domenica 24 luglio 2016

L’Investimento di De Laurentiis nel Napoli.



Luca Marotta


Di seguito si cercherà di ricostruire l’investimento fatto dall’azionariato di SSC Napoli SpA.

Napoli Soccer SpA, denominata in seguito Società Sportiva Calcio Napoli S.p.A., è stata costituita il 26 agosto 2004 con un capitale sociale di Euro 120.000.

Nella Relazione sulla Gestione relativa al bilancio 2005 è scritto che l’acquisto del ramo di azienda riguardante l’attività sportiva dal fallimento S.S.C. Napoli SpA. è avvenuto al prezzo di Euro 29.500.000 oltre imposta di Registro del 3%.
Nella stessa Relazione è scritto che l’ammontare dell’indebitamento bancario, pari a circa 32 milioni di Euro, ha finanziato integralmente l’acquisto del ramo di azienda riguardante l’attività sportiva dal fallimento S.S.C. Napoli SpA.. Bisogna evidenziare che, grazie ai consistenti flussi di cassa generati dall’attività, il debito verso le banche è stato azzerato già dal 2007/08.

Il 10 settembre 2004 è stato stipulato l’atto di acquisto del ramo di azienda riguardante l’attività sportiva con il fallimento S.S.C. Napoli SpA..
Nel Bilancio 2004-2005 del Napoli figura un costo storico della voce avviamento, effettivamente pagato, per Euro 18 milioni e un costo storico per la voce Concessioni licenze e marchi per Euro 12.128.000.

Dopo la costituzione, durante l’esercizio 2004-2005, sono state sottoscritte n. 2280 azioni di nuova emissione per un valore nominale complessivo di Euro 2.880.000.

Il 23/06/2005 i soci hanno provveduto alla costituzione di una riserva facoltativa per copertura perdite, per l’importo di Euro 3.800.000.

La perdita dell’esercizio 2004-2005, ammontante a € 7.061.463 è stata ripianata con il capitale sociale, con la riserva facoltativa per copertura perdite e da un apporto dei soci per € 261.466. Inoltre è stato ricostituito il capitale sociale per € 500.000.

In data 23/06/2006 i soci hanno provveduto alla costituzione di una riserva facoltativa per copertura perdite, per l’importo di Euro 4.800.000.

Il 27/10/2006 i soci hanno provveduto alla costituzione di una riserva facoltativa per copertura perdite, per l’importo di Euro 4.000.000.

La perdita 2005-2006, ammontante a € 9.088.780 è stata ripianata, con la riserva facoltativa per copertura perdite per l’importo di € 8.800.000 e da un apporto dei soci per € 288.780, la cui provvista è stata fornita dalla parziale rinuncia al rimborso finanziamento soci infruttifero.



In definiva i soci hanno apportato come capitale di rischio 16,65 milioni di Euro, concentrati soprattutto nei primi due anni di attività. Anche perché la gestione economica è risultata molto attenta al contenimento dei costi, tanto che ha generato, in undici anni, ben 42,6 milioni come risultato netto aggregato.

Il finanziamento soci è da catalogare come capitale di prestito e non di rischio.
Durante il 2005-2006 figurava un finanziamento soci infruttifero per Euro 1.200.000.
Durante il 2006-2007 l’azionista ha rinunciato al rimborso di Euro 288.780, utilizzati per la copertura perdita 2005-2006; ed è stato effettuato un altro finanziamento per € 3.000.000.
Pertanto l’importo che figura come finanziamento soci al 30.06.2015 è di Euro 3.911.220.

Durante la gestione De Laurentiis i componenti del CdA hanno percepito un importo complessivo di Euro 18.939.100
Forse, anche in considerazione del risultato negativo del 2014/15 il compenso al CdA ha registrato un forte calo rispetto al 2013/14 e 2012/13. E’ l’importo più baso degli ultimi 5 anni. Invero, solo dal 2010-11, il compenso al CdA assume una certa rilevanza tra i costi.



Conclusioni.

L’investimento iniziale relativo all’acquisto del ramo d’azienda è stato finanziato con l’indebitamento bancario con UNICREDIT e grazie ai consistenti flussi di cassa, già dal bilancio 2007-2008, la voce debiti verso banche reca importo zero.

L’investimento in capitale di rischio dell’azionariato di SSC Napoli SpA dal mese di Agosto 2004 al 30 giugno 2015 è stato di 16,65 milioni, cui si è aggiunto un finanziamento soci infruttifero per € 3,9 milioni.
Nello stesso periodo i componenti del CdA hanno percepito circa 18,9 milioni di Euro.


mercoledì 20 luglio 2016

Il Bilancio di uno stadio: Allianz Arena 2014-15



Luca Marotta


Il bilancio di esercizio al 30/06/2015 della società “Allianz Arena München Stadion GmbH” si è chiuso con un utile di Euro 8.641.446,40; mentre l’esercizio 2013/14 si era chiuso con una perdita prima del trasferimento alla controllante di Euro 4.998.305,07.

L’esercizio 2014/2015, è stato il decimo esercizio di attività di Allianz Arena München Stadion GmbH.
Durante il 2014/15 è stato rimborsato completamente il prestito bancario acceso per la costruzione dello stadio.

Durante il 2014/15 nell’Allianz Arena sono state disputate 44 partite; precisamente, FC Bayern München ne ha disputate 25, di cui 6 per la UEFA Champions League, e TSV München 1860 19 partite. Nel 2014/15, al contrario dell’esercizio precedente, non si sono disputate le partite dell’AUDI-Cup e nessuna partita della nazionale.
Durante il 2013/14 nell’Allianz Arena sono state disputate 49 partite; nel 2012/13: 47 partite; nel 2011/12: 48 partite e nel 2010/11: 42 partite.

La società.

L'Allianz Arena München Stadion GmbH è una società controllata al 100% da FC Bayern München AG e si occupa della gestione dell’omonimo stadio di calcio a Monaco di Baviera con i relativi servizi accessori come parcheggi, ristorazione, aree ospitalità e negozi. A sua volta controlla la società Allianz Arena Payment GmbH, con una quota di possesso pari al 100%, che ha un patrimonio netto di € 25.000.
Il 27 aprile 2006, FC Bayern München AG acquistò temporaneamente il 100% delle azioni della Allianz Arena, con l’impegno al riacquisto entro il 30 giugno 2010 del 50% da parte della società cofondatrice TSV München 1860. Tuttavia, Tale impegno è stato ufficialmente revocato il 25 aprile 2008. Le parti in causa si sono accordate per alleviare il TSV 1860 dei suoi obblighi, che sono stati poi trasferiti al FC Bayern München AG. Attualmente Allianz Arena München Stadion GmbH è una società con socio unico.

Lo Stadio.

La società Alpine Bau GmbH ha costruito lo stadio e la posa della prima pietra è datata 21 ottobre 2002, mentre la consegna è avvenuta il 30 aprile 2005.
Con la società Alpine Bau GmbH, c’è stato un lungo contenzioso, relativo, pare, ad alcuni difetti. Tale contenzioso si è chiuso, durante il 2013/14, con una transazione.
L’inaugurazione risale al maggio 2005. Il costo di costruzione, come riportato dal sito ufficiale, è stato di circa € 340.000.000. Nel 2005, per reperire delle fonti di finanziamento, si ricorse all’anticipo sui crediti futuri derivanti dal contratto di affitto con “FC Bayern München AG”. Tale anticipo fu concesso per l’importo di 80 milioni di Euro da Commerzbank AG (già Dresdner Bank AG).
In genere, l’Allianz Arena è locato a titolo oneroso per l'organizzazione di partite di calcio ai due club di Monaco di Baviera: FC Bayern e TSV 1860 München. Inoltre, l'azienda può locare lo stadio a terzi, come la Federazione e/o la Lega tedesca (DFB, DFL), per lo svolgimento di partite internazionali e partite di coppa.
Pertanto, la voce principale dei ricavi è costituita dalle locazioni per eventi dello stadio e dei relativi Sky Box della zona Vip, e non riguarda i ricavi da botteghino che sono gestiti dall’organizzatore della gara, che prende in locazione lo stadio. Inoltre, ad esclusione dei giorni dedicati alle partite, le strutture dello stadio possono essere messe a disposizione per eventi aziendali ed è possibile l'apertura per i visitatori che possono prenotare visite guidate a pagamento dello stadio.
Di seguito si analizzeranno i dati del bilancio al 30 giugno 2015.

Immediatamente dopo la fine della stagione 2013/2014 sono iniziati i lavori di ampliamento per l’aumento della capacità e sono state create ulteriori vie di fuga. Il completamento di tali lavori è stato realizzato nel mese di agosto 2014. L'utilizzo della capacità addizionale è cominciato nella seconda metà della stagione 2014/2015, subito dopo aver ottenuto il nulla osta normativo.
Inoltre, sempre dopo la fine della stagione 2013/2014 è continuata l’operazione di eliminazione dei difetti di costruzione. L’accordo transattivo extragiudiziale copre il costo delle misure correttive, che sono state programmate fino all'inizio della stagione 2015/2016.

La struttura dell’attivo patrimoniale.



Il valore dell’attivo al 30.06.2015 è aumentato su base annua di circa 2 milioni, assestandosi a € 246,4 milioni da € 244,4 milioni del 2013/14.
Le voci principali dell’attivo sono: le immobilizzazioni immateriali per € 17 mila (€ 52 mila nel 2013/14); le immobilizzazioni materiali nette per € 213.384.953,90 (€ 231,3 milioni nel 2013/14); le immobilizzazioni finanziarie per € 25 mila, dato invariato e riguardante la partecipazione in Allianz Payment Gmbh; i crediti per circa € 7 milioni (€ 4,96 milioni nel 2013/14); le disponibilità liquide e mezzi equivalenti per circa € 9 milioni (€ 7,5 milioni nel 2013/14); i risconti attivi per € 275 mila.
La variazione negativa del totale delle attività è dovuta principalmente agli ammortamenti delle immobilizzazioni materiali e immateriali, pari a circa 12,12 milioni. In particolare, quelle riguardanti lo stadio e le attrezzature tecniche e macchinari, ammontano rispettivamente a circa € 9,11 milioni e a € 2,83 milioni. Mentre, le disponibilità liquide sono aumentate da € 7,52 milioni a € 9,07 milioni.

Il grafico seguente mostra come vi sia una forte correlazione tra valore dell’attivo e valore contabile netto delle immobilizzazioni.


Il valore contabile netto della voce “terreni e fabbricati” diminuisce da € 220.174.061,15a € 213.384.953,90. La variazione è stata determinata prevalentemente dal calcolo degli ammortamenti per € 9.110.458,32. Il costo storico della voce “terreni e fabbricati” ammonta a circa € 305.951.698,27, ma bisogna tener presente che durante l’esercizio 2007/2008 è stato incrementato di € 100.546.722,97, importo stornato dalla voce “impianti e macchinari”.

Il valore contabile netto della voce “impianti e macchinari” è di € 14.971.098,00, mentre il costo storico è di circa 62,4 milioni.

Il Patrimonio Netto

Il patrimonio netto aumenta di 36,6 milioni di Euro, da 124,48 milioni di Euro a 161.119.118,84 di Euro. La variazione è dovuta all’apporto di mezzi propri, sotto forma di riserva in c/capitale, per 28 milioni e all’utile d’esercizio per 8,6 milioni di Euro. Il patrimonio netto finanzia il 65,4% dell’attivo e il 70,1% delle immobilizzazioni.
Dal 1 luglio 2007 fino al 30 giugno 2014, sia la perdita che l’eventuale utile d’esercizio venivano trasferite in automatico alla controllante “FC Bayern München AG.”.
Con effetto dal 1 luglio 2014 è stato risolto il contratto di trasferimento dei risultati di esercizio. Per quanto riguarda l'uso del risultato netto decide l'assemblea della società.

Le Passività

Al 30 giugno 2015, i Debiti bancari risultano azzerati. Al 30 giugno 2014 ammontavano a € 34.423.500; mentre al 30 giugno 2013 i debiti bancari erano pari a € 113.932.000; al 30 giugno 2012, i Debiti bancari ammontavano a € 118.440.000. Al 30 giugno 2011, i Debiti verso banche ammontavano a € 122.949.000 e a € 162,4 milioni nel 2009/10.
Il grafico mostra l’evoluzione temporale del debito bancario che nel 2014/15 si è azzerato.



I debiti verso la società controllante ammontano a € 40 milioni e hanno una scadenza superiore ai 5 anni.

I fondi per accantonamenti per rischi e altri oneri aumentano a € 360.800,00 da € 329.750.

L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1.
Nel caso in questione, l’indice di indebitamento è pari a 1,89 (1,04 nel 2013/14).
Pertanto il ricorso ai mezzi propri risulta nettamente prevalente rispetto al ricorso al capitale di terzi.
Infatti, l’equity ratio supera il 50%, perché è pari al 65,4%.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Un club è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più il club è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità totale è ottimo perché è pari a 2,89 (2,04 nel 2013/14), ciò vuol dire che il club possiede dei beni che sono abbondantemente sufficienti per pagare i debiti.

I Ricavi.



Le fonti dei ricavi della società Allianz Arena München Stadion GmbH comprendono il noleggio dello stadio per le partite, degli Sky Box, delle sale convegni, la gestione dei ristoranti e dei chioschi, dei parcheggi, dei garage e dello store.
I ricavi per l'esercizio 2014/15 risultano diminuiti del 2,3% a 55,9 milioni di Euro. L’importo del 2013/14 era pari a € 57,2 milioni e costituiva il record storico per la società. Nel 2012/13 ammontavano a € 53.551.409,73; nel 2011/12 a € 54.193.842,74 e nel 2010/2011 furono pari a € 47.706.729,67.
La riduzione è dovuta al minor numero di gare disputate, soprattutto a causa della mancata disputa dell’AUDI Cup e della partita della nazionale, rispetto al 2013/14.

Gli altri proventi di gestione ammontano a € 209.200,92 (€ 6,6 milioni nel 2013/14).

In sintesi, i ricavi complessivi sono stati pari a € 56.16 milioni (€ 63.85 nel 2013/14), in diminuzione del 12% rispetto all'anno precedente.

I Costi.

I costi operativi, in senso stretto, aumentano da € 37,4 milioni a € 38,9 milioni. Tali costi sono costituiti dalle Spese per il personale pari a € 1,76 milioni (€ 1,72 milioni nel 2013/14); dagli ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali e materiali per € 12,12 milioni (€ 12,33 nel 2013/14); dai costi operativi tecnologici per € 13.9 milioni (€ 12,6 milioni nel 2013/14) e dai costi per Catering / Marketing per € 11.1 milioni (€ 10.7 milioni nel 2013/14).
L'incremento dei costi operativi nel settore della tecnologia dipende dal costo degli interventi iniziati l'anno precedente.

Gli altri oneri di gestione, risultano pari a € 4,7 milioni, nel 2013/14 erano pari a € 23,9 milioni. Nel 2013/14, in tale voce, furono allocati anche i costi relativi alla risoluzione di due derivati interest rate swap a lungo termine, legati al rimborso anticipato del prestito di 75 milioni di Euro.

Gli interessi passivi risultano pari a € 2.879.467,14, mentre nel 2013/14 erano pari a € 7.454.554,59.

Il risultato netto del 2014/15 della società Allianz Arena München Stadion GmbH evidenzia un utile di Euro 8.641.446,40; mentre il risultato netto del 2013/14 mostrava una perdita di Euro 4.998.305,07.

I risultati attesi.

Per la stagione 2015/2016 gli Amministratori hanno previsto un risultato positivo. Anche perché è prevista l’Audi Cup nel mese di agosto 2015 e un incontro internazionale della nazionale di Germania nel marzo 2016. Le possibilità che il risultato positivo migliori, risiedono nella possibilità che siano giocate più partite, soprattutto nelle competizioni internazionali in cui è impegnato il Bayern Monaco. Nel 2015/16, come l’anno precedente, il Bayern Monaco ha raggiunto le semifinali di UEFA Champions League.

Poiché l’iniziativa “FC BAYERN MÜNCHEN Erlebniswelt” sta esercitando un impatto positivo sul numero dei visitatori e dei relativi ricavi, sono allo studio con FC BAYERN MÜNCHEN ulteriori opportunità di cooperazione, al fine di espandere ulteriormente questo business nel futuro.

Per i prossimi anni, è previsto l’aumento dei costi di manutenzione e riparazione. La revisione dettagliata dei componenti relativi alla costruzione, dei dispositivi operativi e delle altre attrezzature tecniche varie era prevista. Gli Amministratori presumono che gli investimenti, i costi futuri di manutenzione e di sostituzione possano essere finanziati dal flusso di cassa o dalle riserve di liquidità della società.
Per gli Amministratori, nei prossimi anni non vi sarà la necessità di ricorrere a finanziamenti a lungo termine e hanno ribadito che lo sviluppo economico è anche strettamente legato al successo sportivo dei club che utilizzano la struttura.
Gli Amministratori hanno evidenziato che sulla base delle informazioni attualmente disponibili, nel prossimo futuro non esistono significativi rischi che possano mettere a rischio l'esistenza della Allianz Arena München Stadion GmbH.

Conclusioni

Il risultato netto positivo del 2014/2015 dimostra come l’azzeramento del debito bancario, abbia già iniziato ad esercitare effetti positivi, rendendo disponibili delle risorse per altri progetti.

Molto importante è l’affermazione fatta dagli amministratori che nel prossimo futuro non vi sarà ricorso all’indebitamento.

lunedì 18 luglio 2016

Bilancio Atalanta 2015: perdita di 1,9 milioni con 23 milioni di plusvalenze.



Luca Marotta


L’Atalanta ha chiuso il bilancio dell’esercizio 2015, evidenziando una perdita, al netto delle imposte, di 1,9 milioni di Euro e un risultato prima delle imposte negativo per 1,5 milioni di Euro.
Nel 2014 la perdita netta era pari a 2,8 milioni di Euro; nel 2013 era evidenziato un utile al netto delle imposte di € 10.187, mentre il bilancio 2012 si era chiuso con una perdita di € 2.158.300.

Da evidenziare l’aumento del valore della produzione dovuto all’incremento delle plusvalenze. Infatti, trattasi di un bilancio che dipende dal “player trading”, oltre che dai diritti TV della Serie A, che evidenzia plusvalenze per 23,3 milioni di Euro (€ 14.217.720 nel 2014 e € 14,7 milioni nel 2013).
Le direttrici strategiche che determinano l’azione degli amministratori per quanto riguarda le operazioni di calciomercato sono improntate ad un’attenta valutazione delle operazioni, sia in entrata, che in uscita, al fine di allestire una squadra competitiva in grado di raggiungere l’obiettivo della permanenza in Serie A. Gli amministratori prestano molta attenzione all’investimento nel settore giovanile, considerato come tradizionale punto di forza della società. Il settore giovanile dell’Atalanta viene descritto come fonte di soddisfazioni sportive ed economiche. Durante il 2015 è stata rafforzata l’area organizzativa generale e sportiva con l’assunzione di un nuovo Direttore Generale.

Il bilancio 2015 di Atalanta Bergamasca Calcio S.p.A. riguarda la seconda parte della stagione sportiva 2014/15 e la prima parte del campionato 2015/16, entrambi disputati in Serie A.
Il Fatturato Netto è risultato in aumento, intorno ai 46,1 milioni di Euro.
Dal punto di vista sportivo, la prima squadra nel campionato di calcio 2014/2015 ha raggiunto l'obiettivo stagionale della permanenza in serie A, col diciassettesimo posto.
Anche la stagione sportiva 2015/16, si è conclusa col raggiungimento dell’obiettivo della salvezza, col tredicesimo posto.

Il Gruppo.

La società Atalanta Bergamasca Calcio S.p.A. è una società soggetta ad attività di direzione e coordinamento di Odissea S.r.l., ma è controllata attraverso per il 79,32% attraverso la società “La Dea S.r.l.”.
Il bilancio 2014 di Odissea S.r.l si era chiuso con un utile di € 17.853.256 e con un patrimonio netto di € 320.162.893 che finanzia il 66,5% dell’attivo.

I rapporti con parti correlate.

“Atalanta Bergamasca Calcio S.p.A.”, in qualità di consolidata, aderisce al regime di consolidato fiscale nazionale del Gruppo facente capo a Odissea S.r.l.. Nel 2015, figurano proventi da adesione al regime di consolidato fiscale per € 3.077.859. I crediti verso la società controllante Odissea S.r.l. pari a € 3.260.768 sono principalmente crediti derivanti dall'adesione al regime del consolidato fiscale.
Con le parti correlate, al 31 dicembre 2015, risultano crediti per € 3.279.115, debiti per € 242.915, ricavi per € 3.420.673 e costi per € 443.572.
Comunque, l’importo maggiore riguarda il credito tributario verso la controllante “Odissea S.r.l.” per l’adesione al consolidato fiscale e come componenti negativi di reddito il rapporto con la società “La Dea Srl”, ha determinato costi per € 93.134.

La continuità aziendale.

La società di revisione Fidital Revisione Srl, nella sua relazione non ha fatto richiami o rilievi.

Le perdite accumulate al 31 dicembre 2015 ammontano a € 4.719.884, ma il Patrimonio Netto è positivo per € 7.749.132.

Il Collegio Sindacale ha ricordato che l'Assemblea di approvazione del bilancio 2014 aveva rinviato all'assemblea di approvazione del bilancio 2015 le delibera ex art. 2446 Codice Civile e in considerazione del fatto che l'azionista “La Dea S.r.l.” nel 2015 ha rinunciato ad un proprio credito per finanziamento per € 7.500.000 destinandolo a reintegrare il Patrimonio Netto, ha confermato la l’avvenuta rinuncia al credito.

La Struttura dello Stato Patrimoniale.



Il totale dell’attivo è aumentato del 3,16%, da € 86,1 milioni a € 88,8 milioni.

L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1. Nel caso in questione, l’indice di indebitamento è pari a 0,096 (0,026 nel 2014).
Infatti, l’equity ratio è basso ed è pari a 8,7%. Il ricorso al capitale di terzi è preponderante, incidendo per il 91,3% sul finanziamento dell’attivo.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Una società è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più la società è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità totale è pari a 1,10 (1,03 nel 2014), ciò vuol dire che il club possiede dei beni il cui valore è sufficiente a pagare i debiti.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ CORRENTE
Il rapporto tra attività correnti e passività correnti determina l’indice di solvibilità corrente. Tale indice serve a verificare se l’attivo corrente è in grado di pagare i debiti a breve. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità corrente è pari a 0,54 (0,36 nel 2014), ciò vuol dire che l’attivo a breve non sarebbe in grado di pagare i debiti a breve.
Tuttavia, nelle passività a breve sono presenti i ratei e i risconti passivi per € 11.147.655.
Il totale delle passività correnti del Club, con esclusione dei ratei e risconti passivi, raggiunge la cifra di 44,7 milioni di Euro, comunque superiore al totale delle attività correnti.

Dagli indici esposti appare evidente la necessità del supporto finanziario dell’azionista di maggioranza.

L’Indicatore di Liquidità della FIGC.
Tale indicatore, che è finalizzato a misurare il grado di equilibrio finanziario di breve termine, ossia la capacità della società di far fronte agli impegni finanziari con scadenza entro i 12 mesi, coincide sostanzialmente con l’indice di solvibilità corrente.
Detto indicatore di Liquidità tra le Attività Correnti considera le disponibilità liquide e i crediti esigibili entro dodici mesi ed esclude i Crediti tributari per imposte anticipate; mentre tra le Passività Correnti considera i debiti con scadenza entro i dodici mesi ed esclude i Debiti verso soci postergati ed infruttiferi. Per tale indicatore il risultato sarebbe pari a 0,59, ed è conforme a quanto richiesto, perché superiore alla soglia minima del 2015/16 stabilita dalla FIGC per la serie A che è di 0,4.

Il Patrimonio Netto.

Il patrimonio netto risulta positivo per € 7.749.132, nel 2014 era positivo per € 2.156.008. La variazione di € 5,6 milioni è dovuta a Versamenti in conto futuro aumento di capitale per € 7.500.000 e alla perdita di esercizio.
I mezzi propri finanziano solo l’ 8,7% (2,5% nel 2014) delle attività e il 20,4% dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori (6,1% nel 2014). Per la restante parte si fa ricorso al capitale di terzi.

L’indebitamento finanziario.



La posizione finanziaria netta risulta negativa per € 27,7 milioni (- € 35 milioni nel 2014), ma è inferiore al fatturato netto. L’EBITDA del bilancio 2015 è positivo per € 18.706.127 (€ 10.660.197 nel 2014). Il rapporto NET DEBT / EBITDA, che esprime la misura temporale in anni del tempo occorrente per restituire il debito finanziario è pari a 1,48 (3,29 nel 2014).
I debiti verso le banche aumentano di € 2.882.229, da € 12.055.688 a € 14.937.917, di cui € 1.229.794 (€ 5,1 milioni nel 2014) con scadenza entro l’esercizio successivo.
I debiti verso banche si riferiscono esclusivamente alle quote da rimborsare agli istituti finanziari a fronte della stipula di mutui e finanziamenti. L’esposizione maggiore riguarda il Credito Sportivo per € 12.075.828, di cui € 8.458.014 con scadenza oltre i 5 anni. I debito per Mutuo Chirografario BPS del 2015 ammonta a € 2.862.089. La variazione in aumento è dipesa anche dal fatto che in data 3 dicembre 2015 la società ha stipulato un contratto di finanziamento pari a € 4,4 milioni a seguito dell'investimento presso lo Stadio di Bergamo per € 5,6 milioni.

I debiti verso altri finanziatori risultano pari a € 20.062.248 (€ 24.342.841 nel 2014) e riguardano anticipazioni di Factoring dei diritti TV della stagione sportiva 2015/2016 per € 16.499.748, del saldo campagna trasferimenti della stagione sportiva 2015/2016 per € 416.500, e di un contratto di sponsorizzazione per € 3.146.000.

I crediti da calciomercato ammontano a € 966 mila; di cui € 893.028 (€ 10.103.070 nel 2014) verso le società calcistiche di Lega ed € 73.014 verso società calcistiche estere.
I debiti da calciomercato ammontano a € 2,55 milioni di cui € 1.468.593 per debiti verso cosietà calcistiche estere.
Il saldo tra debiti e crediti da calciomercato pertanto risulta negativo per € 1,5 milioni e l’indebitamento finanziario valutato ai fini del Fair Play Finanziario, resta al di sotto del fatturato netto.

L’ Indicatore di Indebitamento della FIGC.

Indicatore di Indebitamento è finalizzato a misurare il grado complessivo di Indebitamento della società in rapporto al Valore della Produzione medio degli ultimi tre esercizi. Secondo la FIGC, detto indicatore di Indebitamento rappresenta il raccordo tra la componente finanziaria dei Debiti e quella economica del Valore della Produzione e segnala in modo sintetico la sostenibilità dell’indebitamento.
I debiti iscritti in bilancio al 31.12.2015 ammontano a € 63,1 milioni, mentre il valore della produzione medio degli ultimi tre anni è pari a € 66,28 milioni.
Pertanto il rapporto tra debiti e valore della produzione medio degli ultimi tre esercizi è pari a 0,95, comunque inferiore alla soglia massima consentita del 2015/16 stabilita dalla FIGC per la Serie A che è di 2. Tale soglia è destinata a ridursi nel 2017/18 a 1,5.

Gli Altri debiti.

I debiti tributari sono pari a € 3.558.919 (€ 3.703.227 nel 2014) e finanziano il 4% delle attività. Tali debiti comprendono debiti verso l’Erario per ritenute effettuate che ammontano a € 3.234.622 (€ 2.998.952 nel 2014).

Gli altri debiti ammontano a € 13.758.185 (€ 13.332.388 nel 2014) e finanziano il 15,48% dell’attivo. Tali debiti comprendono i debiti verso il personale per € 6.460.348 (€6.244.146 nel 2014). Il rapporto tra debiti e costo del personale è del 16,3% ed è fisiologico.
I debiti verso gli agenti dei calciatori ammontano a € 4.006.164 (€ 4.651.334 nel 2014) pari a circa il 10,5% del valore globale della Rosa.

Il totale dei Fondi rischi e oneri aumenta da € 4.589.574 a € 6.713.349. Il Fondo per imposte anche differite aumenta da € 4.299.096 a € 6.112.084, poiché durante l’esercizio 2015 sono stati accantonati fondi per € 3.618.594 e sono stati utilizzati fondi per € 1.805.606. Gli altri fondi rischi e oneri, risultano pari a € 601.265 (€290.478 nel 2014), di cui, € 361.770 si riferiscono alle passività potenziali inerenti la definizione di un accertamento promosso dall'Agenzia delle Entrate di Bergamo.

Il Valore della Rosa dei calciatori.

Il valore contabile netto dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori ammonta a € 38.007.793 (€ 35.147.793 nel 2014) e rappresentano il 42,8% dell’attivo.
La variazione in aumento è stata di € 2.860.000.

Le Infrastrutture sportive.

Da sottolineare la presenza tra le immobilizzazioni materiali del Centro Sportivo Bortolotti.
La voce terreni e fabbricati espone un valore contabile residuo di € 6.800.190 (€7.052.829 nel 2014), con un costo storico di € 10.249.340.

La società ha in essere un contratti di leasing avente ad oggetto la costruzione della Palestra all'interno del Centro Sportivo Bortolotti per un controvalore di € 1.436.706 per un impegno per canoni a scadere dalla data del 31 dicembre 2015 di € 775.282.

Il Rendiconto Finanziario

Dal Rendiconto Finanziario si evince che la variazione delle disponibilità liquide è stata positiva per € 5.878.185 e che essa è dipesa soprattutto dal Flusso finanziario dell'attività di finanziamento che è stato positivo per €  6.101.636. Inoltre, il Flusso finanziario dell'attività di investimento è stato positivo per € 423.337, con Investimenti in immobilizzazioni immateriali per € 27.172.622 e Prezzo di realizzo disinvestimenti in immobilizzazioni immateriali per € 25.712.051. Il flusso di cassa generato dalla gestione reddituale è stato negativo per € 646.788.

La Gestione Economica.

Il valore della produzione, grazie soprattutto alle plusvalenze, è aumentato del 21,5% da € 61,2 milioni a € 74,3 milioni.
I costi della produzione sono aumentati del 16,4% da € 63,5 milioni a € 73,9 milioni.
La differenza tra valore della produzione e costi della produzione è positiva per € 450 mila, mentre nel 2014 era negativa per € 2,3 milioni.



I ricavi.
Il fatturato al netto delle plusvalenze e di altri proventi riguardanti il Player Trading e dello storno dei costi del vivaio, risulta aumentato da € 41,83 milioni a € 46,1 milioni.
I proventi televisivi “stimati” conseguiti nell'esercizio 2015 ammontano a circa € 29.203.227, contro € 26.806.276 conseguiti nel 2014.
I diritti non audiovisivi “stimati” risultano pari a € 2.576.146 (€1.774.083 nel 2014).
I ricavi da gare sono pari a € 3,43 milioni (€ 3,25 milioni nel 2014). In particolare gli abbonamenti aumentano a € 2.396.983 da € 1.932.821 e i ricavi da gare di campionato diminuiscono da € 990.886 a € 783.372.
I ricavi da sponsorizzazioni ammontano a € 8.944.955 (€ 7.019.702 nel 2014). Tali ricavi includono i ricavi di tutte le iniziative poste in essere (sponsorizzazione prima squadra, settore giovanile, football camp, e altro). Da notare che risultano finanziariamente anticipato con factoring un contratto di sponsorizzazione per € 3.146.000 e nei risconti passivi figurano risconti passivi per Contratti sponsorizzazione e pubblicità per € 884.338.
Inoltre, tra le garanzie rilasciate dalla controllante indiretta Odissea S.r.l. a favore di istituti di credito figura un importo costituito come contro-garanzia del fido di cassa concesso da Factorit alla Società fino a concorrenza di € 4.000.000 sull'anticipazione di un contratto di sponsorizzazione delle Stagioni Sportive 2015-2016 e 2016-2017.
Occorre ricordare che tra gli Sponsor figura anche SuisseGas, che recentemente pare abbia avuto dei problemi.

Il grafico seguente mostra la “teledipendenza” del fatturato netto dell’Atalanta.



La capitalizzazione dei costi del vivaio, che rappresenta uno storno di costi, è stata effettuata per € 2.877.940 (€ 2.596.671 nel 2014).

Il Player Trading.



L’attività legata alla gestione calciatori, durante il 2015, considerando anche i relativi ammortamenti, ha generato un risultato positivo di circa € 12,1 milioni (€ 6,9 milioni nel 2014). Praticamente dall’esercizio 2012, l’Atalanta riesce ad evidenziare una gestione del Player Trading con risultati positivi, tali da coprire il costo degli ammortamenti dei calciatori.
Le plusvalenze da cessione diritti pluriennali calciatori ammontano a € 23.270.300 (€ 14.217.721 nel 2014) e riguardano: Benalouane Yohan (Leicester) per € 5.920.000; Baselli Daniele (Torino S.p.A.) per € 4.865.300; Kone Moussa (Cesena S.p.A.) per € 3.491.464; Varano Federico (Cesena S.p.A.) per € 2.499.999; Zappacosta Davide (Torino S.p.A.) per € 2.154.360; Siani Giorgio (Juventus S.p.A.) per € 1.599.999;  Barba Gianluca (Delfino Pescara 1936 S.r.l.) per € 1.499.999; Savi Davide (Chievo Verona S.r.l.) per € 1.199.999; Olausson Joakim (BK Hacken) per € 20.728 e Scozzarella Matteo (Trapani S.p.A.) per € 18.451.

I proventi da cessione temporanea calciatori ammontano a € 776.083 (€ 1.098.015 nel 2014).
La minusvalenza da cessione dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori riguarda Capelli Daniele.
I costi per trasferimenti temporanei di calciatori ammontano a € 1.288.750 e sono relativi principalmente a Cherubin (Bologna) per € 300.000; Pinilla Genoa per € 250.000; Kurtic (Sassuolo) per € 250.000 ed Estigarribia (Maldonado) per €  87.500.
I proventi da compartecipazione ex art. 102 bis Noif, inclusi tra i proventi finanziari, ammontano a € 1.420.000 (€ 2.885.000 nel 2014) e riguardano: Ceriaper  € 300.000, De Luca per € 120.000, Emmuanuello per € 700.000 e Boakye per € 300.000.
Gli oneri da compartecipazione sono pari a € 1.319.500 (€ 801.750 nel 2014) e riguardano: Barlocco per € 300.000, Cais per € 740.000, Madonna per € 250.000 e Tantardini € 29.500.
Gli ammortamenti della rosa calciatori ammontano a € 11.989.658 (€ 8,9 milioni nel 2014).

I costi.

I costi del personale aumentano del 6,4%, da € 37,3 milioni a € 39,7 milioni e incidono per l’ 86,1% sul fatturato netto e rappresentano 53,7% dei costi della produzione.
Nello specifico il costo dei tesserati risulta aumentato da € 33.787.615a € 35.813.856.

L’ Indicatore di Costo del Lavoro Allargato.
L’ Indicatore di Costo del Lavoro Allargato è calcolato attraverso il rapporto tra il Costo del Lavoro Allargato ed i Ricavi ed è finalizzato a misurare il peso economico del costo del lavoro.
Il Costo del Lavoro Allargato include i costi per il personale, comprensivi degli ammortamenti dei diritti alle prestazioni dei calciatori; i Ricavi, considerati ai fini del denominatore del rapporto, comprendono i Ricavi delle vendite e delle prestazioni, i Proventi da sponsorizzazioni, i Proventi pubblicitari, i Proventi commerciali e royalties, i Proventi da cessione diritti televisivi, i Proventi vari e le Plusvalenze da cessione dei diritti alle prestazioni dei calciatori al netto delle relative Minusvalenze.
Per il Costo del Lavoro Allargato si considera il valore risultante dall’ultimo bilancio d’esercizio approvato, mentre i Ricavi sono dati dai loro valori medi degli ultimi tre bilanci d’esercizio approvati.
Nel caso in questione, se si considerasse tutto il costo del personale, il valore è di 0,82 tale valore risulta al di sotto del limite richiesto dalla FIGC per la Serie A per la stagione sportiva 2015/16, e per il 2016/17, che è di 0,85 e anche per il 2017/18, la cui soglia è di 0,8.

Il rapporto tra costo del personale e fatturato netto risulta elevato, da qui la necessità di ricorrere al “Player Trading” come fonte alternativa di ricavo.
Gli ammortamenti e le svalutazioni pari a € 18,25 milioni (€ 12,9 milioni nel 2014) rappresentano il 24,7% dei costi della produzione.

I costi per servizi ammontano a € 11.374.340 (€ 8.551.791 nel 2014) e comprendono € 509.687 (€ 282.567  nel 2014) per costi specifici tecnici, che riguardano i costi delle squadre sovvenzionate e i costi per osservazione prove calciatori. I compensi a terzi ammontano a € 2.552.389 (€ 2.385.073 nel 2014) e riguardano per lo più i compensi agli agenti dei calciatori ai consulenti legali e ai consulenti esterni. I Costi per attività sportiva aumentano da € 2.521.732 a € 3.143.865.
I compensi agli amministratori attribuiti nel 2015 risultano pari complessivamente a € 80.000.

I costi di locazione degli impianti sportivi, pari ad € 289.707 riguardano prevalentemente lo Stadio Comunale di Bergamo.

Il punto di pareggio.

Il risultato prima delle imposte è negativo per € 1.520.658, nel 2014 era negativo per € 2.073.543. Nel 2013 il risultato prima delle imposte era positivo per € 1,4 milioni. Il risultato aggregato degli ultimi tre bilanci è negativo per circa 2,15 milioni di Euro. Si può affermare che la gestione economica, dal punto di vista del Fair Play Finanziario è in sostanziale pareggio.

Conclusioni.

La gestione economica sostanzialmente equilibrata dell’Atalanta, è caratterizzata dalla forte incidenza dei proventi televisivi e dalla gestione positiva del Player Trading.
La prima componente pone come obiettivo principale della gestione sportiva quello della permanenza in Serie A. La seconda componente costringe alla vendita dei giovani talenti.

Anche per il 2016 l’obiettivo dell’Atalanta resta il raggiungimento di un sostanziale equilibrio economico. Gli Amministratori hanno scritto che il raggiungimento di tale obiettivo dipenderà dalla campagna trasferimenti, oltre che dai ricavi attesi in seguito ai risultati sportivi.

Nella campagna trasferimenti del mese di gennaio 2016, l’Atalanta ha già realizzato plusvalenze per complessivi € 10.371.433.

mercoledì 13 luglio 2016

L’Investimento “Americano” nella Roma.



Luca Marotta


Di seguito si tenterà di ricostruire le vicende dell’investimento “Americano” nella Roma in base ai documenti ufficiali di pubblico dominio.

La proprietà della Roma.

Dal verbale di Assemblea ordinaria del 26.10.2015 risulta che NEEP ROMA HOLDING SPA, società controllata dalla società AS Roma SPV LLC con sede nel Delaware (USA), è proprietaria del 79,044% delle azioni di AS Roma SpA e AS Roma SPV LLC ne possiede direttamente il 2,944%. Pertanto, il soggetto posto al vertice della catena partecipativa è A S ROMA SPV LLC (società gestita da un Investor Committee formato da 5 componenti e amministrata dalla AS ROMA SPV GP LLC in qualità di managing member). Il Comunicato stampa del 09.04.2014 di AS Roma SPV LLC per l’ingresso della società immobiliare Starwood Capital Group rese noto che l’ Investor Committee di AS Roma SPV, LLC, che è l’organo responsabile della gestione operativa di AS Roma SPV, LLC, doveva essere ampliato da quattro (4) a cinque (5) componenti, e ai membri dell’ Investor Committee, James J. Pallotta, Richard D’Amore, Thomas DiBenedetto e Michael Ruane, si sarebbe aggiunto nell’ Investor Committee un rappresentante di ASR SOF-IX Investment L.L.C. del Gruppo Starwood. Nel comunicato era scritto chiaramente che “In ogni caso,  il Dott. Pallotta continuava a mantenere stabilmente il controllo operativo di A.S. Roma S.p.A.”.
In base, al verbale di approvazione del bilancio del 2015 di NEEP ROMA HOLDING SPA, risulta che gli azionisti di NEEP ROMA HOLDING SPA sono A S ROMA SPV LLC per il 91% e RAPTOR HOLDCO LLC per il 9%.

Nel Prospetto informativo dell’aumento di capitale del 2014 di AS Roma SpA era scritto che RAPTOR HOLDCO LLC è una Società di diritto statunitense con sede legale in 615 South DuPont Highway, Dover, Delaware 19901 (U.S.A.), c/o National Corporate Research e sede principale in 280 Congress Street, 12th Fl, Boston, MA 02110 (U.S.A.), c/o AS ROMA SPV GP LLC, il cui soggetto controllante e legale rappresentante è il Sig. James Joseph Pallotta, detentrice del 9% del capitale sociale di NEEP.
Da notare che anche AS ROMA SPV LLC risultava avere la sede principale presso AS ROMA SPV GP LLC.

L’importo dell’investimento.

Bisogna premettere che il punto di vista del tifoso è diverso da quello dell’imprenditore, che considera nel costo dell’investimento anche la cifra che versa per l’acquisto dell’azienda.
Dai documenti pubblici a disposizione, si può determinare la cifra che ha “investito” la società che controlla AS Roma SpA., ossia “Neep Roma Holding S.p.A.”.
Facendo un calcolo, in base ai dati fino al 31.12.2015, risulta che tra acquisto della società e successivo aumento di capitale, “Neep Roma Holding S.p.A.” ha investito circa 180 milioni di Euro. Inoltre, nella semestrale al 31.12.2015 risulta un prestito finanziario di 7 milioni di Euro.



Dell’importo investito, circa 80 milioni sono serviti per acquistare la società e 100 milioni per l’Aumento di Capitale del 2014, precisamente 79,5 milioni sono stati utilizzati per la sottoscrizione di nuove azioni mediante la conversione di versamenti in conto futuro aumento di capitale e 20,5 milioni sono rimasti a titolo di versamento in conto futuro capitale, almeno da quanto risulta al 31.12.2015. L’aumento di capitale era necessario anche perché l’AS Roma evidenziava una situazione di deficit patrimoniale, ossia di patrimonio netto negativo, in altri termini una situazione in cui le passività del consolidato superavano le attività del consolidato. La causa di tale deficit patrimoniale è da ricerca nella gestione economica, che ha eroso il patrimonio netto. In effetti a causa della gestione economica squilibrata l’AS Roma ha dovuto stipulare un atto di transazione con l’UEFA per la violazione del Break-Even stabilito dal Regolamento del Fair Play Finanziario.

Il motivo per cui riesce più facile determinare la cifra che ha “investito” “Neep Roma Holding S.p.A.” e non quella che ha investito la persona fisica Pallotta è che in un comunicato stampa del 09.04.2014 di AS ROMA SPV LLC  azionista di maggioranza di NEEP Roma Holding S.p.A. è stato reso noto che James J. Pallotta fa parte dell’organo responsabile della gestione operativa di AS Roma SPV, LLC, insieme ad altri quattro tra cui Richard D’Amore, Thomas DiBenedetto e Michael Ruane, e da un rappresentante di ASR SOF-IX Investment L.L.C. (società di Starwood Capital Group).

Altra considerazione da aggiungere è che AS ROMA SPV LLC alla data dell’assemblea del 26.10.2015 possedeva n. 11.707.728 azioni pari al 2,944% del Capitale Sociale di AS Roma che si potrebbero stimare in circa 4 milioni di Euro se fossero valutate a 0,377, come l’aumento di capitale. Tuttavia tale percentuale risulta variata nel corso del tempo.

Altro elemento da aggiungere è nella semestrale al 31.12.2015 esiste un debito di 7 milioni di euro, verso la controllante Neep Roma Holding S.p.A., per Versamenti a titolo di finanziamento da questa effettuati nell’esercizio 2013/2014.

L’ottica del tifoso, a differenza dell’ottica dell’imprenditore, propende a considerare solo i 100 milioni di Euro come “cifra effettivamente messa” nella Roma, che tra l’altro sono serviti a coprire parzialmente squilibri dovuti alla gestione economica.
Si consideri che, nonostante l’aumento di capitale del 2014, il Patrimonio Netto Consolidato del Gruppo AS Roma al 31 dicembre 2015, al lordo della quota di terzi, è negativo per 105,76 milioni di Euro e al 30 giugno 2015 era negativo per 102,27 milioni.
Sempre dall’ottica del tifoso bisogna chiedersi se i soldi messi siano stati sufficienti o meno. A tal proposito in tema di continuità aziendale nel bilancio 2015 è scritto: “A.S. Roma S.p.A. ha fatto fronte ai propri fabbisogni …, attraverso i flussi finanziari generati dall’attività ordinaria, l’indebitamento finanziario, e facendo affidamento sul valore dei propri asset aziendali, con la cessione di alcuni diritti pluriennali alle prestazioni sportive di alcuni calciatori.”
Tale profilo gestionale corrisponde a quello di una società che si basa sul Player Trading. Che è un profilo gestionale ben diverso da quello degli sceicchi del Manchester City e Pari Saint Germain.

I finanziatori.

Se si parla di NEEP Roma Holding e della sua fase iniziale si può constatare che l’atto costitutivo vedeva come soci fondatori la DiBenedetto AS Roma LLC (poi divenuta AS ROMA SPV LLC) al 60% e UNICREDIT al 40%.
Invero, dal bilancio 2012 di NEEP Roma Holding S.p.A., che è il primo bilancio della società, risultava un finanziamento soci per 130 milioni di Euro. Tuttavia, di questo finanziamento soci, circa 80,6 milioni di Euro sono serviti per l'acquisto della Roma. Di questi 80,6 milioni di Euro, il 60% sono "Americani" e il 40% di Unicredit. Precisamente l'importo del prestito di Unicredit era di Euro 32.237.634. Successivamente risulta un prestito dei soci americani per 50 milioni, utilizzato da NEEP per fare il versamento in conto futuro aumento di capitale, precisamente il 20/10/2011 per 20 milioni e nel periodo aprile-giugno 2012 per 30 milioni.

Dal bilancio 2015 di NEEP Roma Holding S.p.A risulta solo un finanziamento di 20,9 milioni erogato in varie tranche dal 30/08/2013 al 26/06/2014 dal socio controllante AS ROMA SPV LLC. Invero, nel bilancio 2015 di NEEP Roma Holding S.p.A si può constatare che i mezzi propri, pari a € 160,23 milioni di Euro finanziano l’83,5% dell’attivo.

In un comunicato del 01.08.2013 fu reso noto che Unicredit SpA con un contratto di compravendita aveva trasferito alla Raptor Holdco LLC il 9% del capitale di NEEP Roma Holding S.p.A. Inoltre era previsto l’accollo  da parte di una società correlata ASR TD SPV LLC del prestito Term Loan e Vendor Loan fatto all’AS Roma, ossia i presti elargiti da Unicredit e Roma 2000 ad AS Roma SpA.
Nel bilancio 2015 di AS Roma SpA si legge: “Nell’ambito dell’operazione di rifinanziamento completata il 12 febbraio 2015, i finanziamenti Term Loan e Vendor Loan sono stati integralmente rimborsati da A.S. Roma SpA a ASR TD SPV LLC”

Con un Comunicato stampa dell’11.08.2014 di AS Roma SPV LLC fu resa nota la cessione della partecipazione Unicredit del 31% rimanente di NEEP ad AS Roma SPV, LLC per un corrispettivo pari ad € 33 milioni, versato per intero al momento della sottoscrizione dell’accordo.

Nella sostanza gli “Americani” hanno liquidato il “socio” UNICREDIT.

Nel bilancio di NEEP Roma Holding S.p.A e di AS Roma SpA è pubblicato lo stato patrimoniale del socio AS Roma SPV LLC che evidenzia come nel bilancio 2014 il totale dell’attivo, pari a 195 milioni di dollari USA, sia finanziato per l’81,1% con capitale di rischio, ossia con mezzi propri dei soci.

L’Investimento Stadio.

La pubblicazione del Prospetto Informativo depositato presso la CONSOB in data 26 giugno 2014, relativo all’aumento di capitale di AS Roma, permette di fare luce sull’aspetto legato alla proprietà del Nuovo Stadio della AS Roma.
Nel paragrafo 6.1.2.7 del Prospetto Informativo, intitolato “ Il progetto “Stadio della Roma” ” è scritto che il nuovo stadio verrà costruito da soggetti privati e rappresenterà la sede per le partite casalinghe disputate della Prima Squadra.
Inoltre, è affermato che il Nuovo Stadio “sarà totalmente finanziato e gestito da soggetti privati”. Per quanto riguarda la gestione vi è l’eccezione delle partite casalinghe disputate della Prima Squadra di calcio. Lo “Stadio della Roma” sarà autonomo ed indipendente rispetto alla Società e la realizzazione del progetto non vedrà il coinvolgimento economico finanziario da parte della Società.
L’ingresso nel capitale di AS Roma SPV LLC da parte della società immobiliare Starwood Capital Group, è da ricollegare alla vicenda stadio.

Conclusioni.


Lo stadio, se ben progettato, costruito e gestito, potrebbe giustificare appieno il motivo dell’investimento effettuato anche nell’acquisto dell’AS Roma SpA da parte degli Americani. La mancata realizzazione dello stesso, di fatto costringerebbe a rivedere le motivazioni che erano alla base dell'investimento.

La qualità del credito di alcune banche italiane.



Luca Marotta


Nei bilanci delle banche italiane è possibile reperire i dati sulla qualità del credito. Senza voler assurgere ad un livello di lavoro scientifico, nel presente articolo sono messi a confronto alcuni dati di alcune banche italiane scelte a caso e per limitati aspetti, tratti dai rispettivi bilanci al 31.12.2015.

Ai fini di pervenire ad una classificazione omogenea a livello europeo per la vigilanza sulle banche, il 9 gennaio 2015 la Commissione Europea ha approvato il Regolamento di esecuzione 2015/227. Tale Regolamento, che è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea il 20 febbraio 2015, ha recepito l’Implementing Technical Standard (ITS) dell’EBA, che contiene le definizioni di esposizioni deteriorate (“Non Performing exposure”) e di esposizioni oggetto di misure di tolleranza (cosiddette “Forborne Exposure”).
Le nuove disposizioni dell’Unione Europea sui nuovi criteri per la classificazione della qualità del credito sono state recepite dalla Banca d’Italia.
Le “Esposizioni deteriorate” sono costituite da tre categorie: “sofferenze”, “inadempienze probabili”, “esposizioni scadute e/o sconfinamenti deteriorate”.
Le sofferenze riguardano l’esposizione verso soggetti in stato di insolvenza (anche non accertato giudizialmente) o in situazioni sostanzialmente equiparabili.
Le Inadempienze probabili dipendono dal giudizio dell’intermediario circa l’improbabilità che, senza il ricorso ad azioni quali l’escussione delle garanzie, il debitore adempia integralmente (in linea capitale e/o interessi) alle sue obbligazioni creditizie. Tale valutazione va operata indipendentemente dalla presenza di eventuali importi, o rate, scaduti e non pagati. Non è, pertanto, necessario attendere il sintomo esplicito di anomalia, ossia il mancato rimborso.
Le “Esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate” includono le esposizioni per cassa, diverse da quelle classificate tra le sofferenze o le inadempienze probabili, che, alla data di riferimento della segnalazione, sono scadute o sconfinanti.

La tabella seguente mostra il volume netto dei crediti deteriorati di alcune banche italiane al 31.12.2015, distinto tra: sofferenze; inadempienze probabili ed esposizioni scadute e/o sconfinanti deteriorate.



Il totale del campione mostra un volume netto di crediti deteriorati pari a circa 152 miliardi di Euro al 31.12.2015.
Ovviamente, la classifica in valore assoluto dipende anche dalla dimensione della banca. Ma, non si può non notare l’entità dei crediti deteriorati netti del Gruppo Monte Paschi di Siena, che è di circa 24 miliardi di Euro, a cui pare, secondo notizie di stampa, sia stato chiesto di ridurne l’entità.
Da notare che il volume totale netto per inadempienze probabili,del campione di banche preso in esame, pari a circa 76,4 miliardi di Euro, sia superiore alle sofferenze pari a 68,6 miliardi di Euro.

La tabella seguente mostra l’esposizione creditizia verso la clientela di alcune banche italiane al 31.12.2015, con l’evidenziazione dei crediti in bonis e dell’esposizione lorda e delle rettifiche operate sui crediti deteriorati.



Quando un credito diventa deteriorato, la banca deve effettuare una rettifica di valore in bilancio. A seconda di quante siano le probabilità di recupero di quel credito, a seconda delle garanzie esistenti e a seconda del tempo passato dal pagamento dell'ultima rata, la banca deve effettuare maggiori o minori rettifiche. Così nasce il cosiddetto tasso di copertura: si tratta del rapporto tra le rettifiche di valore e il valore lordo del credito deteriorato. Ad esempio, una banca che ha 100 milioni di crediti deteriorati e li svaluta di 60 milioni esponendo a bilancio un valore di 40 milioni, significa che ha un tasso di copertura del 60%. Un tasso di copertura elevato indica un atteggiamento prudente della banca: perché riduce la propria esposizione, incassando subito le perdite, su quel credito. Ridurre il tasso di copertura significa invece aumentare i rischi potenziali.

La tabella seguente mostra il tasso di copertura dei crediti deteriorati verso la clientela di alcune banche italiane al 31.12.2015, calcolato sull’importo lordo dell’esposizione.
Inoltre, la tabella mostra come i crediti netti verso la clientela incidano sul totale dell’attivo, ossia i mezzi che la banca ha a disposizione per far fronte alle passività, e come incidano i crediti deteriorati netti sul totale dell’attivo e sui crediti verso la clientela.



Alcuni dati patrimoniali e reddituali.

La tabella seguente mostra alcuni dati patrimoniali e reddituali di alcune banche italiane al 31.12.2015. La stessa tabella mostra anche come il patrimonio netto totale incida sul totale dell’attivo, ossia come i mezzi propri finanzino i mezzi che la banca ha a disposizione per far fronte alle passività.



Da tale tabella emerge la situazione reddituale insoddisfacente del Gruppo Banca Popolare di Vicenza e Gruppo Veneto Banca, le cui vicende assembleari sono state alla ribalta della cronaca recente. Invero, anche il Gruppo Monte Paschi di Siena mostra una situazione economica in perdita per 388 milioni di Euro.
Nel complesso il campione in esame, nonostante i casi sopra evidenziati mostra un risultato positivo di 2,9 miliardi di Euro.
Il Gruppo Cariparma mostra il miglior rapporto del campione in esame tra patrimonio netto totale e attivo, pari al 10%; mentre il Gruppo Monte Paschi di Siena evidenzia il rapporto più basso tra patrimonio netto totale e attivo, pari al 5,69%.

Conclusioni.

Anche se non trattasi di un lavoro scientifico, sono comunque evidenti, al 31.12.2015, delle situazioni particolari, come quella del Gruppo Monte Paschi di Siena, Gruppo Veneto Banca e Gruppo Popolare di Vicenza oggetto della recente cronaca finanziaria.


giovedì 7 luglio 2016

La Valutazione dell’Inter.



Luca Marotta


Con un comunicato apparso il 28 giugno 2016 sul sito di FC Internazionale Milano SpA, è stato annunciato che l'Assemblea dei Soci di F.C. Internazionale Milano S.p.A., presieduta da Erick Thohir, ha approvato l'emissione di 3.263.021.485 nuove azioni ordinarie a favore di Suning Holdings Group. Inoltre, nel comunicato è scritto che in base ad un accordo di investimento, attraverso l'acquisto di azioni ordinarie, Suning Holdings Group acquisirà una partecipazione di maggioranza di F.C. Internazionale Milano S.p.A. (68,55%). A seguito di ciò, International Sports Capital (Erick Thohir) diviene azionista di minoranza del Club (31.05%), mentre Internazionale Holding (Massimo Moratti), cessa di essere azionista. Invece, gli storici piccoli azionisti conservano una minoranza dello 0,40%.

Di fatto, l’Assemblea Straordinaria di F.C. Internazionale Milano SpA del 28 giugno 2016, ha sancito l’ingresso del nuovo socio cinese “Suning Holdings Group Co.”, tramite la società “Great Horizon S. à r.l.”  mediante la sottoscrizione di un aumento di capitale, che ha comportato l’emissione di n. 3.263.021.485 nuove azioni ordinarie, che hanno determinato un aumento nominale del capitale sociale di Euro 4.195.313,34 e un sovrapprezzo di Euro 137.804.686,66, per un totale aumento di capitale Euro 142.000.000.
L’Assemblea Straordinaria è stata preceduta da determinati atti propedeutici come l’accordo di investimento e la Relazione del Consiglio di Amministrazione richiesta dall’articolo 2441 del Codice Civile.

In data 13 giugno 2016, il Consiglio di Amministrazione di F.C. Internazionale Milano SpA ha redatto la Relazione prevista dal comma 6 dell’articolo 2441 del Codice Civile. Tale articolo stabilisce che le proposte di aumento di capitale sociale con esclusione o limitazione del diritto di opzione, come nel caso dell’ultimo aumento di capitale di F.C. Internazionale Milano SpA devono essere illustrate dagli Amministratori con apposita relazione, da cui devono risultare le ragioni dell'esclusione o della limitazione del diritto di opzione, e in ogni caso i criteri adottati per la determinazione del prezzo di emissione.

In effetti, nella Relazione è dedicato ampio spazio ai criteri adottati per la valutazione della società. Innanzitutto, è evidenziata la peculiarità delle società di calcio professionistico, rispetto ad altre aziende, ai fini della determinazione del prezzo di emissione delle azioni. Inoltre, è fatto riferimento ad alcune ricerche condotte sulle operazioni sul capitale e sulle offerte azionarie al pubblico finalizzate all'ammissione a quotazione in borsa (IPO) che hanno riguardato le società di calcio professionistico europee, che dimostrano tre aspetti rilevanti:
1. la maggior parte delle società di calcio professionistico esaminate evidenziano livelli di redditività molto bassi e, in numerosi casi, livelli di redditività negativi;
2. i prezzi negoziati fanno emergere del surplus rispetto ai relativi valori contabili del patrimonio delle società;
3. la grandezza economica che mostra la maggiore correlazione statistica con i prezzi negoziati è costituita dal “turnover” (fatturato).
Il surplus di cui al punto 2 è riconducibile ai valori di avviamento riconosciuti dagli acquirenti. Infatti, il mercato riconosce dei valori economici significativamente maggiori rispetto ai valori contabili, indipendentemente dai plusvalori imputabili a singole categorie di cespiti e pur in presenza di gravi carenze dei flussi reddituali prodotti dalle società o di negatività degli stessi.

Nella relazione si fa la distinzione tra criteri valutativi del tipo "razionale" e criteri valutativi "parametrici". Gli Amministratori dell’Inter hanno ritenuto che i criteri valutativi del tipo "razionale", basati sui flussi reddituali o finanziari, non fossero idonei allo scopo. Inoltre, è frequente il caso di valori negoziati che mostrano dei surplus anche in presenza di dati di bilancio negativi, e nella ricerca dei parametri valutativi più congrui e significativi da assumere nell'applicazione dei criteri razionali (determinazione dei flussi di utilità economiche previsionali, siano reddituali che finanziari, determinazione del tempo di stima, determinazione dei tassi di capitalizzazione o di attualizzazione, ecc.) è molto probabile ricadere nella soggettività valutativa.

Gli stessi Amministratori basandosi sul fatto che sono reperibili sul mercato informazioni e dati relativi alla compravendita di società di calcio professionistico, hanno ritenuto di orientarsi verso l'applicazione di criteri valutativi "parametrici", fondati su moltiplicatori ricavati dalle transazioni avvenute sul mercato dei capitali in relazione a società comparabili.
Essi hanno messo a punto un procedimento in grado di proiettare le indicazioni valutative contenute nei dati di mercato relativi alla compravendita di società di calcio sulla fattispecie del caso Inter.

Hanno riscontrato una correlazione molto forte esistente tra i livelli di “turnover” (fatturato) delle società di calcio professionistico ed i relativi valori economici impliciti nei prezzi negoziati; pertanto, il dato di turnover è stato assunto come principale "driver di valore".

In particolare, gli Amministratori dell’Inter si sono basati sull’analisi dei dati riguardanti investimenti significativi in sette club calcistici d'Europa di prima fascia.
I criteri seguiti per ciascuna operazione di transazione osservata sono stati i seguenti:
1. determinazione del valore "equity side": il prezzo negoziato è stato rapportato alle quote di capitale oggetto della compravendita, in tal modo si è ricavato il corrispondente valore dell'intero capitale netto di ciascuna società;
2. determinazione del valore "asset side”: il valore equity è stato sommato all'ammontare dei debiti complessivi facenti capo a ciascuna società, al netto delle disponibilità liquide. Secondo gli Amministratori dell’Inter in tal modo si ottiene il valore "asset side", che è generalmente denominato "enterprise value". I valori ottenuti tengono conto sia del valore del capitale netto, che della struttura di indebitamento di ciascuna società;
3. determinazione dei "moltiplicatori”: gli “enterprise value” sono stati rapportati ai corrispondenti dati di “turnover” (fatturato) delle singole società considerate, ottenendo dei parametri denominati "moltiplicatori". Nella Relazione è scritto che i "moltiplicatori" esprimono la relazione esistente, in ciascuna transazione esaminata, tra valori economici incorporati nelle singole transazioni e valori di “turnover” (fatturato).

Considerando i parametri valutativi ritenuti più significativi ai fini delle valutazioni e applicandoli ai livelli di turnover della Società, si è ottenuto prima l' “enterprise value” e successivamente, sottraendo i debiti della Società, i correlati valori del capitale economico netto (equity side).

Il parametro di sintesi ritenuto più significativo è stato individuato nel valore medio tra tutti i moltiplicatori ricavati. Il moltiplicatore sintetico "Enterprise value / Fatturato" ottenuto è risultato pari a 4.0.
Utilizzando il moltiplicatore "Enterprise value / Fatturato" è stato possibile giungere a determinare valori ritenuti significativi per apprezzare il “fair value” del capitale netto della Società.
Pertanto, gli Amministratori dell’Inter, hanno quantificato il valore del turnover e quello dei debiti della Società da utilizzare per la valutaziona.

Il Parametro del Turnover dell’Inter.
Per quanto riguarda il parametro del turnover, nella Relazione è scritto che il dato da utilizzare deve esprimere il valore atteso futuro di tale grandezza, prima dell'effettuazione dell'operazione di aumento del capitale. Pertanto, è stato considerato il valore ricavato dal bilancio consolidato dell’Inter per l'anno 2014-2015. Il dato utilizzato è stato depurato del valore delle plusvalenze da cessione di diritti alle prestazioni sportive dei calciatori, non ripetibili in futuro con ragionevole grado di probabilità.
In base al dato della classifica Deloitte il fatturato netto dell’Inter per il 2014/2015 era di circa 164,8 milioni di Euro.

I Debiti dell’Inter.
Per quanto riguarda l'ammontare dei debiti, è stato considerato il dato contenuto nelle proiezioni del bilancio consolidato della Società al 30 giugno 2016, che ammonta a circa Euro 355 milioni.

Applicando il moltiplicatore determinato dalla ricerca effettuata, che è pari a 4.0, al dato di turnover della società milanese, si ottiene il valore espressivo dell' “enterprise value” dell’Inter, che è risultato pari a circa 684 milioni (evidentemente il fatturato considerato è leggermente superiore a quello di Football Money League della Deloitte). Sottraendo a tale dato l'importo dei debiti netti si ottiene il valore dell' “equity value”, che è risultato pari a circa Euro 328 milioni.

L'aumento di capitale proposto ai soci, pari ad Euro 142 milioni (incluso sovrapprezzo), che ha assegnato al sottoscrittore una quota del 21,86% del capitale sociale post-aumento, implica che l'equity value dell’Inter post-investimento è di Euro 650 milioni, mentre l'equity value pre-investimento era di Euro 508 milioni.
Quindi, sia l'equity value dell’Inter post-investimento che quello pre-investimento, è nettamente superiore all’ equity value ricavabile dall'applicazione del criterio valutativo descritto nella Relazione dagli Amministratori.

In conclusione, gli Amministratori hanno proposto all'assemblea dei soci di deliberare l'operazione di aumento di capitale senza diritto di opzione nei termini seguenti:
- aumento nominale del capitale sociale Euro 4.195.313,34;
- sovrapprezzo Euro 137.804.686,66.
Per un importo complessivo di Euro 142.000.000.

Conclusioni.
Molto probabilmente il passaggio logico successivo sarà la vendita dell’intero pacchetto azionario di Internazionale Holding al Gruppo Suning e di un pacchetto di azioni di International Sports Capital (Erick Thohir), pari al 23.65% del nuovo capitale sociale.
In base all’ “equity value” determinato, l’intero pacchetto azionario di Internazionale Holding avrebbe un valore di circa 149,8 milioni di Euro.
In base all’ “equity value” determinato, il pacchetto azionario di International Sports Capital, che dovrebbe essere ceduto al Gruppo Suning, avrebbe un valore di circa 153,7 milioni di Euro.

In conclusione, il Gruppo Suning avrebbe investito 142 milioni di Euro per l’ingresso in società e in linea teorica 303,5 milioni di Euro per l’acquisizione di pacchetti azionari, ovviamente se per tali pacchetti fosse stato determinato come valore di riferimento un “equity value” di 650 milioni di Euro. Da ultimo occorre considerare che occorrerà coprire anche la perdita di esercizio 2015/16.
Diverse fonti di stampa riferiscono che l'esborso complessivo per il 68,55% dell'Inter sia stato di 270 milioni di Euro.

venerdì 1 luglio 2016

Bilancio Torino 2015: terzo utile consecutivo.



Luca Marotta

Il bilancio dell’esercizio 2015 della società FC Torino Spa, si è chiuso con un utile, al netto delle imposte, pari a 9,5 milioni di Euro, che segue il risultato positivo del 2014, che era pari a 10,6 milioni di Euro e quello del 2013, che ammontava a € 1.070.775. Quindi, quello del 2015, è il terzo bilancio consecutivo chiuso con un risultato positivo.

Tale risultato, confermerebbe un giudizio sintetico che vede il Torino aver instaurato una gestione che si autofinanzia, grazie alla vendita dei calciatori, ma anche per il fatto che ha raggiunto una situazione di equilibrio economico, per quanto riguarda la gestione corrente, con il contenimento dei costi soprattutto quello del personale.
Il grafico mostra come dal 2012 il costo del personale sia ampiamente al di sotto del fatturato netto.



Tale giudizio positivo deve comunque considerare ed evidenziare il grosso peso che hanno avuto le plusvalenze, pari a € 17,8 milioni (€ 31,9 milioni nel 2014), nel determinare il risultato positivo; come anche l’aumento dei diritti TV nazionali.

Dal punto di vista sportivo l’anno solare 2015 racchiude il secondo semestre della stagione sportiva 2014/15 e il primo semestre della stagione sportiva 2015/16. La stagione sportiva 2014/15 si è conclusa con il nono posto e l’accesso ai sedicesimi di finale di Europa League. Nella stagione sportiva 2015/16 il Torino ha concluso il campionato di Serie A al dodicesimo posto.

Il Gruppo.

Nell’Assemblea degli azionisti del 26 aprile 2016, che ha approvato il bilancio, risultavano sempre due soci: la società UT Communications Spa, con una percentuale di controllo del 97,5%, portatrice di n. 861.315 azioni e la società MP Service Srl con il 2,5%, portatrice di n. 22.085 azioni. MP Service Srl risulta, a sua volta, controllata al 100% da UT Communications.
Dal bilancio emergono rapporti con parti correlate, che oltre ai due azionisti sono: Cairo Pubblicità; Cairo Communication e Cairo Editore.

La continuità aziendale.

La relazione della società di revisione BDO Italia Spa non contiene rilievi ed eccezioni, né. richiamI di informativa.

L’esercizio 2015, conferma che il Torino ha raggiunto l’obiettivo di una gestione economica che si autofinanzia, senza la necessità di ricorrere al sostegno finanziario da parte della proprietà.
Infatti, il Torino mostra una gestione corrente, al netto della gestione calciatori con un risultato netto positivo per 7,18 milioni di Euro (€ 3,6 milioni nel 2014) e una gestione calciatori con un risultato netto positivo per 2,35 milioni di Euro (€ 6,9 milioni nel 2014). Tale ultima gestione ha beneficiato di plusvalenze per 17,8 milioni di Euro (€ 32 milioni nel 2014). Quindi, risulta molto importante l’equilibrio raggiunto nella gestione corrente, per attenuare la dipendenza dai risultati della gestione calciatori, la quale può impattare negativamente, soprattutto nel caso in cui si acquisissero calciatori che abbiano un valore del diritto pluriennale alle prestazioni molto elevato, per via degli ammortamenti che bisognerebbe calcolare.

In considerazione del fatto che durante la campagna trasferimenti estiva del 2016, è stato già ceduto all’ AS Monaco Kamil Glik, che al 31 dicembre 2015 evidenziava un valore residuo contabili di € 425 mila, si può affermare che anche per il 2016, non sarà fondamentale il sostegno finanziario della proprietà.

La Struttura dello Stato Patrimoniale.

Il totale dell’attivo è aumentato da € 79,9 milioni a € 89,2 milioni. Il 46,5% dell’attivo è rappresentato da immobilizzazioni. I diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, rappresentano il 96,3% delle immobilizzazioni e ammontano a € 40,16 milioni (€ 25,9 milioni, nel 2014).
Le disponibilità liquide, pari a 7,7 milioni di Euro, incidono sull’attivo per l’ 8,6%.

L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1. Nel caso in questione, l’indice di indebitamento è pari a 0,33 (0,18 nel 2014).
Grazie all’autofinanziamento è aumentata l’incidenza dei mezzi propri nel finanziamento delle attività; infatti, l’equity ratio è pari al 24,6%.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Una società è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più la società è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità totale è pari a 1,33 (1,18 nel 2014), ciò vuol dire che il club possiede dei beni il cui valore è sufficiente a pagare i debiti.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ CORRENTE
Il rapporto tra attività correnti e passività correnti determina l’indice di solvibilità corrente. Tale indice serve a verificare se l’attivo corrente è in grado di pagare i debiti a breve. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità corrente è pari a 0,76, ciò vuol dire che l’attivo a breve non sarebbe in grado di pagare i debiti a breve. Tuttavia, nelle passività a breve sono presenti ratei e risconti passivi per € 12.827.854, che rappresentano il 23,5% del passivo corrente.
Secondo il calcolo degli Amministratori il rapporto tra attività correnti e passività correnti è pari a 0,73, mentre nel 2014 era pari a 0,65.

RAPPORTO TRA RICAVI OPERATIVI E ATTIVITA’ TOTALI
Il rapporto tra ricavi operativi, e attività totali, risponde ad una semplice ma fondamentale domanda: quanto è investito e quanto si fattura?
Considerando solo il fatturato netto e la semisomma delle attività iniziali e finali, l’indicatore è pari al 78%, pertanto ogni 100 Euro investiti si incassano 78 Euro; mentre, se si considerasse il valore della produzione, comprensivo delle plusvalenze, l’indicatore è pari al 100%, (130% nel 2014) che è un segnale di una buona rotazione degli investimenti effettuati.

ROI - RAPPORTO TRA REDDITO OPERATIVO E ATTIVITA’ TOTALI
Tale indicatore è la chiave per calibrare il buon funzionamento di un club calcio. Se si ottiene un ritorno economico adeguato, vuol dire che le attività sono gestite in modo efficiente e i ricavi operativi e le spese operative risultano ben dimensionati.
Considerando come reddito operativo la differenza tra valore e costo della Produzione, il reddito operativo è pari a 14.864.430 e per il Torino risulterebbe che per ogni 100 Euro investiti si guadagnerebbero 17,6 Euro (39,6 nel 2014).

ROE - RETURN ON EQUITY (TASSO DI RENDIMENTO DEI MEZZI PROPRI)
Il rapporto tra risultato netto d’esercizio e la semisomma dei mezzi propri iniziali e finali, al netto del risultato di esercizio, risulta pari al 76,8% e indica il rendimento dei mezzi propri investiti nell’attività.



L’Indicatore di Liquidità della FIGC.
Tale indicatore, che è finalizzato a misurare il grado di equilibrio finanziario di breve termine, ossia la capacità della società di far fronte agli impegni finanziari con scadenza entro i 12 mesi, coincide sostanzialmente con l’indice di solvibilità corrente.
Detto indicatore di Liquidità tra le Attività Correnti considera le disponibilità liquide e i crediti esigibili entro dodici mesi ed esclude i Crediti tributari per imposte anticipate; mentre tra le Passività Correnti considera i debiti con scadenza entro i dodici mesi ed esclude i Debiti verso soci postergati ed infruttiferi. Per tale indicatore il risultato sarebbe pari a 1,205, ed è conforme a quanto richiesto, perché nettamente superiore alla soglia minima del 2015/16 stabilita dalla FIGC per la serie A che è di 0,4.

Il Patrimonio Netto.

Il patrimonio netto è positivo per € 21,9 milioni (€ 12.413.537  nel 2014). Durante l’esercizio, si è verificato un incremento dovuto esclusivamente all’utile di esercizio pari a € 9.534.721.
I mezzi propri finanziano il 24,6% (15,5% nel 2014) degli impieghi e questo significa che l’attivo è finanziato col capitale di terzi per il 75,4%.

Indice di Copertura del Patrimonio Calciatori.
Tale indice fornisce informazioni circa la capacità di copertura degli investimenti in Diritti Pluriennali con i Mezzi Propri. Il patrimonio netto non è sufficiente da solo a coprire il valore netto dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori, segnando un rapporto percentuale del 54,6%, che risulta in miglioramento rispetto al 47,9% del 2014.

Il capitale circolante netto negativo per 12,9 milioni di Euro, comprende ratei e risconti passivi per € 12.827.854.
Secondo il calcolo degli Amministratori la differenza tra attività correnti e passività correnti è negativa per € 12.277.000, ma migliora il dato negativo di € 17.669.000 del 2014.

L’indebitamento finanziario.



Dal 2014, l’indebitamento finanziario è stato azzerato. Non esistono debiti bancari e debiti verso altri finanziatori. Le disponibilità liquide risultano pari a € 7,7 milioni (€ 11,2 milioni nel 2014), pertanto si ha una posizione finanziaria netta positiva per lo stesso importo. Nel 2014 era positiva per 11,2 milioni di Euro.
Oltre al fatto che la posizione finanziaria netta è positiva, bisogna evidenziare che il Margine Operativo Lordo, è positivo per € 27,4 milioni (€ 40,5 milioni nel 2014). Tali flussi di cassa sono risultati ampiamente sufficienti per far fronte agli ammortamenti, alla gestione finanziaria e alle imposte.
Il saldo, tra crediti e debiti relativi al calciomercato risulta negativo per € 7,25 milioni (-€ 5 milioni nel 2014), pertanto la posizione finanziaria netta ai fini del Financial Fair Play, resta positiva per € 461 mila.
I crediti verso società calcistiche ammontano a € 22.242.000 (€ 22.465.000 nel 2014). Il maggior importo riguarda il Manchester United con € 12.000.000, seguito dall’Atletico Madrid con € 4.750.000 e dalla Juventus con € 3.580.000.
I debiti verso squadre di calcio sono pari a € 29.492.000 (€ 27.473.000 nel 2014). Il maggior importo riguarda il debito verso l’Atalanta per € 8.250.000, seguito dal debito verso US Città di Palermo con € 7.800.000 e dai debiti per Trasferimenti internazionali per 5.758.000.

L’ Indicatore di Indebitamento della FIGC.

Indicatore di Indebitamento è finalizzato a misurare il grado complessivo di Indebitamento della società in rapporto al Valore della Produzione medio degli ultimi tre esercizi. Secondo la FIGC, detto indicatore di Indebitamento rappresenta il raccordo tra la componente finanziaria dei Debiti e quella economica del Valore della Produzione e segnala in modo sintetico la sostenibilità dell’indebitamento.
I debiti iscritti in bilancio al 31.12.2015 ammontano a € 45,5 milioni, mentre il valore della produzione medio degli ultimi tre anni è pari a € 80,4 milioni.
Pertanto il rapporto tra debiti e valore della produzione medio degli ultimi tre esercizi è pari a 0,566, comunque inferiore alla soglia massima consentita del 2015/16 stabilita dalla FIGC per la Serie A che è di 2. Tale soglia è destinata a ridursi nel 2017/18 a 1,5.

Altri Debiti.

I debiti tributari aumentano da € 4,3 milioni da € 5,3 milioni. Tali debiti finanziano il 6% dell’attivo. La maggior parte riguardano i debiti per le ritenute dei dipendenti da versare pari a € 4.017.000 (€ 3.185.000 nel 2014) e debiti verso Erario per IVA per € 1.298.000.
I debiti verso gli istituti di previdenza sono pari a € 152 mila (€ 161 mila nel 2014).

I debiti verso il personale sono pari a € 4.042.000 (€ 3.807.000 nel 2014) e incidono solo per il 9,9% sul costo del personale, indice di una sostanziale puntualità nei pagamenti. Infatti, tali debiti riguardano le mensilità di novembre e dicembre 2015 oltre ai premi maturati, ma liquidabili alla fine della stagione sportiva. Tali debiti finanziano il 4,5% dell’attivo.

I fondi rischi e oneri futuri ammontano a € 8.323.449 (€ 6.906.545 nel 2014). La maggior parte dell’importo riguarda il fondo imposte differite pari a € 7.361.087, riconducibile alle differenze temporali di imposizione fiscale relative alle plusvalenze ai fini IRES.

Il Valore della Rosa.

Il valore dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori è aumentato di14,3 milioni di Euro, da € 25,9 milioni a € 40,1 milioni.



Durante il 2015 sono stati effettuati investimenti per 28,6 milioni (€ 23,1 milioni nel 2014), cessioni con un valore residuo contabile netto di € 2,9 milioni (€ 8,1 milioni nel 2014) e ammortamenti per € 11,4 milioni (€ 11,1 milioni nel 2014).
Tra i calciatori acquistati figurano: Andrea Belotti (Euro 8,4 milioni), Daniele Baselli (Euro 6 milioni), Davide Zappacosta (Euro 4,3 milioni), Afriyie Acquah (Euro 3,2 milioni), Fernando Avelar (Euro 2,5 milioni), Salvador Ichazo (Euro 1,2 milioni) e Joel Obi (Euro 2,2 milioni).
Al 31/12/2015 il calciatore col valore contabile residuo più elevato è Andrea Belotti con 7.688.000 Euro.

La Gestione Economica.

La Gestione Economica mostra un decremento del valore della produzione di 8 milioni, pari all’8,7%. Tale decremento è dipeso dalla diminuzione delle plusvalenze per 14,1 milioni e dalla dimuzione dei ricavi da Europa League per 2,6 milioni di Euro, in parte compensati dall’aumento dei diritti TV nazionali per 4,3 milioni.
Il valore della produzione, è diminuito da € 92,5 milioni a € 84,5 milioni.
I costi della produzione aumentano dell’8,3%, da € 64,3 milioni a € 69,6 milioni.



I ricavi.

Se si considerasse il fatturato netto, senza la gestione economica dei calciatori, si otterrebbe un incremento del fatturato netto del 10,2%.
I ricavi da gare aumentano da € 5,58 milioni a € 6,9 milioni. I ricavi da biglietteria di Europa League sono stati pari a € 1.286.000 (€ 1.362.000 nel 2014). I ricavi da biglietteria per gare nazionali sono aumentati da € 2.152.000 a € 3.247.000. I ricavi da abbonamenti sono aumentati da € 2.054.000 a € 2.328.000. La variazione dei ricavi da biglietteria per gare nazionali dipende anche dal numero di gare casalinghe di “cartello” delle stagioni sportive 2014/15 e 2015/16 che si sono disputate nell’anno solare 2015.
I ricavi commerciali, considerando le royalties, sono aumentati da € 7,5 milioni a € 7,96 milioni. I ricavi da sponsor aumentano del 5,7%, da € 5.317.000 a € 5.622.000. I Proventi pubblicitari generati dalla Concessionaria Cairo Pubblicità, derivanti dalla retrocessione dell’85%, sono aumentati da € 2.102.000 a € 2.340.000.
I ricavi da diritti Tv nazionali sono aumentati da € 38,3 milioni a € 42.627.000.
I proventi da Europa League sono stati pari a € 3.049.000 (€ 5,7 milioni nel 2014).
Il grafico mostra la dipendenza del fatturato del Torino dai diritti televisivi.



Il Player Trading.



L’attività legata alla gestione calciatori, durante il 2015, considerando anche i relativi ammortamenti, ha generato un risultato positivo di € 5,2 milioni, mentre, nel 2014 il risultato positivo era di circa 12,6 milioni.
Le plusvalenze da cessione diritti pluriennali calciatori ammontano a € 17,8 milioni (€ 31,9 milioni nel 2014) e si riferiscono principalmente alla plusvalenza realizzata con la cessione di Darmian al Manchester United, per € 17.239.000 e al premio di rendimento ricevuto dall’Atletico Madrid per Alessio Cerci per € 475 mila.
I proventi da cessione temporanea calciatori ammontano a € 255 mila (€ 726 mila nel 2014) e riguardano prevalentemente ad Alain Stevanovic.
Le minusvalenze da cessione diritti pluriennali calciatori, allocate tra gli oneri diversi di gestione, ammontano a € 745.000 (€ 442.000 nel 2014) e riguardano principalmente Stevanovic per € 429 mila, Larrondo per € 145 mila, Verdi per € 171 mila.
I costi relativi alle acquisizioni di calciatori in prestito sono allocati tra i costi per il godimento beni di terzi e ammontano a € 771 mila (€ 1.162.001 nel 2014).Tali costi si riferiscono a Omar El Kaddouri e Salvador Ichazo.
I proventi da compartecipazione ex art. 102 bis Noif, inclusi tra i proventi finanziari, ammontano a € 2.050.000 (€ 1.126.000 nel 2014) e sono dovuti alla risoluzione di Verdi.
Gli oneri da compartecipazione ammontano a € 2.320.000 (€ 8.344.000 nel 2014) e riguardano Marco Benassi.
Gli ammortamenti della rosa calciatori risultano aumentare del 2,4%,da € 11.175.000 da € 11.446.000 ed incidono sui costi della produzione per il 16,4%.

I costi.

I costi del personale aumentano da € 37 milioni a € 41 milioni.
I costi del personale incidono sul valore della produzione per il 48,5%, mentre, incidono sul fatturato netto per il 62,1%. Tali costi rappresentano il 58,9% dei costi della produzione.
Il personale in forza al 31 dicembre 2015 era di 121 unità (106 nel 2014), di cui 27 calciatori di prima squadra.

L’ Indicatore di Costo del Lavoro Allargato.
L’ Indicatore di Costo del Lavoro Allargato è calcolato attraverso il rapporto tra il Costo del Lavoro Allargato ed i Ricavi ed è finalizzato a misurare il peso economico del costo del lavoro.
Il Costo del Lavoro Allargato include i costi per il personale, comprensivi degli ammortamenti dei diritti alle prestazioni dei calciatori; i Ricavi, considerati ai fini del denominatore del rapporto, comprendono i Ricavi delle vendite e delle prestazioni, i Proventi da sponsorizzazioni, i Proventi pubblicitari, i Proventi commerciali e royalties, i Proventi da cessione diritti televisivi, i Proventi vari e le Plusvalenze da cessione dei diritti alle prestazioni dei calciatori al netto delle relative Minusvalenze.
Per il Costo del Lavoro Allargato si considera il valore risultante dall’ultimo bilancio d’esercizio approvato, mentre i Ricavi sono dati dai loro valori medi degli ultimi tre bilanci d’esercizio approvati.
Nel caso in questione, se si considerasse tutto il costo del personale, il valore è di 0,662 tale valore risulta ampiamente al di sotto del limite richiesto dalla FIGC per la Serie A per la stagione sportiva 2015/16, e per il 2016/17, che è di 0,85 e anche per il 2017/18, la cui soglia è di 0,8.

I costi per servizi aumentano del 5,1%, da € 10,3 milioni a € 10,8 milioni. All’interno di tali costi sono compresi i costi specifici tecnici per € 1.808.000 (€ 2.514.000 nel 2014) che riguardano le consulenze tecnico sportive  durante le campagne trasferimenti. I servizi gestione stadio sono costati € 1.780.000 (€ 1.458.000 nel 2014). Le spese amministrative pubblicitarie e generali ammontano a € 1.480.000 (€ 1.421.000 nel 2014).
Gli ammortamenti e le svalutazioni pari a € 11,78 milioni (€ 11,83 milioni nel 2014) diminuiscono di € 49 mila. Tali costi rappresentano il 16,9% dei costi della produzione.
I costi per godimento beni di terzi includono gli affitti per campi sportivi per € 881 mila di cui € 400 mila per Sisport.

Il punto di pareggio.



Con una politica gestionale attenta al contenimento dei costi, sia nel 2013, nel 2014 e nel 2015 il Torino ha raggiunto il punto di pareggio.
L’aggregato del risultato prima delle imposte per gli esercizi 2013, 2014 e 2015 è positivo per 35,5 milioni di Euro.

Il consolidato fiscale e le imposte.

FC Torino Spa aderisce al consolidato fiscale, che vede nella veste di consolidante UT Communications Spa. U.T. Communications S.p.A. determina una base imponibile unica per il gruppo di società aderenti al consolidato fiscale, e beneficia della possibilità di compensare redditi imponibili con perdite fiscali in una unica dichiarazione.
Ciascuna società aderente al consolidato fiscale trasferisce a U.T. Communications S.p.A. il reddito fiscale (reddito imponibile o perdita fiscale); a fronte di un reddito imponibile della partecipata, U.T. Communications S.p.A. rileva un credito nei suoi confronti pari all’IRES da versare. Per contro, nei confronti delle società che apportano perdite fiscali U.T. Communications S.p.A. iscrive, nel suo bilancio, un debito pari all’IRES sulla parte di perdita contrattualmente conferita a livello di Gruppo.
In altre parole, l’IRES calcolata sul reddito imponibile di UT Communications Spa, “abbattuto” dalla perdita fiscale di FC Torino Spa, diventa un debito di UT Communications Spa nei confronti di FC Torino Spa.
Per quanto riguarda le società partecipate che aderiscono al consolidato fiscale, se trasferiscono a U.T. Communications S.p.A. un reddito imponibile iscrivono un componente negativo nella sezione delle imposte e un debito verso la controllante per consolidato fiscale, se invece trasferiscono una perdita fiscale iscrivono un componente positivo nella sezione delle imposte e un credito verso la controllante per consolidato fiscale.

Le imposte sul reddito ammontano ad € 5,13 milioni, di cui € 3,79 per imposte correnti ed € 1,34 per imposte differite.

Il fondo per imposte differite, allocato tra le passività, è aumentato da € 6,1 milioni a € 7.361.087. I crediti per imposte anticipate ammontano a € 331.385 (€ 374.122 nel 2014) e sono ritenuti recuperabili.
Il debito verso la società controllante per il consolidato fiscale è pari a zero (€ 1.853.677 nel 2014).

I rapporti con parti correlate.

Nella relazione sulla gestione è scritto che i rapporti con le parti correlate sono stati effettuati al a valori di costo o di mercato. Nel 2015, l’incidenza dei ricavi con parti correlate sul valore della produzione è pari al 2,9%, nel 2014 era pari al 2,4%, nel 2013 era al 3,25%, nel 2012 era del 5,2% e nel 2011 dell’8,6%.
Cairo Pubblicità Srl, controllata da Cairo Communications Spa, ha stipulato un accordo di concessione per la vendita di spazi pubblicitari a bordo campo e di pacchetti di sponsorizzazione promo-pubblicitaria. Per effetto di tale contratto nel 2015 sono state riconosciute al Torino quote per Euro 2.340.000 (€ 2.103.000 nel 2014). Tali ricavi retrocessi al Torino rappresentano l’85% di quanto incassato da Cairo Pubblicità Srl. Inoltre, Cairo Pubblicità Srl percepisce anche l’importo delle commissioni del 2% per le segnalazioni che abbiano dato origine a contratti conclusi direttamente dal Torino. Tale importo per il 2015 è stato di € 78 mila (€ 61 mila nel 2014; € 113 mila nel 2013; € 60 mila  nel 2012 ed € 37 mila nel 2011) e a differenza del 15% del ricavo non retrocesso, figura come costo nel bilancio del Torino. Nel contesto dell’accordo Cairo Pubblicità ha anche acquistato biglietti per lo stadio per un controvalore di Euro 79 mila ed ha riaddebitato al Torino F.C. costi di sua competenza per Euro 8 mila.
Mp Service srl è azionista di Torino F.C. Spa e si occupa, tra le altre cose, della gestione di impianti sportivi per usi commerciali. Come accaduto nel 2014, in bilancio risulta che il Torino paga € 400 mila all'azionista MP Service per l'utilizzo del centro SISPORT.
Inoltre, esiste un accordo tra la Cairo Communication S.p.A. ed il Torino F.C. per la erogazione di servizi amministrativi quali la tenuta della contabilità, che prevede un corrispettivo annuale di Euro 100 mila uguale a quello del 2014.
Infine, la società controllante U.T. Communications ha riaddebitato costi al Torino per € 72 mila (€ 49 mila nel 2014).

Conclusioni.

Secondo quanto scritto dagli Amministratori l'analisi della situazione patrimoniale, “evidenzia come il Torino sia adeguatamente capitalizzato per mantenere il proprio equilibrio finanziario nel breve e nel medio termine e si trovi in una situazione di forte solidità patrimoniale”.

Forse la cessione di Glik, anche in considerazione delle cessioni avvenute negli scorsi esercizi, conferma l’attenzione riposta dal management nella gestione calciatori.