mercoledì 31 dicembre 2014

West Ham United 13/14: il bilancio positivo e la regola “Short-Term Cost Control Measure”.


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Luca Marotta


Come tutti i club della "F.A. Premier League", anche il West Ham United ha potuto beneficiare durante il 2013/14, degli effetti positivi dell’incremento dei ricavi televisivi, ritornando ad evidenziare un risultato economico positivo dopo 8 anni, pari a £ 10,3 milioni (€ 12,7 milioni, ad un cambio 1 € = 0,8135 £) che rappresenta un record nella storia del club.
Il fatturato netto ha toccato la cifra record di £ 114,8 milioni (€ 141 milioni), superando abbondantemente la soglia di 100 milioni di sterline.
Durante l’anno, gli azionisti di maggioranza hanno supportato finanziariamente il club con un esborso di £ 3,5 milioni.
Dal punto di vista sportivo il West Ham durante il 2013/14 oltre a partecipare alla F.A. Premier League, conseguendo il tredicesimo posto ha raggiunto l’obiettivo della permanenza nella massima Serie. Il West Ham ha partecipato alle semifinali di Capital One Cup.

Tuttavia, la Regola “Short-Term Cost Control Measure”, vigente in Premier League, per le regole di controllo finanziario, pone dei problemi per l’ulteriore rafforzamento della rosa, ma garantisce l'equilibrio economico del club.

Il Gruppo.

La società “WH Holding Limited” controlla il gruppo cui fa capo “West Ham United Football Club Limited”. Dopo le vicissitudini della crisi economica islandese che coinvolsero la vecchia proprietà e con l’ingresso dei soci Sullivan e Gold, pare si sia raggiunto un assetto stabile per quanto riguarda il controllo delle azioni di maggioranza.
Attualmente David Sullivan è il controllore di ultima istanza della società capogruppo WH Holding Limited. Gli azionisti sono: David Sullivan colo 51,1%; David Gold col 35,1%; CB Holding ehf (registrata in Islanda) col 10%; altri azionisti col 3,8%. L'azionista di controllo in CB holding EHF è ALMC hf, che è una società registrata in Islanda.
“WH Holding Limited” controlla al 100% sei società.

Di fatto, il “patto di sindacato” David Sullivan-David Gold controlla l’86,2% del West Ham.

La continuità aziendale.

Per garantire la continuità aziendale, gli amministratori si sono impegnati, innanzitutto, sul fronte delle fonti di finanziamento esterne, ossia ottenere credito dalle banche, ed in seconda battuta hanno ottenuto l’impegno del supporto finanziario della proprietà.
Nel mese di luglio 2013, gli Amministratori hanno ottenuto il rinnovo e l'estensione di una linea di credito, per 26,7 milioni di sterline fino a maggio 2014, ma estendibile fino al mese di dicembre 2016. Dopo la chiusura dell’esercizio gli amministratori hanno ottenuto ulteriori finanziamenti a breve termine  per £ 18 milioni.
Gli amministratori ritengono che le previsioni per il futuro si basano su delle ipotesi sufficientemente solide (in particolare riguardo ai diritti TV) per giustificare la fiducia nello stato della continuità aziendale della società e nel caso in cui fosse necessario, i proprietari si sono impegnati a fornire il sostegno finanziario che gli amministratori riterranno necessario.

Il Patrimonio Netto.



Il Patrimonio Netto consolidato è negativo per £ 51,5 milioni. Nel 2012/13 era negativo per £ 61,8 milioni. La variazione di £ 10,3 milioni è dovuta all’utile netto consolidato dell’esercizio.

L’Indebitamento Finanziario Netto è l’unica fonte di finanziamento del Capitale Investito Netto.



La Posizione Finanziaria Netta.



La posizione finanziaria netta è negativa per £ 73,5 milioni, ma è inferiore al fatturato netto.
I debiti finanziari riguardano: debiti bancari per £ 41,7 milioni (di cui £ 20,5 milioni a breve termine); debiti verso azionisti per £ 49,2 milioni; altri debiti finanziari per £ 611 mila. Il finanziamento da parte degli azionisti è aumentato di £ 3,5 milioni.
I debiti verso altre squadre di calcio per il trasferimento calciatori ammontano a £ 24,4 milioni. Invece, i crediti verso altre squadre di calcio per il trasferimento calciatori ammontano solo a £ 244 mila.

Il Valore della Rosa.



Il valore contabile netto della rosa calciatori risulta aumentato di £ 14,5 milioni, rispetto all’esercizio precedente, a causa di investimenti per £ 32,8 milioni, cessioni per un valore contabile netto di £ 369 mila e ammortamenti per £ 17,9 milioni.
Dopo la chiusura dell’esercizio, a causa della promozione, sono stati investiti £ 23 milioni con possibilità di un ulteriore esborso di £ 4,7 milioni in dipendenza dei risultati sportivi.

La Gestione Economica.



L’evoluzione del Fatturato, grazie alla partecipazione alla Premier League risulta in crescita, soprattutto grazie ai diritti televisivi. Ed è stato l’incremento dei ricavi televisivi che ha determinato il ritorno all’utile di esercizio.



Il Fatturato durante la stagione 2013/14 è aumentato di £ 25 milioni, a causa dell’incremento di £ 23,6 milioni dei ricavi per diritti televisivi, superando la soglia dei 100 milioni di sterline.
Nel 2011/12, con il terzo posto in Championship e la relativa promozione, il fatturato ha raggiunto la cifra di £ 46,2 milioni. Nel 2010/11 con il ventesimo posto in Premier League raggiunse la cifra di £ 80,5 milioni.
I ricavi da gare sono aumentati da £ 17,9 milioni a 19,5 milioni.
I ricavi commerciali sono rimasti sostanzialmente stabili.

I costi operativi complessivi aumentano da £ 89,8 milioni a £ 102,6 milioni, di cui £ 482 mila (£ 1,8 milioni nel 2010/11), di carattere straordinario. L’aumento dei costi, pari al 14,27% è inferiore all’aumento del fatturato netto, che è stato del 27,9%. Tale circostanza evidenzia una tendenza gestionale verso l’equilibrio economico.
Il costo del personale ammonta a £ 63,9 milioni e rappresenta il 55,6% del fatturato netto. Rispetto all’esercizio precedente si è verificato un incremento di £ 7,6 milioni, pari al 13,63%. Nel 2012/13 il costo del personale è risultato pari a £ 56,2 milioni, con un’incidenza sul fatturato del 62,6%.

Il nuovo regolamento sul controllo finanziario dei club della Premier League stabiliva per il 2013/14 una restrizione all’incremento degli stipendi dei calciatori, che fosse finanziato con i ricavi centralizzati della Premier League, di £ 4 milioni se nel 2012/13 il costo degli stipendi fosse stato superiore a £ 52 milioni. La parte eccedente i 4 milioni poteva essere finanziato dai proventi derivanti da nuovi accordi commerciali.
Invero, il “manager” Sam Allardyce si è espresso più volte sul fatto che tale regola limita la possibilità di nuovi arrivi di calciatori nel club.
(vedasi: “West Ham United will not be able to buy Andy Carroll due to Financial Fair Play regulations, says Sam Allardyce”, del 15 Aprile 2013, Fonte: The Telegraph, Link: http://www.telegraph.co.uk/sport/football/teams/west-ham/9996464/West-Ham-United-will-not-be-able-to-buy-Andy-Carroll-due-to-Financial-Fair-Play-regulations-says-Sam-Allardyce.html
; “West Ham United manager Sam Allardyce hopes to sign one new player in January”, del 22 Dicembre 2014; Link: http://www.ibtimes.co.uk/west-ham-united-manager-sam-allardyce-hopes-sign-one-new-player-january-1480625)

L’ammortamento dei calciatori è aumentato da £ 13,8 milioni a £ 17,9 milioni. L’ammortamento dei calciatori incide sul fatturato netto per il 15,6%.

Il costo del fattore lavoro, dato dalla somma degli ammortamenti calciatori e costo del personale, che è pari a £ 81,8 milioni, incide sul fatturato netto per il 71,2%.

Il risultato economico della cessione calciatori è aumentato da £ 171 mila a £ 1,4 milioni.

La gestione finanziaria è negativa per £ 4,9 milioni, mentre nell’esercizio precedente era negativa per £ 4,7 milioni.

Il punto di pareggio.

La somma delle perdite prima delle imposte degli ultimi tre esercizi dal 2011/12 al 2013/14 è di £ 17 milioni.
La partecipazione alla F.A. Premier League, con i ricavi per diritti televisivi, sembra fondamentale per il raggiungimento dell’equilibrio economico.

Lo Stadio.

Nel dicembre 2012, l'offerta del West Ham, per la gestione del nuovo Stadio Olimpico di Londra, è stata giudicata la migliore dalla commissione preposta.
L’attuale capacità del Boleyn Ground è di 35.016 spettatori, mentre lo stadio Olimpico di Londra avrà una capacità di 60 mila spettatori.
L’obiettivo è quello di utilizzare lo Stadio Olimpico nel 2016, a seguito del completamento dei lavori di ristrutturazione e adeguamento alle esigenze di un club di calcio.

Prospettive future.

Il raggiungimento dell’obiettivo della “salvezza”, ha permesso al West Ham di partecipare alla Premier League 2014/15, con l’obiettivo di salvarsi. La salvezza permetterà al West Ham di beneficiare, come nel 2013/14, dei considerevoli proventi derivanti dalle redistribuzione di diritti TV della Premier League.


Gli Amministratori evidenziano che le nuove regole del Financial Fair Play della Premier League limiteranno la capacità dei club di aumentare eccessivamente i costi dei calciatori e probabilmente consentiranno a tutti i club, compreso il West Ham, di aumentare la redditività. Secondo gli Amministratori, il West Ham continua a operare nell'ambito di tali regole.

lunedì 29 dicembre 2014

Ansaldo Caldaie: l’importanza delle commesse per la continuità aziendale.



Luca Marotta



Ansaldo Caldaie è una società del Gruppo Sofinter Spa. Sul sito Web della società controllante Sofinter Spa è scritto che “Ansaldo Caldaie è leader nel settore della progettazione, costruzione ed installazione di caldaie di grande taglia per impianti di produzione di energia elettrica” e che nel 2012 Ansaldo Caldaie ha confermato la propria leadership nel mercato egiziano.

ANSALDO CALDAIE S.p.A. è una società per azioni a Socio Unico, con  Capitale Sociale pari a Euro 24.392.513,00 intermente versato, con Sede Legale a Milano, in Via Conservatorio 17, Sede Amministrativa a Gallarate (VA), Largo Buffoni 3 e Sede Operativa a Gioia del Colle (BA), Via Milano km. 1,600, soggetta all’attività di direzione e coordinamento della Sofinter S.p.A.

L’attività operativa è articolata in due principali attività: quella di “produzione” e quella di “service”.
Per quanto riguarda l’attività di Produzione, si è registrato la cancellazione di un importante contratto acquisito (progetto Rabigh), perciò il carico di lavoro della sede di Gallarate si è attestato ad un livello piuttosto basso. Il carico di lavoro presso la fabbrica di Gioia Del Colle è stato elevato durante l’anno 2013, perché si è dato luogo alla produzione di caldaie per il progetto di Suez e a lavori di service e altri progetti per le società del Gruppo. Per fronteggiare l’impatto negativo derivante dal minor carico della sede di Gallarate, nel corso del 2013, si è provveduto al distacco di personale a favore di altre società del Gruppo e si è raggiunto “un accordo con i sindacati per l’utilizzo di misure temporanee per la gestione del costo del lavoro, attraverso una riduzione dell’orario lavorativo, ricorrendo all’utilizzo dei contratti di solidarietà”. Secondo gli Amministratori, le citate misure hanno permesso una migliore gestione delle spese di struttura, in linea con il fatturato, consentendo di mantenere un EBITDA positivo.

Per quanto riguarda l’attività di Service, il 2013 ha registrato un volume di ordini acquisiti per pari a circa 12 milioni di Euro, suddiviso tra attività di assistenza per il 75% e fornitura di ricambi per il 25%. La Società continua a lavorare prevalentemente su mercati esteri, che coprono circa il 75% degli ordini.
Il 2013 è stato un anno molto positivo, con un volume di affari pari a circa 7,5 milioni di Euro per le attività di service e parti di ricambio.


Il 29 maggio 2014 è stato reso noto in un comunicato a firma congiunta da parte delle Organizzazioni Sindacali provinciali FIM e FIOM di Bari e del Comune di Gioia del Colle che lo stabilimento ANSALDO CALDAIE di Gioia del Colle (gruppo Sofinter) versava in una situazione di crisi, “causata da un forte calo produttivo che ha determinato il ricorso alla cassa integrazione ordinaria a zero ore dal 17 marzo al 14 giugno, con il rientro, a partire dal 16 giugno su commesse interne al gruppo Sofinter” e che, i vertici aziendali hanno comunicato alla RSU di stabilimento la richiesta di proroga di ulteriori 13 settimane di cassa integrazione ordinaria.

Invero, notizie di stampa del 7 settembre 2011 avevano già reso noto il ricorso allo strumento della cassa integrazione, con richieste di proroga.

Per quanto riguarda la sede di Gallarate, nel mese di ottobre 2013, è stato prorogato il Contratto di Solidarietà per un periodo di ulteriori 12 mesi (con scadenza ad ottobre 2014) con il coinvolgimento di 86 risorse. L’obiettivo è quello della minima penalizzazione retributiva. Tale rinnovo è in ogni caso l’ultimo concesso per legge.

Il Gruppo.

Nel bilancio consolidato 2002 di Finmeccanica risultava che Ansaldo Caldaie Spa era una società collegata con una partecipazione del 40% e un capitale di € 13,9 milioni, con un valore di libro per Finmeccanica di € 4.338.000.

Nel bilancio consolidato 2003 di Finmeccanica, per quanto riguarda le partecipazioni risultava lo storno della citata partecipazione, a seguito di cessione della società Ansaldo Caldaie S.p.A..

Nel verbale di Assemblea della società Ansaldo Caldaie S.p.A., del 14 maggio 2014, figurava come Socio unico Sofinter S.p.A., titolare di n. 6.000.000 azioni.

In data 24 maggio 2011, la società controllante Sofinter risultava soggetta al controllo congiunto di Gammon India Ltd. e di Acquario S.r.l., che ne detenevano rispettivamente il 50% ed il 30,21% del capitale sociale. Nella stessa data l’AUTORITÀ GARANTE DELLA CONCORRENZA E DEL MERCATO diede il via libera all’ingresso del nuovo socio B.T. Global Investors Ltd. (società di diritto cipriota) mediante sottoscrizione di un aumento del capitale sociale con una quota del 10%.

Ansaldo caldaie S.p.A., a sua volta, controlla la società “CENTRO COMBUSTIONE AMBIENTE s.r.l.”, che ha chiuso l’esercizio 2013 con una perdita di Euro 44.633. Tale società gestisce il centro di ricerche sulla combustione e l’ambiente di Gioia del Colle. Inoltre, possiede il 98% di AC BOILERS EGYPT SAE, che gestisce tutte le attività di cantiere on shore in Egitto. Il bilancio chiuso al 31 dicembre 2013 evidenzia un valore della produzione pari a circa EGP 44 milioni, ed un risultato netto positivo pari a 85.092 EGP.
Partecipazioni in Società Collegate riguardano:
- Ansaldocaldaie Boilers India Pv Ltd. (26%), che opera sul mercato indiano dell’energia. Il fatturato di Ansaldocaldaie Boilers India, che chiude il proprio bilancio al 31 dicembre 2013, è pari a 164 milioni di Rupie e il risultato netto è negativo per 331 milioni di Rupie.
- Itea S.p.A., che ha chiuso il bilancio al 31 dicembre 2013 evidenziando una perdita di Euro 1.298.045. Il valore della produzione per l’anno 2013, pari a circa 4 milioni di Euro, tiene conto anche di 2,2 milioni di Euro di capitalizzazioni, relative alle attività di ricerca effettuate nell’esercizio ed è in lieve aumento rispetto all’esercizio precedente.

I rapporti con le parti correlate hanno determinato ricavi per € 3.117.251 e costi per € 6.427.286. In particolare il rapporto con Sofinter Spa ha determinato ricavi per € 2.778.485 e costi per € 4.251.093.

La Continuità aziendale

La Continuità Aziendale non è altro che l’attitudine dell’impresa a durare nel tempo, onorando gli impegni finanziari contratti.
A proposito della Continuità Aziendale, nella Nota integrativa del bilancio 2013 è specificato che in data 28 novembre 2011 la società controllante Sofinter S.p.A. e le sue controllate, tra cui Ansaldo Caldaie S.p.A., hanno stipulato un Accordo Interbancario che garantisce alle società la disponibilità delle linee di firma e di cassa sufficienti alle necessità di sviluppo previste da Piano aziendale asseverato ai sensi dell’art. 67 della Legge Falllimentare. Ai fini della verifica della sussistenza della continuità aziendale, gli Amministratori ritengono che non vi siano significative incertezze riguardo alla capacità di continuare nella propria esistenza operativa nel periodo considerato dal Piano Strategico del Gruppo Sofinter. Infatti, dallo sviluppo dell’attività di Gruppo dipende il rispetto dei covenants finanziari previsti dall’Accordo Interbancario Modificativo. A tal proposito gli Amministratori hanno scritto che saranno rispettati.

Per verificare la sussistenza della continuità aziendale sono state prese in esame anche le prospettive economiche e finanziarie della Società. Secondo gli Amministratori la società Ansaldo Caldaie S.p.A. “sta consolidando la propria posizione sui mercati storici di riferimento e sta attivamente sviluppando l’attività commerciale nei mercati considerati chiave come quelli del MENA (Middle East North Africa) e dell’America Latina. Inoltre, la Società sta cercando di entrare sul mercato statunitense, ove sta già presentando alcune offerte con potenziali positivi riscontri per beneficiare dagli investimenti indotti dallo sviluppo dell’estrazione dello Shale Gas; buone prospettive si hanno anche nei mercati del Sud Est asiatico.”

In estrema sintesi, la continuità aziendale della società Ansaldo Caldaie S.p.A. dipende dall’ Accordo Interbancario del Gruppo Sofinter del 2011 e dalle commesse.

I Revisori della Società PricewaterhouseCoopers Spa hanno evidenziato che la società Ansaldo Caldaie S.p.A. non redige il bilancio consolidato, pur in presenza di partecipazioni di controllo, in quanto lo redige la controllante.

La struttura dello stato patrimoniale.

Il Patrimonio Netto è pari a € 25.845.979, mentre nel 2012 era pari a € 25.132.557. La variazione di € 713.422 è dovuta essenzialmente all’utile di esercizio.
Il totale dell’attivo, che equivale al totale dei mezzi a disposizione o al capitale investito, è pari a € 564.663.268 e risulta in diminuzione dell’1,3% rispetto al 2012.
In definitiva i mezzi propri finanziano l’attivo solo per il 4,58%, per il resto si fa ricorso al capitale di terzi. Tuttavia, i mezzi propri finanziano circa l’83% dell’attivo fisso.

La voce più consistente dell’attivo è rappresentata dalle rimanenze che ammontano a € 430,2 milioni e che rappresentano il 76,2% dell’attivo. In particolare le rimanenze per i lavori in corso su ordinazione ammontano a € 424.751.938 (€ 425.559.173 nel 2012) e incidono per il 75,2% sull’attivo.
I lavori in corso su ordinazione sono valutati con il metodo della percentuale di completamento. Il citato metodo consiste nel valutare i contratti sulla base dei corrispettivi pattuiti e maturati con ragionevole certezza sulla base dello stato di avanzamento dei lavori raggiunto. In definitiva, con questa tecnica si rispetta il principio della competenza economica, evidenziando il ricavo sin dal primo esercizio in proporzione alla percentuale dei costi sostenuti.

La voce più consistente del passivo è rappresentata dagli acconti ricevuti dai clienti che ammontano a € 406,9 milioni (€ 411 milioni nel 2012) e che finanziano il 72,1% dell’attivo. Gli acconti ricevuti dai clienti rappresentando il 96% circa dei lavori in corso su ordinazione, praticamente finanziano tutto il costo degli ordinativi.

I debiti verso i fornitori risultano in diminuzione da € 56.266.011 a € 48.542.903 a causa della flessione registrata dai costi operativi a conto economico.

Nell’attivo del bilancio figurano partecipazioni per un valore di € 11.522.527 (€13.798.958 nel 2012). Le Partecipazioni in società controllate valutate per un valore pari a € 5.936.031, riguardano: Centro Combustione Ambiente s.r.l. (€ 5.900.000) e AC Boilers Egypt SAE (€ 36.031).
Le Partecipazioni in società collegate valutate per € 5.240.993, riguardano: Ansaldocaldaie Boilers India Pv Ltd  (€ 2.167.058); Itea Le Partecipazioni in altre imprese, valutate € 375.503, riguardano il Consorzio Cris.
Per quanto riguarda le immobilizzazioni finanziarie il Collegio sindacale ha scritto: “Le verifiche effettuate attraverso procedura di impairment test sulle partecipate ITEA S.p.A. e Ansaldo Caldaie Boilers India Pv.Ltd sono state svolte dal Consiglio di Amministrazione e verificate dalla società di revisione PricewaterhouseCoopers S.p.A. senza eccezione alcuna.”



Indicatori di finanziamento delle immobilizzazioni.

Il Margine primario di struttura, dato dalla differenza tra Mezzi propri e Totale attivo fisso, migliora di € 4.018.962, ma risulta negativo per € 5.301.797. Di conseguenza, il Quoziente primario di struttura, dato dal rapporto tra Mezzi propri e Totale attivo fisso aumenta da 0,73 a 0,83. Tale indicatore è anche conosciuto come “Grado di copertura dell’Attivo Fisso” e indica come i mezzi propri finanzino il capitale investito immobilizzato.

Il Margine secondario di struttura, dato dalla differenza tra la somma di Mezzi propri e Passività consolidate meno il Totale attivo fisso, aumenta da € 36.955.952 a € 46.455.787, di conseguenza il Quoziente secondario di struttura ((Mezzi propri + Passività consolidate) / Totale attivo fisso) aumenta da 2,07 a 2,49.

L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1. Nel caso in questione, l’indice di indebitamento è pari a 0,048 e nel 2012 era pari a 0,046. Anche se si escludessero gli acconti ricevuti dai clienti, tale indicatore lanciare segnali di sottocapitalizzazione essendo pari a 0,19.

Il Quoziente di indebitamento finanziario dato dal rapporto tra Passività di finanziamento e Mezzi propri aumenta a 1,97 da 2, a causa del maggior ricorso all’indebitamento finanziario.

L’indice di liquidità primaria, detto anche Quoziente di tesoreria, dato dal rapporto tra Liquidità Differite aumentate delle Disponibilità Liquide e le passività Correnti aumenta da 0,210 a 0,211.
Infatti il Margine di tesoreria dato dalla differenza tra Liquidità Differite aumentate delle Disponibilità Liquide e le passività Correnti migliora da € - 395,4 milioni a € 384,1 milioni. Tale indicatore risente dalla particolare caratteristica di lavorare su commessa e con gli acconti dei clienti, che anticipano parte del corrispettivo in base all’avanzamento dei lavori.
Infatti, il Margine di tesoreria, inteso come: (Liquidità immediate + Liquidità differite) –(Passività correnti – Acconti entro 12 mesi) è negativo per € 19.048.719 (-€ 18,2 milioni nel 2012).


L’INDICE DI SOLVIBILITA’ CORRENTE
Il rapporto tra attività correnti e passività correnti determina l’indice di solvibilità corrente, detto anche Indice di liquidità secondaria, o Quoziente di disponibilità. Tale indice serve a verificare se l’attivo corrente è in grado di pagare i debiti a breve. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità corrente è pari a 1,095, e nel 2012 era pari a 1,074. Ciò vuol dire che l’attivo a breve sarebbe in grado di pagare i debiti a breve.
Infatti il Margine di disponibilità, dato dalla differenza tra attività Correnti e passività Correnti aumenta da € 36,9 milioni a € 46,4 milioni.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Una società è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più la società è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità totale è pari a 1,048, ciò vuol dire che la società possiede dei beni il cui valore è sufficiente a pagare i debiti, almeno così come valorizzati in bilancio.

La Posizione Finanziaria Netta.
La posizione finanziaria netta, ossia l’indebitamento di natura finanziaria al netto delle disponibilità liquide, è negativa per € 23.104.867 ed in peggioramento rispetto al 2012, quando era negativa per € 14.395.798. In ogni caso risulta inferiore al valore della produzione.
Gli Amministratori hanno scritto che “il peggioramento della Posizione Finanziaria Netta, pari a 8,7 milioni di Euro, è dovuto al maggiore stress operativo legato alla flessione del volume di produzione”.
I debiti verso le banche aumentano da € 48.861.184 a € 51.118.252 e si riferiscono quasi interamente ad anticipazioni bancarie e scoperti di conto corrente in essere alla data del bilancio.
Le disponibilità liquide sono diminuite di € 6,5 milioni.

Al 31.12.2006 la posizione finanziaria netta risultava negativa per 108 milioni di Euro.



Poiché l’EBITDA è pari a € 7,2 milioni, il rapporto NET DEBT/EBITDA è uguale a 3,2.
Questo significa che occorrono più di tre anni alla gestione operativa per generare flussi di cassa per pagare il debito finanziario netto.

Investimenti e Attività di Ricerca e sviluppo

Per quanto riguarda l’attività di Ricerca e sviluppo, gli Amministratori hanno scritto che “nel corso del 2013, la Società ha focalizzato la propria attenzione ampliando l’offerta dei prodotti HRSG per soddisfare le mutevoli esigenze dei clienti e ha continuato lo sviluppo di tecnologie di ottimizzazione della combustione”.

Invero gli Amministratori non specificano l’importo specifico investito in tale attività. Tuttavia, nell’attivo del bilancio la posta “costi di ricerca e sviluppo” aumenta da € 448.956 a € 519.609, a causa di trasferimenti dalla posta Immobilizzazioni in corso e acconti per € 200.377 e degli ammortamenti per € 129.724. Il costo storico degli investimenti in ricerca e sviluppo e pubblicità ammonta a € 848.996.

Gli investimenti principali del 2013, risultano consuntivati per circa 450 mila Euro, e hanno riguardato: gli Impianti per € 24.920; l’Attrezzatura per € 9.654; i Mobili e macchine d’ufficio per € 10 mila; le Immobilizzazioni in corso e acconti per € 366.765 e le Altre immobilizzazioni immateriali per € 38 mila.

Gli incrementi delle Immobilizzazioni in corso e acconti hanno riguardato: il “Know how aziendale”; il “Design cost reduction”; il “Development of Design Tools”; per l’introduzione dell’utilizzo in Azienda di un software di modellazione 3D; il “Global procurement” per migliorare la competitività aziendale; il “Development new product” per sviluppare i design e gli standard tecnici di riferimento per caldaie a recupero verticali a circolazione naturale, per impiego su turbine a gas alimentate a olio combustibile e il “650 MW standard design”.

La Gestione Economica.



La prima voce contabile da cui partire nelle nostre valutazioni che è anche la prima misura del successo del business è il volume delle vendite, ossia il fatturato.
Trattandosi di una società che opera su commessa, è opportuno considerare il valore della produzione che considera anche le variazioni dei lavori in corso su ordinazione.
Il totale valore della produzione, nel 2013, diminuisce a € 88.095.612, mentre nel 2012 era pari a € 106.114.869. La riduzione è stata del 17%. Nel 2006 il valore della produzione era pari a € 458.568.484. Il crollo del valore della produzione rispetto al 2006 sembra un dato oggettivo.
Il Valore della Produzione area geografica è così suddiviso: Italia € 11.752.866; Estero € 76.342.746
I ricavi delle vendite e delle prestazioni diminuiscono a € 85.787.446 da € 121.368.052.
Le variazioni dei lavori in corso su ordinazione variano a da -19.136.893 Euro a -807.236 Euro.
La voce altri ricavi e proventi diminuisce da € 3.591.093 a € 3.012.945. Tale voce comprende “Altri ricavi da prestazioni infragruppo” per € 1.100.313 (€ 816.709). In particolare la voce “Altri ricavi da prestazioni infragruppo” riguarda per € 796.500 i riaddebiti per servizi generali e sistemi informativi effettuati nei confronti della Controllante. Un’altra voce contenuta è denominata “Altri” che è pari a € 1.076.110 (€ 536.820 nel 2012) e comprende, per € 619.247 i riaddebiti alla Controllante per contratti di distacco di personale della Società e per € 416.822 il rilascio di un fondo accantonato in anni precedenti.

Il dato di sintesi più immediato della situazione economica è fornito dall’utile netto. Nel 2013, l’utile netto è stato pari a € 713.422, mentre nel 2012 era pari a € 1.213.983.

Il Costo dei dipendenti si riduce da € 20,9 milioni a € 20 milioni. Tale costo rappresenta il 23,7% (20,2% nel 2012) dei costi della Produzione e il 22,7% (19,7% nel 2012) del valore della Produzione. La variazione in diminuzione del costo è correlata inoltre alla variazione dell’organico che è passato da un numero medio di 395 dipendenti nel 2012 a 372 nel corso dell’anno 2013.
Al 31 dicembre 2013 l’organico complessivo della Società è risultato pari a 369 unità così suddivise: 24 Dirigenti; 40 Quadri; 152 Impiegati; 153 Operai; di cui 164 nella sede di Gallarate e 205 nella sede di Gioia del Colle.
L’organico complessivo della Società al 31 dicembre 2012 era pari a 383 unità così suddivise: 22 Dirigenti; 42 Quadri; 163 Impiegati; 156 Operai; di cui 175 nella sede di Gallarate e 208 nella sede di Gioia del Colle.
La contrazione dell’organico (di circa il 7%), registratasi a fine esercizio è in linea con quanto previsto.
Al 31.12.2006 l’organico complessivo della Società è di 523 unità così suddivise: Dirigenti n° 25; Quadri n° 70; Impiegati n° 256; Operai n° 172; di cui 291 nella sede di Gallarate e 232 nella sede di Gioia del Colle.
I Costi per materie prime, sussidiarie, di consumo e di merci si sono ridotti di quasi 13,7 milioni di Euro e ammontano a  € 21,5 milioni. Tali costi rappresentano il 25,5% dei costi della produzione. Il decremento è dovuto alla diminuzione dei volumi di produzione rispetto all’esercizio precedente.
I costi per servizi ammontano a € 33,6 milioni (€ 32,5 milioni nel 2012). Tali costi rappresentano il 39,8% dei costi della produzione. Le spese bancarie sono state pari a € 2,6 milioni, le consulenze professionali a € 2,4 milioni.
I Costi per Godimento beni di terzi sono pari a € 4,6 milioni (€ 4,9 milioni nel 2012) e incidono per il 5,5% sui costi della produzione. Tale voce riguarda principalmente affitti passivi per circa € 3,5 milioni e noleggi-leasing per circa € 813 mila. La voce affitti comprende l’affitto di ramo d’azienda per un valore di € 3.103.237 verso la società Gioia RE s.r.l.

La gestione finanziaria è negativa per € 1.687.648 e risulta in peggioramento rispetto al 2012 di € 485 mila. In particolare la voce utili e perdite su cambi è diventata negativa per € 498 mila, mentre nel  2012 era positiva per € 393 mila.

La gestione straordinaria è positiva per € 594 mila. I proventi straordinari riguardano sopravvenienze attive per € 1.385.490 e includono € 493.mila circa per l’incasso di un contributo, riferito ad anni precedenti. Gli oneri straordinari comprendono gli oneri per esodi dipendenti per € 131 mila; sopravvenienze passive per € 553 mila e imposte per esercizi precedenti per € 100 mila.

Gli amministratori sottolineano il permanere di risultati positivi in presenza di una riduzione del valore della produzione per 17,4 milioni di Euro. Secondo gli Amministratori, nel 2013, la Società è stata in grado di mantenere i positivi livelli di redditività delle commesse, confermando per quanto riguarda il risultato operativo, un valore più elevato rispetto all’esercizio precedente.
Infatti tale ammontare è risultato pari a € 1.867.842 per il 2013 contro € 631.688 per il 2012.

Gli indici di redditività mostrano i seguenti risultati di seguito analizzati.

La redditività del capitale proprio (ROE)

Il ROE (RETURN ON EQUITY) o anche Tasso di Rendimento dei mezzi propri è il rapporto tra risultato netto d’esercizio e mezzi propri e indica il rendimento dei mezzi propri investiti nell’attività.
Nel caso in questione peggiora da 5% a 3%.

La redditività del capitale investito (ROI).

Il ROI indica la redditività del solo capitale investito nella gestione caratteristica indipendentemente dal fatto che esso sia stato apportato a titolo di mezzi propri o di terzi. Si calcola dividendo il Reddito Operativo per il Capitale Investito. Se si ottiene un ritorno economico adeguato, vuol dire che le attività sono gestite in modo efficiente e i ricavi operativi e le spese operative risultano ben dimensionati.
Nel caso in questione la redditività del capitale investito oltre ad essere negativa, migliora dall’1% del 2012 al 3% del 2012.

La redditività delle vendite (ROS)

Il ROS rappresenta il ricarico percentuale sulle vendite, ovvero quanto rimane dei ricavi dopo aver coperto tutti i costi operativi. Si calcola dividendo il reddito operativo per il Totale dei Ricavi.
Nel caso in questione aumenta da 1% a 2%.

La Produttività del capitale investito.

Tale indice misura la capacità del capitale investito di produrre Ricavi. Si calcola dividendo il Valore della Produzione per il Capitale Investito
Il rapporto tra Valore della Produzione, e attività totali, risponde ad una semplice ma fondamentale domanda: quanto è investito e quanti ricavi si producono?
Nel caso in questione diminuisce da 0,185 a 0,156. In altre parole, nel 2013, per ogni 100 Euro di capitale investito si sono determinati ricavi per € 15,6.

Conclusioni.

Trattandosi di una società che lavora su commessa appare fondamentale conoscere il dato sul portafoglio ordini. Nella Relazione sulla Gestione a pagina 5 è riportato un valore del portafoglio ordini per € 80,1 milioni, in calo rispetto al dato dell’anno precedente che era pari a 106,7 milioni di Euro.
Invero, nella Relazione sulla Gestione sono elencati i Contratti esistenti, che sono: Alaoji, riguardante la fornitura di 2 caldaie HRSG da 125 MW per Alaoji in Nigeria; Suez: riguardante la fornitura di un’unità a olio da 650 MW in Egitto; Bahna: in Egitto, riguardante la fornitura di due caldaie HRSG da 250 MW; Abu Qir: in Egitto, riguardante la fornitura di due caldaie a gas da 650MW ciascuna; Wasit in Arabia Saudita riguardante la fornitura di quattro caldaie HRSG da 170 MW; Ute Sepe in Brasile riguardnte, l’ attività di assistenza tecnica per una caldaia HRSG, consegnata al cliente nel 2011; Marubeni a Singapore, per la consegna della terza caldaia delle tre caldaie da 200 tph previste; Mers: in Algeria, riguardante la fornitura di una caldaia revamping a gas da 168MW; tale progetto è stato riavviato e dovrebbe essere stato completato nel primo semestre del 2014; Mohammedia: in Marocco, riguardante modifiche migliorative sull’impianto già consegnato.
Problemi sono sorti invece con STC S.p.A. per i progetto  relativi alla fornitura di unità di termovalorizzazione (WTE).
Sul sito web di Sofinter (http://www.sofinter.it/2014/12/mirfa-iwpp-abu-dhabi-ansaldo-caldaie-si-aggiudica-contratto-per-3-gvr/) in data 10 dicembre 2014 è apparsa la notizia che Ansaldo Caldaie si è aggiudicata un contratto per progettazione, fabbricazione e fornitura di 3 Generatori di Vapore a Recupero per il progetto Mirfa IWPP (Independent Water and Power Project) di proprietà della Joint Venture GDF Suez (20%) e Abu Dhabi Water and Electricity Authority (ADWEA).

Poiché il valore della produzione dipende dalle commesse, bisogna evidenziare anche che le commesse dipendono dal prodotto che si vende e come si vende. Sul prodotto agiscono delle variabili importanti come il processo tecnologico utilizzato, che può influire sul prezzo e le prestazioni.

In genere i mercati di sbocco, quando sono poveri, sono interessati esclusivamente al prezzo. Altri mercati, forse più remunerativi, potrebbero essere interessati a prodotti con tecnologia avanzata, che permettono di ridurre i costi di esercizio relativi al prodotto venduto. In tal senso potrebbero essere importanti gli investimenti nel settore ricerca e sviluppo, o investimenti che abbiano l’obiettivo di modernizzare gli impianti, realizzando prodotti in maniera più efficiente ed economica. Molto importante per quanto riguarda i mercati di sbocco è anche il rischio geopolitico. Situazioni di instabilità politica possono arrecare gravi danni.

venerdì 26 dicembre 2014

Appunti “pindarici” su ILVA Spa



Luca Marotta


Dal programma di riordino IRI, presentato il 19 novembre 1992, dal Presidente AMATO, è possibile reperire alcuni dati relativi al 1991 e alle previsioni per il 1992 dell’ ILVA.
ILVA Spa evidenziava le seguenti cifre in miliardi di Lire:


1991
Previsioni 1992
Fatturato
10.608,5
10.207,0
Margine Operativo Lordo
1313,9
959,1
Ammortamenti
641,2
825,4
Proventi e Oneri Finanziari
-847,1
-861,7
Risultato Operativo Ordinario
-174,4
-728,0
Risultato Netto
-498,8
-320,0
Mezzi Propri + Interessenze di terzi
2972,8
2526,4
Posizione Finanziaria Netta
-6338,4
-6209,1
Numero dipendenti
50.244
n.d.


Secondo la pubblicazione:  “LE PRIVATIZZAZIONI IN ITALIA DAL 1992” che era lo STUDIO PREDISPOSTO AI FINI DELLINDAGINE CONOSCITIVA SULLA COMPETITIVITÀ DEL SISTEMA PAESE DI FRONTE ALLE SFIDE DELLA MONETA UNICA E DELLA GLOBALIZZAZIONE DELLECONOMIA CONDOTTA DALLA COMMISSIONE BILANCIO DELLA CAMERA DEI DEPUTATI, la privatizzazione di ILVA Laminati Piani, avvenuta nel 1995, ha permesso di incassare 2.332 miliardi di Lire con il trasferimento del debito per 1.500 miliardi di Lire.

La Società Italsider / Ilva determinava un indebitamento indotto dalla società prima della cessione pari a 17.408 miliardi di Lire e la cessione aveva permesso di ridurre il Debito residuo indotto negli enti di gestione a 15.385 miliardi di Lire. Mentre la centrale ISE non determinava un indebitamento indotto.

Sempre dallo stesso studio emerge che la Ilva Laminati Piani (ora Ilva), è stata rilevata dalla Rilp S.r.l., della Finanziaria Acciai S.r.l. (Gruppo Riva) per il 57,1% e per il residuo da banche creditrici del Gruppo ILP (20-25% circa) ed altri soci. Nel 1996 le banche hanno ceduto le proprie quote ad altri azionisti della stessa compagine azionaria. In seguito, il Gruppo Riva Acciaio ha portato la propria quota a circa l’80% del capitale. Il Gruppo Riva aveva rilevato dall’Ilva la Acciaierie di Cornigliano nel 1988. Con l’acquisizione di ILVA, il Gruppo Riva è potuto diventare il principale produttore italiano di ghisa e acciaio grezzo.
Nel mercato europeo dei prodotti piani la posizione non è mutata, essendo rimasta intorno all’11%, ma la posizione in Italia è diminuita dal 50% nel 1995 al 42% nel 1999.

“La privatizzazione non si è tradotta in innovazioni tecnologiche o di prodotto di particolare rilievo.

Il complesso di Taranto ha registrato un’iniziale riduzione del volume degli investimenti (anni 1995 e 1996)”. E ciò che si è investito era frutto di un programma di spesa realizzato dall’Ilva in anni precedenti. In seguito si è verificato un crescente intervento della nuova proprietà volto a completare ed ammodernare le strutture esistenti allo scopo di allinearle a quelle dei principali competitori internazionali.

La realizzazione della centrale elettrica ISE, ha consentito di valorizzare gas residui riducendo inoltre il costo di approvvigionamento dell’energia elettrica consumata. Gli impianti dell’Ilva, ancorché tecnologicamente adeguati, comportavano tuttavia un posizionamento della società nella fascia bassa del mercato, dove la forte competizione da parte di produttori esteri (specialmente quelli dell’Est europeo) la esponeva a forti perdite nei cicli congiunturali negativi.

I programmi avviati nel 1998 tendono a modificare sostanzialmente la struttura produttiva aumentando il tasso di rilavorazione interna dei coils, che era inferiore di circa un quarto rispetto ai principali concorrenti europei, ponendo una maggiore enfasi sulla verticalizzazione della produzione verso i prodotti rivestiti che sono tra quelli a maggior valore aggiunto.
Altro obiettivo dell’acquirente era quello della riorganizzazione allo scopo di ridurre la dispersione dei siti sul territorio, che comportava un’incidenza delle spese di trasporto e logistiche pari al 10-15% del costo totale dei prodotti, e favorire un maggior tasso di utilizzo della capacità produttiva di Taranto, che era del 70%.
Il piano di investimenti nel periodo 1998-2002 prevedeva una spesa intorno ai 1.700 miliardi di lire.

Inoltre, la gestione privata dell’Ilva si proponeva attraverso una continua ricerca di economie nei costi di gestione di eliminare le inefficienze ereditate dalla precedente azienda pubblica, che l’impresa aveva dichiarato particolarmente pesanti.

Secondo il Libro Bianco sulle privatizzazioni, pubblicato da MINISTERO DEL TESORO, DEL BILANCIO E DELLA PROGRAMMAZIONE ECONOMICA, nell’aprile 2001, la privatizzazione di ILVA Laminati piani, avvenuta nel 1995, ha permesso di incassare 2.514 miliardi di Lire pari a circa 1,3 miliardi di Euro.

Dai dati resi noti dall’Audizione del Presidente dell’ ILVA S.p.A. Dr. Bruno Ferrante alla Commissione lavoro, previdenza sociale Senato della Repubblica si è saputo che ILVA Spa ha investito 6,1 miliardi di Euro, di cui ben 4.551.426.000 Euro a Taranto.
L’importo degli investimenti destinati all’ambiente è stato di Euro 1.101.299.000


Tabella tratta da: Audizione del Presidente dell’ ILVA S.p.A. Dr. Bruno Ferrante alla Commissione lavoro, previdenza sociale Senato della Repubblica

Sempre in base ai dati forniti nell’Audizione: “Nel 2011, il contributo dello stabilimento di Taranto alla formazione del valore generato dall’Ilva S.p.A. è stato pari all’88,4%.
Il fatturato consolidato da Ilva S.p.A., nel 2011, è stato pari a 6.036,84 milioni di euro, in ripresa, rispetto al 2010 e al 2009, rispettivamente del 26,7 % e del 70,4%, rimanendo però ancora al di sotto del fatturato del 2008 (- 13,2 %).
Una redditività netta complessiva pari a 1,4 miliardi di euro, interamente mantenuta all'interno dell'azienda.
Il valore della produzione realizzato da Ilva S.p.A., nel 2011, è stato pari a 6.342,84 milioni di euro, in ripresa del +21,0 % rispetto al 2010 e del 97,5% rispetto al 2009, ma ancora al di sotto (- 10,8 %) rispetto al 2008. I valori in calo sono da ricondursi principalmente all’impatto della crisi economica mondiale che, iniziata già nella seconda metà del 2008, si è venuta a manifestare in tutti i suoi effetti, e con particolare virulenza per il settore siderurgico, nel 2009 ed ancora nel 2010.
I costi industriali, riconducibili principalmente ai costi per le materie prime, energia e servizi, nel 2011 sono fortemente aumentati (rispettivamente + 30,7 % rispetto al 2010 e + 101,7 % rispetto al 2009). A questo forte aumento dei costi hanno soprattutto contribuito le materie prime (minerali di ferro, carboni e ferroleghe fra tutti) con un + 41,2 % rispetto al 2010 e + 156,3% rispetto al 2009, conseguenti, in particolare, ad una impennata dei prezzi.

Secondo un’analisi de Il Sole 24 Ore (“Ilva, utili per 1,4 miliardi 1,1 investiti per l'ambiente” di Matteo Meneghello del 10 ottobre 2012, link: http://www.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2012-10-10/ilva-utili-miliardi-investiti-064251.shtml?uuid=AbEHpArG) dai dati di bilancio emergeva la capacità dell'Ilva di generare ricchezza. Durante la gestione Riva ci sono stati periodi bui (soprattutto quelli più recenti), ma anche cicli di grande crescita. “I numeri dicono che nonostante le note difficoltà vissute dal mercato siderurgico negli ultimi tre anni (durante i quali l'azienda di Taranto ha perso 1,1 miliardi di euro), la gestione industriale ha prodotto, durante gli anni della famiglia Riva, un reddito pari a 2,1 miliardi di euro: la redditività netta complessiva, dal 1995 al 2011, è stata in particolare pari a 1,4 miliardi di euro, nonostante negli ultimi tre anni sia risultata negativa per 446 milioni di euro.”

L’analisi de Il Sole 24 Ore confermerebbe che “l'Ilva abbia effettuato investimenti in immobilizzazioni materiali (terreni e fabbricati, impianti e macchinari, attrezzature industriali e commerciali e altri beni) per 6,1 miliardi”. La quasi totalità, pari al 90% di questi investimenti, deriva da autofinanziamento. L’autofinanziamento è determinato dagli utili reinvestiti (circa 1,4 miliardi di euro) e dagli ammortamenti (circa 4,1 miliardi). Per l’importo di circa 620 milioni di euro,si è ricorso all’indebitamento infragruppo e bancario.

Anche l’analisi dei dati de Il Sole 24 Ore confermerebbe che nello stabilimento di Taranto sono stati investiti, durante la gestione Riva, circa 4,6 miliardi di Euro sui 6,1 miliardi di euro complessivi e la somma destinata alla salvaguardia ambientale ammonterebbe a 1,1 miliardi di euro.
L’ultimo passaggio coincide con quello affermato nell’audizione da Ferrante.

Durante la Gestione Riva, dal punto di vista finanziario e patrimoniale, si è registrato quanto segue:
- aumento dei mezzi propri,(il patrimonio netto si è quadruplicato, aumentato dai 621 milioni di euro del 1995 ai 2,4 miliardi del 2011);
- incremento dei debiti finanziari, che nel 2011 erano pari a 2,9 miliardi contro i 379 milioni dell’inizio della gestione.

I debiti finanziari sono aumentati soprattutto nel quadriennio 2008-2011, da 1,8 a 2,9 miliardi di euro, “a causa della riduzione dei flussi di cassa provocata dai risultati negativi della gestione industriale (per circa 805 milioni). La contrazione del cash flow ha rallentato così gli investimenti in immobilizzazioni materiali, quasi dimezzati rispetto al triennio precedente”.

Il Bilancio 2011.

Come scritto dagli Amministratori nella Relazione sulla Gestione l’esercizio 2011 di ILVA SPA i risultati di bilancio vanno inquadrati nel contesto economico generale che non è stato favorevole a causa della “particolare e svantaggiosa situazione italiana dei costi di alcuni servizi che continuano a registrare tariffe superiori rispetto ai principali “competitors” europei; del perdurare degli effetti economici derivanti dalla crisi finanziaria iniziata nel 2008 negli USA ed estesasi al mondo intero, con ripercussioni su tutto il sistema produttivo; della stagnazione della domanda interna di acciaio e di  una ripresa economica significativa solo nei mercati dei paesi emergenti e nei cosiddetti paesi BRIC”.

Il bilancio dell’esercizio 2011 di ILVA SPA, evidenzia una perdita netta di Euro 35.549.314, rispetto al risultato positivo di Euro 43.697.499 conseguito nel 2010.
I ricavi delle vendite sono stati pari a € 6.026.236.234 e registrano un incremento del 30,44% rispetto alla cifra del 2010, che era pari a € 4.619.903.737.  La variazione positiva è dovuta all'aumento dei volumi, ma anche dall'aumento dei prezzi medi di vendita.
I ricavi per vendite di prodotti siderurgici ammontano a circa € 6 miliardi; quelli per prestazioni sono pari a circa € 21 milioni.
I ricavi delle vendite e delle prestazioni effettuate nei confronti della controllante rappresentano lo 0,009% del totale, mentre i ricavi nei confronti di altre società del Gruppo (controllate, controllanti e consociate) rappresentano il 12,11% del totale.
Il costo delle materie prime è aumentato a € 4,7 miliardi da € 3,46 miliardi. L’incremento è stato del 36,1%.
Di conseguenza l’incremento dei costi delle materie prime è stato superiore a quello dei ricavi. Per tale motivo, il margine operativo lordo (EBITDA) è peggiorato, passando da € 120.972.748 a € 36.426.060.
Le spese per servizi sono aumentate del 14,86%, a € 878.249.551 da € 764.603.592. I costi per godimento beni di terzi sono diminuiti a € 4.714.765 da € 5.376.419.
Il costo del personale è aumentato del 7,21% da € 591.097.265 a € 634.400.463. Nel corso del 2011, il personale medio occupato è stato di 14.790 unità, di cui 11.586 a Taranto, 1.811 a Genova e le rimanenti nelle altre unità sociali. Si è registrato un decremento di 276 unità rispetto al 2010.
Alla data del 31.12.2011 il personale in forza era di 14.720 unità, di cui 14.533 assunti a tempo indeterminato (14.806 al 31.12.2010) e 187 assunti a tempo determinato (158 al 31.12.2010).
Gli ammortamenti e gli accantonamenti risultano pari a 397 milioni di euro (€ 381 milioni nel 2010).
Il risultato prima del calcolo di interessi e tasse (EBIT) è negativo per € 360.117.634, mentre nel 2010 era negativo per € 260.736.002.
Gli oneri finanziari sul fatturato sono saliti dall’1,65% all’1,99%.
Come già detto, l’esercizio 2011 si è chiuso con una perdita di 35,5 milioni di euro contro un utile di 43,7 milioni di euro registrato nel 2010.

I RAPPORTI CON IMPRESE CONTROLLANTI, CONTROLLATE, COLLEGATE E CONSOCIATE.
ILVA S.p.A. è controllata da Riva Fire S.p.A. per l’ 87,00% del capitale sociale, di cui il 61,62% detenuto in via diretta e il 25,38% in via indiretta.
Gli Amministratori hanno ribadito che i rapporti con la controllante, nonché con le altre società controllate, collegate e consociate, che riflettono operazioni e transazioni sia di natura commerciale che finanziaria, sono avvenuti a normali condizioni di mercato.
I ricavi generati con la controllante Riva Fire S.p.A. sono stati pari a 1,1 milioni di Euro.
I ricavi generati con le società controllate sono stati pari a 589,3 milioni di Euro.
I ricavi generati con le società collegate sono stati pari a 5 mila Euro.
I ricavi generati con le società consociate sono stati pari a 155,1 milioni di Euro.
I costi generati con la controllante Riva Fire S.p.A. sono stati pari a 101,6 milioni di Euro.
I costi generati con le società controllate sono stati pari a 378,2 milioni di Euro.
I costi generati con le società collegate sono stati pari a 32 mila Euro.
I costi generati con le società consociate sono stati pari a 31,6 milioni di Euro.
Il debito verso la controllante Riva Fire S.p.A. è di 1,15 miliardi di Euro, di cui € 1,1 miliardi di natura finanziaria. Il debito verso la consociata Stahlbeteiligungen Holding S.A. è di € 1.064.054.609, di cui € 1.061.429.000 di natura finanziaria.
Il credito maggiore è verso la controllata Taranto Energia Srl per € 158,6 milioni.

ANALISI DATI 2011.

Gli indici di redditività mostrano un peggioramento, ad eccezione della capacità produttiva.

La redditività del capitale proprio (ROE)
Il ROE (RETURN ON EQUITY) o anche Tasso di Rendimento dei mezzi propri è il rapporto tra risultato netto d’esercizio e mezzi propri e indica il rendimento dei mezzi propri investiti nell’attività.
Nel caso in questione peggiora da 1,82% a -1,50%.

La redditività del capitale investito (ROI).
Il ROI indica la redditività del solo capitale investito nella gestione caratteristica indipendentemente dal fatto che esso sia stato apportato a titolo di mezzi propri o di terzi. Si calcola dividendo il Reddito Operativo per il Capitale Investito. Se si ottiene un ritorno economico adeguato, vuol dire che le attività sono gestite in modo efficiente e i ricavi operativi e le spese operative risultano ben dimensionati.
Nel caso in questione la redditività del capitale investito oltre ad essere negativa, peggiora  da -7,08% del 2010 a -10,16% del 2011.

La redditività delle vendite (ROS)
Il ROS rappresenta il ricarico percentuale sulle vendite, ovvero quanto rimane dei ricavi dopo aver coperto tutti i costi operativi. Si calcola dividendo il reddito operativo per il Totale dei Ricavi.
Nel caso in questione peggiora  da -6,74% a -7,41%.

La Produttività del capitale investito.
Tale indice misura la capacità del capitale investito di produrre Ricavi. Si calcola dividendo il Totale ricavi per il Capitale Investito
Il rapporto tra ricavi operativi, e attività totali, risponde ad una semplice ma fondamentale domanda: quanto è investito e quanto si fattura?
Nel caso in questione aumenta da 0,67 a 0,81. In altre parole, nel 2011, per ogni 100 Euro di capitale investito si sono determinati ricavi delle vendite per € 81.

Anche gli indici finanziari e di solidità sono peggiorati.

Il grado di copertura dell’Attivo Fisso.
Il grado di copertura dell’Attivo Fisso indica come i mezzi propri finanzino il capitale investito immobilizzato.
Nel caso in questione l’indice peggiora da 0,64 a 0,58.

L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1. Nel caso in questione, l’indice di indebitamento è pari a 0,46 e nel 2010 era pari a 0,54.

Il Quoziente di indebitamento finanziario dato dal rapporto tra Passività di finanziamento e Mezzi propri aumenta a 1,21 da 1,09, a causa del maggior ricorso all’indebitamento finanziario.

Le passività di finanziamento aumentano di 244,7 milioni di euro a 2.870 milioni di euro. Nel 2010 erano pari a 2.625 milioni di Euro.L’indebitamento bancario netto, diminuisce di 101 milioni di euro, da € 806.295.089 a € 705 milioni.

Anche gli indici di liquidità hanno registrato un leggero peggioramento.

L’indice di liquidità primaria, detto anche Quoziente di tesoreria, dato dal rapporto tra Liquidità Differite aumentate delle Disponibilità Liquide e le passività Correnti diminuisce a 0,38 da 0,41.
Infatti il Margine di tesoreria dato dalla differenza tra Liquidità Differite aumentate delle Disponibilità Liquide e le passività Correnti oltre a essere negativa peggiora a -2.3 milioni di Euro -1,9 milioni di Euro.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ CORRENTE
Il rapporto tra attività correnti e passività correnti determina l’indice di solvibilità corrente, detto anche Indice di liquidità secondaria, o Quoziente di disponibilità. Tale indice serve a verificare se l’attivo corrente è in grado di pagare i debiti a breve. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità corrente è pari a 0,92, e nel 2010 era pari a 0,98. Ciò vuol dire che l’attivo a breve non sarebbe in grado di pagare i debiti a breve.
Infatti il Margine di disponibilità, dato dalla differenza tra attività Correnti e passività Correnti peggiora da -69,6 milioni di Euro a – 304 milioni di Euro.

L’INDICE DI SOLVIBILITA’ TOTALE
Il rapporto tra attività totali e debiti totali determina l’indice di solvibilità totale. Una società è solvibile quando il totale dell’attivo è superiore al totale dei suoi debiti. Quanto maggiore risulta tale indice, tanto più il club è solvibile. Nel caso in questione, l’indice di solvibilità totale è pari a 1,46, ciò vuol dire che la società possiede dei beni il cui valore è sufficiente a pagare i debiti.

L’andamento finanziario sembrerebbe confermare le valutazioni  precedenti.
Dall’esame del rendiconto finanziario emerge che l’indebitamento finanziario a breve termine iniziale si è incrementato di 170,8 milioni di Euro.
Il flusso monetario determinato dall’attività operativa è stato positivo per € 56,3 milioni.
Il flusso monetario determinato dall’attività di investimento ha assorbito € 380,5 milioni.
Il flusso monetario determinato dall’attività di finanziamento è stato positivo per € 153,4 milioni, anche grazie a nuovi finanziamenti per € 320 milioni.
Nel complesso, la situazione finanziaria netta passa da un saldo negativo di € 1,13 miliardi ad un saldo negativo di € 1.3 miliardi.

Conclusioni.

La sensazione che si ha, per il caso della privatizzazione ILVA, è che potrebbe ricondursi alla fattispecie della “privatizzazione degli utili e socializzazione delle perdite”.
L’eventuale nazionalizzazione con opera di risanamento ambientale, di cui si discute ultimamente, sta a significare semplicemente che il miliardo investito nel settore ambiente non è stato sufficiente e che ora tocca allo Stato intervenire di nuovo.
Il 1° gennaio 2013 ha iniziato ad operare giuridicamente il Riva Forni Elettrici S.p.A. nata dalla scissione parziale di Riva Fire S.p.A..
Nel bilancio consolidato 2013 di Riva Forni Elettrici S.p.A., tra i rischi legati alla scissione, si legge che pur essendo le società Riva Forni Elettrici S.p.A. e Riva Fire S.p.A. due entità totalmente distinte sotto il profilo funzionale, tecnico operativo e giuridico, vengono in parte accomunate dalle vicende giudiziarie inerenti ILVA S.p.A., poiché Riva Forni Elettrici, in quanto beneficiaria della scissione, è stata coinvolta nel procedimento penale.

Riva Forni Elettrici, nei limiti del patrimonio ad essa assegnato, è responsabile in via sussidiaria dei debiti della società scissa, antecedenti la scissione.

lunedì 22 dicembre 2014

Bilancio Lazio 2013/14: utile di 7,1 milioni, grazie a Hernanes e con Zarate in Rosa.



Luca Marotta


La S.S. Lazio SpA ha chiuso il bilancio consolidato, al 30 giugno 2014, con un utile di € 7.068.790. Il risultato è in miglioramento rispetto alla perdita di € 5,9 milioni della stagione precedente.
Per l’esposizione del risultato positivo appaiono decisive le plusvalenze pari a € 22.985.000, in particolare quella di Hernanes.
Tuttavia, bisogna anche evidenziare che al 30 giugno 2014 il valore contabile netto di Zarate, pari a € 4 milioni circa, contribuisce ancora a formare il valore netto contabile dei diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori e che la Lazio continua a non assoggettare ad IRAP le plusvalenze.
Il Gruppo è sottoposto alla direzione e coordinamento della Lazio Events S.r.l., che è l’unico azionista con una partecipazione superiore al 2% del capitale sociale. Lazio Events S.r.l. possiede n. 45.408.929 azioni ordinarie corrispondenti al 67,035% del capitale sociale.

Il Sistema Dualistico.

Dal 2004 la SS Lazio Spa è gestita col sistema “dualistico, ossia è dotata di un “Consiglio di Gestione” che funge da organo amministrativo e di un “Consiglio di Sorveglianza” che funge da organo di controllo.
I componenti del Consiglio di Gestione sono due, tra cui figura il Presidente Dott. Claudio Lotito.
Il Consiglio di Gestione è nominato dal Consiglio di Sorveglianza. Al Consiglio di Sorveglianza spettano dei poteri che nel sistema tradizionale sono riservati all'assemblea dei soci e al collegio sindacale, che in tale sistema manca. In particolare, il Consiglio di Sorveglianza, in base all’articolo 2409 terdecies del Codice Civile, approva il bilancio di esercizio e, ove redatto, il bilancio consolidato.
Con tale sistema, all’Assemblea dei Soci compete la nomina del consiglio di sorveglianza e di deliberare in merito all’eventuale distribuzione di utili, perché il bilancio è approvato dal Consiglio di Sorveglianza.
Trattasi di un modello gestionale che, rispetto al modello tradizionale, realizza una separazione maggiore tra i soci e gli organi cui compete l’amministrazione della società, concedendo agli stessi maggiore autonomia.

La Capitalizzazione di Borsa.

Considerando la Capitalizzazione di Borsa, come valore puramente indicativo della società, si può notare come durante il 2013, tale valore sia oscillato tra i 26 milioni di Euro del 20 marzo 2013 e i 70 milioni di Euro del 16 ottobre, per ridimensionarsi successivamente.



Per quanto riguarda il 2014 il valore della capitalizzazione di Borsa di S.S. Lazio è oscillato tra i 32,6 milioni di Euro del 16 ottobre 2014 e i 43,4 milioni di Euro del 12 marzo 2014.



Grafico tratto da: http://www.borsaitaliana.it/

Rapporti con parti correlate.

Durante il 2013/14, il Gruppo ha intrattenuto rapporti con parti correlate, che hanno comportato il sostenimento di costi per € 9,42 milioni (€ 5.402.000 nel 2012/13).



Con la società Roma Union Security, sono stati sostenuti costi per € 550 mila (€ 700 mila nel 2012/13) e figurano debito per € 160 mila, riferiti sostanzialmente al servizio di vigilanza del centro sportivo di Formello.
Con la Gasoltermica Laurentina S.p.A. i costi sono stati pari a € 1,71 milioni (€ 2,5 milioni nel 2012/13), mentre i debiti ammontano a 260 mila Euro, e sono relativi alla manutenzione del centro sportivo di Formello e alla gestione del magazzino merci della SS Lazio Marketing.
Il rapporto con la Us Salernitana ha determinato un costo complessivo di € 1,45 milioni (€ 1,45 milioni nel 2012/13) e un debito di 240 mila Euro, per l’utilizzo di diritti commerciali e pubblicitari.
Con la Bona Dea (socio al 20% di Lazio Events S.r.l.) si sono registrati costi per € 1 milione (€ 165 mila nel 2012/13), solo nel primo semestre, per servizi di assistenza alle procedure di amministrazione del personale.
Con la società Omnia Service, sono stati sostenuti costi per € 610 mila (€ 14 mila nel 2012/13), per il servizio di mensa sia giornaliero che in occasione dei ritiri per i tesserati presso il centro Sportivo di Formello.
Con la società Linda, sono stati sostenuti costi per € 1,80 milioni (€ 248 mila nel 2012/13), nel primo semestre, per prestazioni di servizi.
Con la società Snam Lazio Sud sono stati sostenuti costi per € 2,3 milioni (€ 325 mila nel 2012/13), per servizi di assistenza informatici, finanziari, amministrativi, processi organizzativi e logistici aziendali e amministrazione del personale.

La continuità aziendale.

Il Regolamento del Fair Play Finanziario richiede che il bilancio consolidato sia certificato da un revisore esterno, e non presenti eccezioni relative alla continuità aziendale (‘going concern’).
Per Continuità Aziendale si può intendere la capacità di onorare gli impegni, ovvero l’attitudine dell’impresa a durare nel tempo.
La Società di Revisione PricewaterhouseCoopers Spa, nella sua Relazione, al punto 4, ha riportato un richiamo di informativa, riguardante il fatto che la SS Lazio SpA, aderendo all'impostazione fornita dalla Lega Nazionale Professionisti, nonostante l’orientamento contrario espresso dall'Agenzia delle Entrate, ritiene di non dover assoggettare a tassazione ai fini IRAP le plusvalenze generate dalla cessione dei calciatori. Per questo motivo, la SS Lazio SpA ha ricevuto alcuni avvisi di accertamento e cartelle di pagamento da parte dell'Agenzia delle Entrate. Su tali avvisi, sono stati accolti i relativi ricorsi, ma tali sentenze non sono ancora passate in giudicato. I Revisori hanno evidenziato che la SS Lazio SpA, in forza delle sentenze e del parere di un professionista, non ha provveduto ad effettuare accantonamenti.

Comunque, gli Amministratori hanno scritto che il bilancio consolidato è stato redatto sul presupposto della continuità aziendale, “in quanto vi è la ragionevole aspettativa che la SS Lazio continuerà la sua attività operativa in un futuro prevedibile (e comunque con un orizzonte temporale superiore ai 12 mesi)”.

L’Indebitamento Fiscale.

Nel corso dell'esercizio 2004/05 1a SS Lazio SpA ha stipulato con l'Agenzia delle Entrate un atto di transazione con rateizzazione del debito tributario relativo a IRPEF e IVA dovute a tutto il 31 dicembre 2004. Al 30 giugno 2014, 1a SS Lazio SpA ha provveduto al regolare versamento delle rate previste ed il debito residuo ammonta a € 60,2 milioni (€ 63 milioni al 30/06/12) di cui € 3,3 milioni entro l’esercizio successivo. L’importo complessivo dovuto era di 108,78 milioni (Oltre 140 milioni di Euro con gli interessi e le sanzioni). Secondo i Consiglieri di Gestione, la SS Lazio SpA è in grado di far fronte agli impegni finanziari derivanti dalla dilazione concessa dal fisco.



Le prime nove rate delle 23 previste, sono state pagate entro i termini richiesti. Gli importi dovuti sono garantiti dalla cessione prosolvendo dei crediti rivenienti dagli incassi da biglietteria.

L’importo dei debiti tributari allocato tra le passività non correnti è di € 55,9 milioni (€ 59,4 milioni nel 2012/13) e finanzia il 32% dell’attivo. Il totale dei debiti tributari, sia correnti che non correnti, pari a € 59,9 milioni (€ 68,5 milioni nel 2012/13), “finanzia” il 34,2% delle attività. Tali debiti, pur riferendosi a esercizi precedenti, non sono da considerarsi “debiti scaduti” in quanto oggetto, per la maggior parte, di transazione, e perciò non rilevano ai fini del Fair Play Finanziario.
Le problematiche fiscali, almeno di natura interpretativa, continuano a caratterizzare anche l’attuale gestione. Come già scritto, i revisori hanno evidenziato, la problematica della tassazione ai fini IRAP delle plusvalenze generate dalla cessione dei calciatori e dei contenziosi in essere.

L’Indebitamento Finanziario.

L’indebitamento finanziario netto aumenta da € 6.571.000 a € 16.859.000. A determinare l’aumento dell’indebitamento è stato il maggiore ricorso al finanziamento con anticipazioni.



I debiti finanziari non correnti al 30 giugno 2014 sono pari ad Euro 7,4 milioni e si riferiscono all’importo oltre i 12 mesi del debito per l’erogazione da parte dell’Istituto per il Credito Sportivo di € 8,1 milioni a seguito della stipula di un mutuo quindicinale al tasso fisso del 6% sull’immobile di Via Valenziani.
I debiti finanziari a breve ammontano, al 30 giugno 2014, a Euro 13,4 milioni, con un incremento di € 6,9 milioni, infatti nel 2012/13 erano pari a € 6,5 milioni. Tale voce include sia l’esposizione verso Unicredit Factoring per la cessione dei crediti relativi ai diritti televisivi della stagione 13/14 e dell’’anticipo della stagione 14/15 sia l’importo entro i 12 mesi del debito per il mutuo quindicinale.
Le disponibilità liquide ammontano a € 3.958.477 (€ 8.361.559 nel 2012/13) e risultano in diminuzione rispetto all’esercizio precedente di € 4,4 milioni.
I crediti verso enti-settore specifico ammontano a € 24,8 milioni (€ 19,7 milioni nel 2012/13).
I Debiti verso enti settore specifico ammontano complessivamente a € 21,9 milioni (€ 16,1 milioni nel 2012/13). L’importo con scadenza oltre i 12 mesi è di 7,6 milioni.
L’indebitamento finanziario netto aumentato del saldo tra debiti e crediti verso Enti Settore Specifico, che per la maggior parte riguardano squadre di calcio, non supera il valore dei ricavi, comprensivi di plusvalenze, pertanto è conforme a quanto auspicato dal Regolamento sul Fair Play Finanziario.

Il Patrimonio Netto.

Il patrimonio netto al 30 giugno 2014 risulta essere positivo per € 15,7 milioni. Al 30 giugno 2013 era ugualmente positivo, ma per € 8,7 milioni. La variazione è stata causata dal risultato dell’esercizio.



Essendo non negativo risulta conforme a quanto stabilito dal Regolamento sul Fair Play Finanziario. I “mezzi propri” finanziano il 9% di tutte le attività (5,1% nel 2012/13). Tra le riserve che compongono il Patrimonio netto consolidato spicca la “Riserva da prima applicazione IAS”, che risulta negativa per € 69.324.832.
Il capitale investito netto pari a € 32,58 milioni (€ 15,28 milioni nel 2012/13) è finanziato per il 48,25% dal Patrimonio Netto e per il 51,75% dall’Indebitamento Finanziario Netto.

L’INDICE DI INDEBITAMENTO
Il rapporto tra patrimonio netto e il totale delle passività determina l’indice di indebitamento. Tale valore deve muoversi all’intorno di 1. Nel caso in questione, l’indice di indebitamento è pari a 0,10.
Infatti, l’equity ratio è molto basso ed è pari al 9%. Il ricorso al capitale di terzi, anche grazie alla rateizzazione tributaria, prevale di molto sull’apporto dei mezzi propri.
L’indice di indebitamento potrebbe essere un nuovo parametro da considerare in chiave modifica del Regolamento del Fair Play Finanziario, se si adottasse il principio di favorire la capitalizzazione dei club con i mezzi propri, evitando il ricorso all’indebitamento.

Gli Altri Debiti.

La voce “Altri Debiti” è diminuita, rispetto al 30 giugno 2013, di € 3,19 milioni, ed ammonta a € 21,5 milioni. Nel bilancio si legge che tale variazione dipende principalmente dalla diminuzione dei debiti verso il personale dovuto sia alla parte fissa che variabile delle retribuzioni dei tesserati.
I debiti verso tesserati e dipendenti sono diminuiti da € 16,6 milioni a € 13 milioni. I debiti verso intermediari aumentano da € 6,67 milioni a € 7,2 milioni, di cui € 4,4 milioni condizionati e € 2,8 milioni non condizionati.
 I debiti verso tesserati sono principalmente costituiti: dagli stipendi del mese di maggio e giugno dei calciatori della prima squadra pagabili entro il 30 settembre 2014, pari a € 6.974.000, al lordo di imposte; da premi individuali a tesserati pagabili entro il 30 settembre 2014, pari a € 3.589.000, al lordo di imposte.
Per quanto riguarda i debiti verso intermediari “condizionati”, l’unica variabile prevista nei contratti condizionati è quella legata alla presenza del giocatore di riferimento nell’organico della S.S. Lazio S.p.A..
Per quanto riguarda le passività potenziali, la SS Lazio ha evidenziato che nel mese di dicembre 2012 è stato notificato un decreto ingiuntivo per un importo di 1,6 milioni di Euro, per le competenze richieste da un intermediario. È stato proposto appello al giudizio di primo grado. Il parere del legale della Società, per quanto riguarda il rischio di soccombenza finale è stato quello ri ritenerlo possibile, ma la Società non ha provveduto ad effettuare accantonamenti.

La questione Zarate
Per la questione Zarate in bilancio è scritto quanto segue:In data 22 luglio 2013 il Collegio Arbitrale ha rigettato il ricorso presentato dal tesserato per lo scioglimento del rapporto in data 4 marzo 2013.”
 “In data 1 luglio 2013 il giocatore ha provveduto a risolvere unilateralmente il contratto con la S.S. Lazio S.p.A. ed in data 14 agosto 2013 la F.I.F.A. ha autorizzato il tesseramento del suddetto calciatore a favore della società CA VELEZ SARSFIELD.
La S.S. Lazio S.p.A. ha presentato il ricorso presso le autorità competenti sulla base della normativa vigente, chiedendo il risarcimento per danno. La decisione sulla vertenza ancora non è stata comunicata.
Nel prospetto della Rosa dei calciatori Zarate figura con un valore contabile residuo di € 4.043.318,73 e con zero anni residui di contratto. Evidentemente l’ammortamento di Zarate è stato sospeso.

Il Valore della Rosa.

Il valore dei diritti alle prestazioni sportive, comprensivi dei costi di intermediazione capitalizzati, aumenta da € 30,9 milioni a € 35,9 milioni. La variazione positiva di € 5 milioni circa è dipesa dall’acquisto dei diritti alle prestazioni sportive dei giocatori per € 23,2 milioni, dalle vendite dei diritti alle prestazioni sportive dei giocatori per un valore contabile residuo di € 4,4 milioni e dalla quota di ammortamento del periodo per un importo di € 13,7 milioni.
Tra i calciatori acquistati figurano: Biglia Lucas (Anderlecht) per € 7.561.780,30; Anderson Felipe (Santos) per € 7.478.847,55; Candreva (Udinese per € 4.000.000.
Tra i calciatori ceduti figurano: Hernanes (Inter) e Kozak Libor (Aston Villa).
Al 30 giugno 2014, i calciatori col valore contabile residuo più elevato sono: Biglia con € 6,3 milioni; Anderson con € 6 milioni e Zarate con € 4.043.318,73.

I Terreni e i fabbricati.

Tale voce ammonta a € 58,1 milioni (€ 56,7 milioni nel 2012/13). Il centro sportivo di Formello, è valutato in bilancio per € 36,2 milioni (€ 34,8 milioni nel 2012/13) ed è gravato da ipoteca legale iscritta in data 31 marzo 2004 dal Concessionario del servizio della riscossione della Provincia di Roma. Tale garanzia rimarrà operativa sino alla definitiva esecuzione della transazione con l’Agenzia delle Entrate. Tale voce ha registrato incrementi per € 2,2 milioni e decrementi per ammortamenti per l’importo di € 773 mila.
L’immobile sito in via Valenziani a Roma, è stato valutato in base al fair value per € 21.900.000.

I Ricavi.

Il totale dei ricavi, compresa la gestione economica dei diritti alle prestazioni dei calciatori, ammonta a € 107,5 milioni (€ 109,8 milioni nel 2012/13) e risulta in diminuzione del 2,1%.



I Ricavi da gare diminuiscono da € 10,8 milioni a € 7,3 milioni, con una variazione negativa di € 3,5 milioni circa. Tale decremento è dipeso, come scritto nel bilancio anche dalla “forma di contestazione dei tifosi nelle partite casalinghe”. Inoltre, sono diminuite le gare di Coppa Italia. La voce incassi da squadre ospitanti, è diminuita da € 1.166.000 a € 174 mila. L’incidenza dei ricavi da gare sul totale dei ricavi è del 6,7%.
I Ricavi da diritti televisivi e proventi media sono diminuiti da € 70,7 milioni a € 56,3 milioni con una variazione negativa di € 14,4 milioni, causata principalmente da minori introiti per la partecipazione alla Europa League 13/14 e alla Coppa Italia, nonché dalla mancanza dei diritti di partecipazione alla Europa League 14/15 e dei ricavi per la Supercoppa. I ricavi televisivi relativi al campionato sono pari a € 45,2 milioni. I ricavi riconosciuti dalla Lega Calcio sui vari diritti negoziati a livello centrale, sono pari a € 6,15 milioni. La partecipazione alla Coppa Italia ha fruttato Euro 476.000 (€ 2.648.000 nel 2012/13).
I Ricavi da sponsorizzazione e pubblicità sono diminuiti a € 11,8 milioni (€ 12,2 milioni nel 2012/13), con una variazione negativa del 3,3% e un’incidenza dell’11% sui ricavi totali. I ricavi per le sponsorizzazioni ammontano a € 1.074.000 e sono principalmente rappresentati dai ricavi del contratto con la Macron S.p.A. per la sponsorizzazione tecnica. I proventi pubblicitari ammontano a € 8,7 milioni e sono dovuti principalmente ai proventi derivanti dal contratto stipulato con la Infront Italy S.r.l., per € 7.208.000. I canoni per licenza, marchi e brevetti ammontano ad € 2.042.000 e riguardano essenzialmente le royalties derivanti dal contratto stipulato con la Macron S.p.A., per € 1.571.000.
I Ricavi da gestione diritti calciatori risultano pari a € 23,4 milioni (€ 3,1 milioni nel 2012/13), con un incremento rispetto alla stagione precedente di € 20,3 milioni e con un’incidenza sul totale dei ricavi del 21,8% circa. Tale variazione è dipesa, principalmente, dalle maggiori plusvalenze per la cessione dei diritti alle prestazioni sportive. Le plusvalenze, pari a € 22.985.000, sono relative ai giocatori Hernanes, ceduto all’Inter per € 20 milioni con una plusvalenza di € 15.731.000; Floccari ceduto al Sassuolo per € 2 milioni con una plusvalenza di € 1.133.000; Kozac ceduto all’Aston Villa per € 6,5 milioni con una plusvalenza di € 6.147.000. Le Cessioni temporanee, pari a € 150.000.
La voce “Altri Ricavi” è pari a € 7,7 milioni (€ 10,9 milioni nel 2012/13) con un decremento rispetto alla stagione precedente di € 3,2 milioni. Tale voce comprende i contributi in conto esercizio LNP che ammontano a € 2.632.000 (€ 5.976.000 nel 2012/13), le transazioni con i creditori per € 1.561.000 e altri ricavi come i ricavi da scuola calcio pari a 306 mila Euro.
I ricavi da merchandising sono pari a € 950 mila e segnano un decremento di circa 443 mila Euro, causato principalmente dal minor fatturato dei negozi in franchising.
In definitiva, i ricavi della Lazio dipendono in gran parte dai ricavi per la vendita dei diritti TV, che incidono per il 52,3%.

Anche l’evoluzione storica del fatturato netto dimostra come la Lazio dipenda dai diritti TV e non sia riuscita a “spiccare il volo”, soprattutto a causa dei ricavi da gare molto bassi e anche a causa di ricavi commerciali non esaltanti. Tali voci di ricavo risentono, molto probabilmente, del rapporto esistente con la tifoseria.



I costi.

Il costo del personale diminuisce da € 64,4 milioni a € 52,5 milioni. Il decremento è dovuto per € 2,1 milioni alle retribuzioni fisse dei calciatori e, per € 8,5 milioni alle retribuzioni variabili. L’incidenza sul fatturato netto è del 62,5%, quella sul totale dei ricavi è del 48,8%. Entrambe risultano inferiori al 70%. Il personale in forza al 30.06.14 risulta composto da 164 unità (155 nel 2012/13) di cui 45 Calciatori (49 nel 2012/13) e 58 Allenatori (56 nel 2012/13).
Gli ammortamenti e svalutazioni delle immobilizzazioni sono pari a € 14,7 milioni (€ 21,2 milioni nel 2012/13). La quota di ammortamento sui diritti alle prestazioni sportive diminuisce da € 19,1 milioni a € 13,7 milioni (€ 19,1 milioni nel 2012/13).
Gli ammortamenti delle immobilizzazioni materiali sono pari a € 919 mila. Il Centro Sportivo di Formello comporta una quota di ammortamento di € 772 mila.
L’incidenza del costo complessivo di gestione del personale (salari + ammortamenti) sui ricavi è del 78,85%.
Gli accantonamenti e altre svalutazioni sono positive per € 933 mila a causa dello storno del fondo rischi precedentemente accantonato per la liquidazione della SDS Srl per € 981 mila.
Gli oneri per godimento di beni di terzi ammontano a circa € 3,4 milioni e sono principalmente costituiti dall’affitto dello stadio Olimpico per € 3.079.000. Fra i debiti verso fornitori nazionali, figura quello verso il CONI per € 1.772.000 per l’utilizzo dello stadio Olimpico. Da notare che, in virtù del contratto di fitto stadio, il Coni beneficia di biglietti omaggio.
Le spese per omaggi biglietteria, sono pari a 39 mila euro e sono allocate all’interno della voce spese pubblicitarie, che sono pari a € 4,7 milioni. Tale voce comprende anche i costi di produzione audiovisiva e distribuzione delle immagini del campionato di serie A, per 994 mila euro.
I costi per servizi risultano pari a € 21,3 milioni e registrano un incremento di € 2,6 milioni, a causa di maggiori prestazioni di servizi e per interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria al centro sportivo di Formello. All’interno di tale voce, i Costi per intermediazione tesserati diminuiscono del 41,81%, da € 4.223.000 a € 2.457.000. Le spese amministrative risultano aumentate da € 5,5 milioni a € 10,5 milioni e per la maggior parte riguardano spese per consulenze e prestazioni di servizio.

Il “Breakeven Result”.

Il bilancio consolidato 2013/14 espone un risultato prima delle imposte positivo per Euro 8.828.674 quello del 2012/13 era negativo per € 8.843.475, mentre al 30 giugno 2012 era negativo per € 3.462.975. Il risultato aggregato dei tre esercizi è comunque inferiore alla perdita tollerata dal Regolamento del Fair Play Finanziario.
Il risultato netto 2013/14 evidenzia un utile consolidato netto di Euro 7.068.190, mentre nel 2012/13 era esposta  una perdita di € 5.894.288.

Conclusioni.

Secondo quanto scritto dagli amministratori, come nell’esercizio precedente, e nella prima trimestrale 2014/15, per il prossimo esercizio è ragionevole aspettarsi il conseguimento degli obiettivi prefissati e l’adempimento relativo agli impegni finanziari assunti, grazie alla ristrutturazione della rosa della prima squadra, favorita dalle scadenze contrattuali.

La prima trimestrale 2014/15 si è chiusa con una perdita di € 5,41 milioni, mentre la prima trimestrale 2013/14 si era chiusa con un utile consolidato di € 1,2 milioni. Il valore della produzione della prima trimestrale 2014/15 è stato di € 19,68 milioni (€ 20,24 milioni nel 2013/14) in diminuzione di circa € 0,68 milioni.