mercoledì 24 giugno 2015

Le conseguenze sull'AS Roma della sentenza del “Tribunal de Première Instance de Bruxelles”.



Luca Marotta


La notizia della sospensione dell’efficacia del Fair Play Finanziario è stata ripresa dalla maggioranza dei mezzi di informazione con pochi dettagli. Tuttavia, facendo anche una ricerca sui mezzi di informazione stranieri, emergerebbe che l’avvocato Dupont, per conto di alcuni agenti e tifosi (segnatamente PSG e Manchester City), sia riuscito ad ottenere la sospensione del Regolamento UEFA sul Financial Fair Play solo in relazione alla seconda fase di attuazione dello stesso.
Il provvedimento emesso dal “Tribunal de Première Instance de Bruxelles”, sul “dossier Striani” (nome di uno degli agenti ricorrenti), ha sentenziato che la seconda fase di attuazione del fair-play finanziario, che vietava ai club di avere, per il periodo di monitoraggio, un deficit aggregato superiore a 30 milioni di Euro, è sospesa.
Di conseguenza, i club penalizzati dal regolamento dell’UEFA possono evidenziare un deficit aggregato, per il periodo di onitoraggio, con la soglia di tolleranza fino a 45 milioni.
Questo scenario, di “parziale vittoria” da parte dell’avvocato Dupont, costituisce solo il primo tempo della partita in gioco. Perché l'intera questione del Fair Play Finanziarioè stata rinviata alla Corte di Appello di Giustizia dell'Unione Europea. Infatti, il tribunale di prima istanza di Bruxelles ha deciso di rinviare la denuncia di Striani all’organismo competente che è la Corte di Giustizia dell'Unione Europea, per giudicare se il Financial Fair Play non violi le libertà fondamentali dell'Unione Europea. Secondo il dossier dell'agente belga Daniel Striani, il fair play finanziario incide sul diritto di libera concorrenza, la libertà di circolazione dei capitali e degli investimenti, la libera circolazione dei lavoratori e la libera prestazione dei servizi.
Inoltre, pare che l’UEFA presenterà appello avverso il provvedimento e che la semplice presentazione dell’appello impedisca la sospensione disposta dal “Tribunal de Première Instance de Bruxelles” e di conseguenza fino al giudicato della Corte di Appello di Giustizia dell'Unione Europea, per il terzo periodo di monitoraggio, che include i bilanci che si chiudono nel 2013; 2014 e 2015, la soglia di tolleranza, come deficit aggregato, valida è quella di 30 milioni di Euro.

Per quanto riguarda Roma e Inter, tecnicamente, non si può parlare di "società sanzionate" in base al Regolamento del Fair Play Finanziario, perché in base al regolamento stesso, le due società hanno sottoscritto un "Settlement Agreement", ossia un accordo transattivo "volontario".

Il contenuto normativo dell’accordo transattivo ha come riferimento la “Fase 1” del Regolamento del Fair Play Finanziario, che non è stata toccata da quanto sentenziato dal “Tribunal de Première Instance de Bruxelles”.
Nello specifico i problemi della Roma con il Fair Play Finanziario sono rilevabili a pagina 30 del Prospetto Informativo relativo all'aumento di capitale, in cui era scritto:
“Alla Data del Prospetto, l’Emittente non risulta in linea con i parametri stabiliti dal Fair play finanziario in quanto:
- il risultato aggregato su base consolidata dei tre anni 2011/2012, 2012/2013 e 2013/2014, non rispetterà la soglia, pari ad un risultato negativo complessivamente non superiore a 5 milioni di euro, ovvero a 45 milioni di euro in caso di ricapitalizzazione, definita per il rispetto della ‘Break-Even Rule’.
- presenta un patrimonio netto consolidato è negativo.
Alla Data del Prospetto la Società, ai sensi degli artt. 14 e 29 del nuovo regolamento denominato “Procedural Rules Governing the Uefa Club Financing Control Body, potrà essere passibile di sanzioni disciplinari, quali a titolo esemplificativo e non esaustivo: avvertimento, ammonizione, ammenda, e, nei casi più gravi: punti di penalizzazione, rintenzioni dei proventi da partecipazioni a competizioni UEFA ed esclusioni dalle stesse competizioni, allo stato non determinabili e non quantificabili.”

Nell’accordo transattivo della AS Roma si fa espresso riferimento alla violazione della relativa all’obbligo di pareggio, ma viene evidenziato anche che i risultati economici del Club mostrano un trend positivo di miglioramento e che il club dovrebbe essere in grado di rispettare le norme UEFA in materia nel prossimo futuro, anche a seguito del cambio di proprietà.
L’AS Roma ha accettato volontariamente gli obblighi previsti nel "Settlement Agreement" in particolare l'obbligo di break-even per il periodo di monitoraggio che copre i diversi periodi che terminano nel 2015, 2016 e 2017. E’ bene ricordare che il periodo di monitoraggio che include i tre esercizi citati prevede una soglia di tolleranza di 30 milioni.

Quindi, nel caso dell'AS Roma, non si è tecnicamente in presenza di un provvedimento sanzionatorio, ma di un accordo “volontario” tra le parti, il cui mancato rispetto determinerebbe il venir meno della sospensione della quota “patteggiata”, per la violazione dell’obbligo di pareggio, che prevedeva la soglia di tolleranza dei 45 milioni, che non è stata messa in discussione dal “Tribunal de Première Instance de Bruxelles”.
La quota patteggiata da AS Roma è di 6 milioni di Euro, di cui 4 milioni condizionati, al rispetto dell’accordo “volontario”.


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