nel 2015/16), pertanto ogni 100 Euro investiti si incassano 79 Euro, che è un segnale di una rotazione degli investimenti effettuati, di circa quindici mesi, superiore all’anno.

RAPPORTO TRA REDDITO OPERATIVO E ATTIVITA’ TOTALI
Tale indicatore è la chiave per calibrare il buon funzionamento di un club calcio. Se si ottiene un ritorno economico adeguato, vuol dire che le attività sono gestite in modo efficiente, i ricavi operativi e le spese operative risultano ben dimensionati.
Considerando come reddito operativo l’EBIT, che è positivo per € 67.377.431 e come attivo la semisomma delle attività iniziali e finali, risulterebbe che per ogni 100 Euro investiti si guadagnerebbero, prima del calcolo degli interessi e delle tasse, circa 9,5 Euro; nell’esercizio precedente, sempre in riferimento all’importo investito di 100 Euro, si sarebbero guadagnati circa 3,8 Euro.

Il Punto di Pareggio.

Il risultato prima delle imposte è positivo per € 58.414.719. Nel 2015/16 era positivo essendo pari a € 11,6 milioni, nel 2014/15 era di poco positivo per € 10,8 milioni.
La Juventus risulta rispettare i limiti del “break-even” del Fair Play Finanziario, che tollera una perdita cumulata per gli esercizi 2014/15, 2015/16 e 2016/17 di 30 milioni, anche perché nella determinazione del “break-even result” non si considerano alcuni elementi come: gli altri ammortamenti; plusvalenze e minusvalenze determinate da attività fisse che non siano i calciatori; gli oneri finanziari determinati da investimenti “virtuosi”; le spese per il settore giovanile.

Il risultato netto dell’esercizio 2016/17 è positivo per 42.567.924. Nel 2015/16 era positivo per € 4 milioni. Nell’esercizio 2014/15 era positivo per € 2,3 milioni. Anche a livello di risultato netto si può parlare di conferma del trend di netto miglioramento.

Conclusioni.

L’ obiettivo dell’aumento dei ricavi, per i prossimi anni, passerà necessariamente attraverso l’aumento dei ricavi commerciali, anche perché a livello di ricavi da gare esistono limitati margini di miglioramento ed i ricavi televisivi nazionali, al momento, non riescono ad essere valorizzati ulteriormente.
La Campagna Abbonamenti per la stagione 2017/2018 si è chiusa con la sottoscrizione di tutte le 29.300 tessere a disposizione per gli abbonamenti, per un ricavo netto di € 25,7 milioni, inclusi i Premium Seats e i servizi aggiuntivi, contro i € 24,1 milioni della stagione precedente con 29.300 tessere.

Gli Amministratori prevedono per il 2017/18 un risultato negativo, che dipenderà dalle prestazioni sportive in UEFA Champions League. L’obiettivo della Società è quello di consolidare il trend di miglioramento dei risultati economici come negli ultimi esercizi.

L’attuale gestione economica della Juventus sembrerebbe continuare ad essere influenzata dal risultato sportivo, almeno nel breve termine. Nel 2016/17, per varie circostanze, è stata utilizzata la leva del Player Trading, che ha permesso di acquisire ulteriore solidità.
Si potrebbe delineare uno scenario che contempli l’utilizzo della solidità acquisita, anche facendo leva sul player trading,  per un miglioramento della posizione finanziaria coniugato con investimenti necessari per mantenere un’elevata competitività sportiva, almeno a livello nazionale, necessaria per attingere ai proventi derivanti dalle competizioni europee, che potrebbe risentire degli effetti dell’ultima campagna trasferimenti, che ha alterato gli equilibri con i trasferimenti record di Neymar e Mbappé.


1 commento:

cmn ha detto...

Può darsi che mi sbagli ma quello che a me appare è che l'incremento rispetto al 2015-16 dovuto al raggiunngimento della finale di Champions sia complessivamente dell'ordine di oltre 50m derivante dalla differenza nei ricavi da gare e dalla differenza nei ricavi TV, visto che quelli Nazionali sono rimasti pressochè immutati. Ciò significa che se la Juventus si fosse fermata come l'anno precedente agli ottavi, che si possono considerare con leggero ottimismo alla stregua di ricavi ricorrenti, il fatturato netto sarebbe stato pari a circa 360m con un incremento di circa il 6%, mentre i costi operativi sarebbero stati stati altrettanti cioè circa i 360m che figurano in blancio, meno i 7,5m di costi derivnti dalle maggiori trasferte, vale a dire circa 352 milioni o un aumento del 18%.
Ciò significa un EBIDTA pari a circa 0 in peggioramento netto rispetto all'anno precedente.
(E io tra parentesi sarei come Warren Buffett che pensa che l'esclusione degli ammortamenti etc... significa che il costo del capitale lo pagano le "fatine dei denti").
In altri termini il MOL positivo all'incirca come l'anno precedente poggia su un risultato di carattere straordinario e non facilmente ripetibile, mentre l'incremento dei costi operativi appare su un trend di crescita abbastanza costante e solida.

Se si considera poi il fatturato lordo si nota che l'utile lordo di 58mln è stato ottenuto grazie alla vendita giocatori per circa 50 milioni senza i quali ci sarebbe stata una perdita di circa 90 milioni meno i maggiori costi non ripetibili dovuti a Raiola-Pogba (circa 30 milioni) e cioè una perdita di 60 milioni. Ai quali aggiungere i circa 50 milioni che mancherebbero se non si fosse raggiunta la finale e ci si fosse fermati agli ottavi come l'anno precedente.
In altri termini la Juventus parte che se si ferma agli ottavi, come è prudenzialmente ipotizzabile in budget e se non utilizza pesantemente la leva del player trading farà una perdita di oltre 100 milioni su un fatturato di meno di 360m.

Questo significa anche che la Juventus è costretta a movimentare pesantemente la rosa ogni anno perchè non la può tenere stabile altrimenti fa un buco di bilancio enorme. Ma movimentare la rosa ogni stagione non va molto d'accordo con l'ottenimento di risultati sportivi di assoluta eccellenza, che paiono pure necessari, perchè le ragioni sottese a queste movimentazioni non sono di carattere tecnico sportivo ma appunto di bilancio e cioè si vende perchè bisogna vendere per fare plusvalenze contabili e si compra cercando "opportunità" piuttosto che colmando eventuali lacune.
Questo è anche sotto gli occhi di tutti visto che la Juventus ha acquistato 2 esterni abbastanza inutili e anche abbastanza inutilizzati come Costa e Bernardeschi,lasciando un difesa indebolita dall'addio di Bonucci e Alves.

Io capisco che nessuno si azzardi a dire una sola parola negativa sulla Juventus o per meglio dire su Exor che è il maggior gruppo privato che opera in Italia, ma almeno evitare lodi sperticate su un bilancio che sta in piedi con i cerotti....
La raggiunta “via dell'autofinanziamento” di cui lei parla poggerebbe sul dover arrivare in finale e sull'usare la leva del player trading anno dopo anno e ogni anno in modo sempre più massiccio? Con il corollario che, data la frequenza, il valore residuo di carico dei giocatori da vendere sarà sempre più elevato e sempre minori le plusvalenze contabili ottenibili a parità di ricavi di vendita.
O se la si vuol dire diversamente bisogna fare “colpi di mercato” a getto continuo, oltre al “pompaggio mediatico” dei suddetti acquisti sempre più massiccio?
A me sembra più la via verso un aumento di capitale necessario per coprire le perdite.