domenica 16 gennaio 2011

Approfondimenti: il fair play finanziario. Prime riflessioni

Luca Marotta Lunedì 27 Dicembre 2010 23:33
jstargio@gmail.com
“UEFA Club Licensing and Financial Fair Play Regulations Edition 2010” è il documento, pubblicato il 27 maggio 2010, che contiene il regolamento che disciplina il cosiddetto “fair play finanziario”, per i club di calcio che richiedono la licenza UEFA.
La filosofia gestionale, voluta dall’UEFA, che dovrebbe salvaguardare il gioco del calcio negli anni futuri, consiste nel “non spendere più di quanto si guadagni". E’ questo il principio fondamentale attorno al quale gira tutto il sistema delle regole del “fair play finanziario”. In sintesi questo sistema di regole si può ricondurre a tre enunciazioni caratterizzanti:
1) obbligo di pareggio del bilancio;
2) nessun debito scaduto verso i club, i dipendenti e/o le autorità sociali o fiscali;
3) fornitura di informazioni finanziarie per il futuro, in modo da garantire che i club possano adempiere agli obblighi successivi.
Dall’analisi delle singole norme, nonostante l’intento lodevole, a giudizio di chi scrive, emerge chiaramente che si è cercato di determinare un impatto “soft” del nuovo sistema di regole, forse per dare il tempo necessario ad alcuni grandi club di rientrare nei parametri. Basti pensare all’obbligo di pareggio nel cosiddetto “periodo di sorveglianza” o monitoraggio, al quale è prevista la derogabilità sia temporale che quantitativa. Infatti, gli anni da monitorare possono variare e si può adempiere all’obbligo del pareggio anche in situazioni che non sono di pareggio.
Per il richiedente la licenza UEFA, l’articolo 46 pone l’obbligo di dichiarare la struttura del gruppo, il perimetro di consolidamento ed il controllore di ultima istanza. Come stabilito dall’allegato VII lettera B, le società di calcio che controllino altre società o siano, a loro volta, controllate hanno l’obbligo di presentare il bilancio consolidato. Inoltre, in base all’articolo 47 comma 2 del regolamento, i bilanci devono essere certificati da un revisore indipendente.
L’articolo 48 richiede la presentazione di un bilancio intermedio se, fra la data di chiusura dell’esercizio, cui fa riferimento l’ultimo bilancio approvato, e la data di presentazione della domanda siano intercorsi più di sei mesi.
Assenza di debiti scaduti
Al 31 marzo antecedente la stagione, per la quale si richiede la licenza UEFA, ai sensi dell’articolo 49, bisogna dimostrare di non aver debiti scaduti verso squadre di calcio, che si riferiscano a trasferimenti avvenuti prima del 31 dicembre, compresi i prestiti dei giocatori.
In base a quanto stabilito dall’articolo 50, al 31 marzo antecedente la stagione per la quale si richiede la licenza UEFA, non bisogna avere debiti scaduti nei confronti dei dipendenti o delle autorità sociali, previdenziali e fiscali derivanti da obblighi contrattuali e legali verso i dipendenti, sorti anteriormente al 31 dicembre. Questa norma sembra che vada incontro ad un dato “fisiologico” che emerge dalla lettura di molti bilanci, ossia un ritardo di tre mesi nel pagamento degli stipendi.
L’allegato VIII del regolamento ci fornisce la nozione di debito scaduto. Un debito si considera scaduto se il suo pagamento non è onorato nei termini di scadenza concordati. Tuttavia, non vengono considerati “scaduti” quei debiti per i quali sia stata concordata una proroga dei termini con il creditore o per i quali sia in atto un contenzioso.
Informazioni finanziarie per il futuro
L’articolo 52 pone l’obbligo a carico del richiedente la licenza di fornire informazioni finanziarie per il futuro, per dimostrare il principio di “continuità aziendale”. Nella sostanza bisogna dimostrare che il club sia in grado di onorare i suoi impegni per la stagione interessata alla richiesta di licenza.
Il secondo comma dello stesso articolo considera il principio di continuità aziendale come il primo “indicatore” fondamentale e di esso bisogna avere traccia nelle relazioni dei revisori allegate al bilancio. A questo proposito, per quanto riguarda l’ultimo bilancio di F.C. Internazionale Milano S.p.A., ma il discorso vale anche per i bilanci precedenti, il collegio sindacale, nel richiamo di informativa, relativo alla circostanza della presenza di “perdite significative”, ha segnalato che nella Relazione sulla Gestione e nella nota integrativa gli amministratori hanno ribadito che “il socio di riferimento ha espresso il consueto impegno a supportare anche per il futuro, in caso di necessità, economicamente e finanziariamente la società e su tale presupposto è stato redatto il presente bilancio di esercizio nella prospettiva della continuità aziendale”.
Il secondo indicatore rilevante, nella valutazione del club ai fini dell’ottenimento di licenza, è l’esistenza di un patrimonio netto negativo. In caso di presenza di un patrimonio netto negativo o di un peggioramento dell’indebitamento finanziario netto del club rispetto alla stagione precedente scatta l’obbligo di fornire un’informativa finanziaria supplementare, per dimostrare che il club sia in grado di adempiere gli obblighi successivi. In questa situazione si troverebbe, ad esempio F.C. Internazionale Milano S.p.A., il cui patrimonio netto al 30 giugno 2010 risulta negativo per 7.365.451 euro.
In pratica, per i club che si trovino in presenza di rilievi circa il principio di continuità aziendale e in presenza di un patrimonio netto negativo, bisogna fornire un bilancio di previsione per il periodo riguardante la licenza che si richiede, cercando di dimostrare la propria capacità ad onorare gli impegni presi.
Una riflessione si impone: rientra nella logica che la presenza di perdite significative con un patrimonio netto negativo facciano scattare un “warning” sulla possibilità di continuità aziendale.
L’obbligo di pareggio
L’obbligo di pareggio si sostanzia nel rispetto del requisito del “break-even” (articoli da 58 a 63).
Ai sensi dell’articolo 57 comma 2, sono esentate, dall’obbligo di pareggio, le squadre appartenenti a una divisione diversa dalla massima serie, che godono di un permesso speciale disciplinato dall’articolo 15 del regolamento. Un esempio potrebbe essere una squadra di serie B che vince la Coppa Italia ed acquisisce il diritto a partecipare all'Europa League.
Sono inoltre esentati i club che nei due esercizi sociali precedenti abbiano avuto sia i costi che i ricavi cosiddetti “rilevanti” inferiori a 5 milioni di euro.
Per quanto riguarda l’obbligo del pareggio di bilancio, bisogna dire che non tutte le poste di bilancio vengono considerate rilevanti per tale scopo. Infatti, l’articolo 60 comma 1 ci fornisce la nozione del punto di pareggio, determinato come differenza tra componenti di reddito positivi “rilevanti” e componenti negativi di reddito “rilevanti”. Il comma 2 dello stesso articolo specifica, come ovvio che sia, che si ha un “break-even surplus” se i ricavi “rilevanti” superano i costi “rilevanti”, in caso contrario si ha un “break-even deficit”.
L’articolo 58 comma 1 elenca i componenti positivi di reddito “rilevanti” da considerare per il calcolo del punto di pareggio, che sono: ricavi da biglietti; ricavi da sponsorizzazioni e pubblicità; ricavi da cessioni diritti radiotelevisivi; ricavi da attività commerciali; altri proventi di gestione; plusvalenze da cessioni di giocatori; plusvalenze da cessione di immobilizzazioni materiali; i proventi finanziari. Non vengono considerati, invece, i seguenti componenti positivi di reddito: proventi non monetari; ricavi da transazioni con parti correlate effettuate ad un valore superiore al “fair value”; proventi da operazioni non legate all’attività calcistica o ai luoghi o al marchio del club. Nell’allegato X lettera B questi componenti positivi di reddito “rilevanti” vengono meglio esplicitati. Il regolamento UEFA esemplifica quali siano i proventi non monetari da escludere:
• rivalutazioni delle immobilizzazioni materiali e immateriali;
• rivalutazioni delle rimanenze;
• riprese di svalutazioni o quote di ammortamento di attività non correnti (incluse le registrazioni dei giocatori);
• utili o perdite su cambi non realizzati effettivamente.
Tra le rivalutazioni delle immobilizzazioni immateriali, rientra la rivalutazione del marchio.
Esempi di operazioni con parti correlate che necessitano la dimostrazione che siano state effettuate in base al valore equo sono:
• sponsorizzazione da parte di una società correlata;
• vendita di biglietti di ospitalità aziendale a una società correlata;
• vendita di beni e prestazioni di servizi con parti correlate.
Per quanto riguarda le sponsorizzazioni con parti correlate potremmo citare come esempio Erg-Sampdoria o, in passato, la stessa Juventus con New Holland.
Esempi di operazioni con parti correlate che devono essere sempre escluse sono:
- le somme ricevute come donazione da una parte correlata;
- estinzione di passività a nome del club ad opera di una società correlata.
Affinché un ricavo, non proveniente dall’attività calcistica in senso stretto, possa essere escluso deve essere estraneo anche ai luoghi e al marchio del club. Di conseguenza, un evento non calcistico organizzato nelle strutture del club può generare ricavi “rilevanti”.
L’articolo 58 comma 2, invece, elenca i costi rilevanti ai fini del calcolo del punto di pareggio, che sono: costo del venduto; costi del personale; altri costi operativi (ad esempio costi per organizzazione gare, affitto impianti ecc.); ammortamenti e svalutazioni dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori e relative minusvalenze; oneri finanziari. Vengono esclusi dai costi rilevanti: le spese di transazione con parti correlate effettuate ad un importo inferiore al fair value; le spese per attività del settore giovanile; le spese per attività di impegno sociale; costi e oneri non monetari; oneri finanziari direttamente imputabili alla costruzione di immobilizzazioni materiali (es. stadio); le spese delle operazioni non legate all’attività calcistica o ai luoghi o al marchio del club.
Per quanto riguarda le spese per attività del settore giovanile, è invalsa la consuetudine da parte di alcuni club italiani di registrarle tra i costi di esercizio e successivamente allocarle tra le immobilizzazioni immateriali mediante rilevazione di una voce di ricavo: “capitalizzazione costi del vivaio”. Questa voce, che rappresenta sostanzialmente uno storno di costi, e che nell’ultimo bilancio dell’Inter ammonta a 3,4 milioni di euro ed incide per l’1% sul valore della produzione, non dovrebbe essere considerata ai fini della valutazione del break-even, al pari della corrispondente voce di costo e al pari degli eventuali ammortamenti calcolati sulla posta allocata tra le immobilizzazioni.
Come stabilito dall’articolo 59, che dà la definizione di periodo di monitoraggio, i club saranno valutati considerando un “periodo di sorveglianza” con un intervallo di tre anni.
Questo intervallo triennale sarà considerato solo a partire dal 2014/15, mentre per il primo anno di applicazione, il 2013/14, sarà considerato un intervallo biennale. In altre parole, i club richiedenti la licenza UEFA valida per il 2013/14 devono presentare bilanci in “regola” per le stagioni 2011/2012 e 2012/13.
La somma algebrica dei “break-even” dei singoli anni costituenti l’intervallo di monitoraggio è il parametro da considerare per la conformità all’obbligo di pareggio.
Ai sensi del comma 6 dell’articolo 60, se dalla somma dei singoli risultati d’esercizio risultasse un importo inferiore a zero, è concessa la possibilità di utilizzare nel conteggio gli eventuali “surplus” dei due esercizi antecedenti il “periodo di sorveglianza”.
L’obbligo di pareggio non è rigido, ma prevede delle soglie di tolleranza numerica.
Queste soglie di tolleranza sono fissate dall’articolo 61 del regolamento. In definitiva un club rientra nei parametri di equilibrio finanziario, se la somma algebrica fra ricavi e costi “rilevanti”, per il “periodo di sorveglianza”, risulta positiva o al limite pari a zero. Tuttavia, si può essere, ugualmente, considerati in equilibrio, anche nell’ipotesi in cui tale differenza sia negativa purché, considerando anche i due anni antecedenti al “periodo di sorveglianza”, non superi i 5 milioni di euro.
Questa previsione, per quanto elastica, evidentemente non bastava per alcuni grandi club e sono state previste ulteriore deroghe al principio di pareggio, che di seguito si espongono:
- per le prime due stagioni di applicazione, 2013/14 e 2014/15, la soglia di tolleranza e fissata in 45 milioni di euro;
- per le stagioni successive fino al 2017/18, la soglia di tolleranza e fissata in 30 milioni di euro.
Per ritornare nei limiti di tolleranza sono possibili contribuzioni degli azionisti e/o delle parti correlate, solo per uno dei bilanci del periodo di sorveglianza o alternativamente fino al 31 dicembre antecedente la richiesta di licenza, purché risultanti da registrazioni contabili.
Il club richiedente la licenza ha l’onere di dimostrare che l'operazione di finanziamento sia stata completata in tutti gli aspetti e che sia senza alcuna condizione. Si pensi ad un aumento di capitale che, oltre ad essere sottoscritto, deve essere interamente versato. Dal tenore letterale della norma la voce di bilancio “crediti verso per versamenti di capitale ancora dovuti dovrebbe esporre l’importo zero. Nello stato patrimoniale attivo di F.C. Internazionale Milano S.p.a. figurano crediti verso soci per versamenti ancora dovuti per 28.840.358 . Nell’esercizio precedente, invece, era esposto un credito verso i soci per 21.372.203 euro.
L’articolo 62 stabilisce che nei tempi e modi previsti dall’Uefa il club richiedente licenza deve fornire:
- informazioni sul break-even relative al secondo anno del periodo di monitoraggio;
- informazioni sul break-even relative al primo anno del periodo di monitoraggio, se non già fornite;
- informazioni sul break-even relative all’ultimo anno del periodo di monitoraggio; se non viene rispettato almeno uno dei quattro indicatori del comma 3 dello stesso articolo.
Gli indicatori di cui al comma 3 dell’articolo 62 sono:
1) principio di continuità aziendale;
2) patrimonio netto negativo;
3) risultato di pareggio;
4) assenza di debiti scaduti.
Ai sensi dell’articolo 62 comma 4 del Regolamento, potranno essere richiesti maggiori approfondimenti ed analisi ai club che presentino un costo del personale superiore al 70% dei ricavi ed un indebitamento finanziario netto superiore al fatturato.
Come fa riferimento l’articolo 63 comma 1, l'obbligo di pareggio è soddisfatto se nessun indicatore, di cui all'articolo 62 comma 3, è violato e il club richiedente la licenza detiene un “break-even surplus” per i primi due periodi dell’intervallo del “periodo di sorveglianza”. Tuttavia l'obbligo di pareggio è soddisfatto, anche se uno dei quattro indicatori è violato, a condizione che:
a) il club richiedente la licenza registri un utile “aggregato” nel “periodo di sorveglianza”;
b) il club richiedente la licenza abbia una perdita “aggregata”, per gli esercizi costituenti il periodo di monitoraggio, entro i limiti della soglia di tolleranza, considerando, eventualmente anche i due esercizi antecedenti al periodo di sorveglianza.
L'obbligo di pareggio non è soddisfatto se il club richiedente la licenza abbia una perdita aggregata, per gli esercizi del periodo di monitoraggio, superiore ai limiti stabiliti dalla soglia di tolleranza anche considerando i due esercizi anteriori al periodo stesso.
Una prima riflessione che potremmo fare è che nonostante l’ampia "elasticità" normativa in tema di obbligo di pareggio un club come F.C. Internazionale Milano S.p.A. dovrebbe comunque operare un robusto taglio dei costi. Infatti nel verbale di approvazione del bilancio di esercizio chiuso al 30 giugno 2010, che riguardava la "grande" stagione del raggiungimento dei tre principali obiettivi sportivi, il presidente Moratti ha affermato: “Il raggiungimento della finale di Champions League e le ottime operazioni di mercato effettuate nel passato esercizio hanno spinto i ricavi della società oltre i 323.000.000 di euro. I costi della produzione si sono mantenuti elevati a causa degli emolumenti dei calciatori e dello staff tecnico, che, comprensivi dei premi per le tre vittorie si sono portati ad euro 230.000.000 e degli ammortamenti dei diritti alle prestazioni di calciatori che sono iscritti in bilancio per 65.000.000.” E’ bene ricordare che nei 323 milioni di ricavi sono ricompresse plusvalenze di importo pari a 72,9 milioni, difficilmente ripetibili in futuro in tale entità, e che i costi della rosa, che ammontano a 295 milioni, costituiscono un costo strutturale rilevantissimo in relazione al fatturato puro.

Pubblicato su:
http://www.ju29ro.com/contro-informazione/2705-approfondimenti-il-fair-play-finanziario-prime-riflessioni.html

http://www.tuttojuve.com/?action=read&idnotizia=37297

Tottenham Hotspur: in perdita dopo tre utili consecutivi




Luca Marotta Domenica 02 Gennaio 2011 23:40
jstargio@gmail.com
Durante la stagione calcistica 2009/10, il club di calcio professionistico inglese “Tottenham Hotspur Football & Athletic Co. Limited”, raggiungendo il quarto posto in Premier League, ha conseguito il diritto a disputare i preliminari di Champions League. Come sappiamo, superando il turno con gli svizzeri del BSC Young Boys, il Tottenham ha partecipato alla fase a gironi, giungendo primo nel suo raggruppamento, davanti a FC Internazionale Milano. Da ultimo, sfiderà A.C. Milan negli ottavi. “Tottenham Hotspur Football & Athletic Co. Limited” è una società controllata al 100% da “Tottenham Hotspur Plc”, che complessivamente controlla 18 società e redige il bilancio consolidato. In ultima istanza il controllore del gruppo è il miliardario inglese Joseph Lewis, attraverso la società ENIC International Limited.
I risultati sportivi ottenuti sono frutto di una buona programmazione e di una sana gestione, che rientra certamente nei canoni stabiliti dal regolamento del “fair play finanziario”, almeno per il periodo di transizione, nonostante il bilancio consolidato chiuso al 30 giugno 2010 registri una perdita di 6,6 milioni di sterline, pari a circa 7,8 milioni di euro (considerando il cambio: 1 € = 0,85 £). Questa perdita interrompe una serie positiva di tre esercizi consecutivi, chiusi con un utile. Infatti, per ritrovare un esercizio in perdita bisogna risalire alla stagione 2005/06, in cui si esponeva una perdita di 1,6 milioni di sterline (€ 1,9 milioni). Si aggiunga che il patrimonio netto è positivo, il costo del personale è nettamente inferiore al limite del 70% del fatturato e l’indebitamento finanziario netto è inferiore al fatturato stesso. L’indebitamento finanziario esistente è dovuto alla necessità di creare risorse finanziare per la costruzione del nuovo centro sportivo e per la progettazione del nuovo stadio.
Nel bilancio consolidato 2009/10, il fatturato ha raggiunto il livello record di 119,8 milioni di sterline (113 nel 2009), pari a circa 140,9 milioni di euro. Negli ultimi cinque anni, il fatturato consolidato, escluse le plusvalenze, è aumentato di 45,7 milioni di sterline (€ 53,7 milioni), con un incremento pari al 61,6%.
La biglietteria nelle partite della Premier League ha registrato incassi pari a £ 20,1 milioni (nel 2009: £ 19.8 milioni), con lo stadio tutto esaurito per tutte le partite casalinghe. Per la stagione 2010/11 si è registrata una lista d’attesa per abbonamenti di circa 33.000 tifosi. Si pensi che il White Hart Lane ha una capienza di 36.310 posti ed è questo uno dei motivi per cui si è avviato l’iter di progettazione per un nuovo stadio più grande. La biglietteria nelle partite delle coppe ha registrato un calo di incassi del 16,6%, dovuto alla mancata partecipazione alle coppe europee e al mancato raggiungimento della finale di Carling Cup, a causa dell’eliminazione, subita nei quarti di finale, ad opera dei futuri vincitori della coppa (Manchester United). In FA Cup, il Tottenham ha perso in semifinale col Portsmouth a Wembley. Nel complesso, le coppe hanno portato £ 6,7 milioni (nel 2009: £ 8,1 milioni), con un calo di 1,4 milioni di sterline. I ricavi da biglietteria incidono per il 22% sul totale del fatturato.
I ricavi per diritti radiotelevisivi sono aumentati a £ 51.5 milioni (€ 60,6 milioni), registrando un incremento del 14,97% (nel 2009: £ 44,8 milioni). Questo aumento è in gran parte attribuibile al premio relativo al quarto posto raggiunto in campionato (ottavo posto nel 2008/09) e all’aumento del numero delle partite trasmesse. Questi ricavi incidono per il 43% sul fatturato.
I proventi da sponsorizzazioni e da “Corporate Hospitality” sono scesi a £ 25,8 milioni (€ 30,3 milioni); nel 2009 ammontavano a £ 27,4 milioni (€ 32,2 milioni). Tale diminuzione è dovuta alla mancata partecipazione alle coppe europee. Il 30 giugno 2010, dopo quattro anni, è terminato il contratto di sponsorizzazione della maglia con Mansion. Lo sponsor Mansion è stato rimpiazzato da Autonomy per il campionato e da Investec per le coppe. Puma rimane sponsor tecnico anche per il 2010/11.
I ricavi da merchandising sono cresciuti del 12% a £ 7,8 milioni (nel 2009: £ 7,0 milioni).
Le spese di gestione operativa con esclusione di quelle riguardanti la gestione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori, sono aumentate del 2,66%, precisamente da £ 94,6 milioni (€ 111,3 milioni) a £ 97.1 milioni (€ 114,3 milioni).
Il costo del personale è aumentato del 10,92%, da 60,5 milioni di sterline (€ 71,1 milioni) a 67,1 milioni (€ 78,9 milioni). Comunque il rapporto tra costo del personale e fatturato, con esclusione delle plusvalenze, risulta pari al 55,98%. Come si può notare, questo indicatore è ben al di sotto del limite stabilito dal fair play finanziario pari al 70%. Gli ammortamenti per immobilizzazioni materiali ammontano a 2,7 milioni di sterline e gli altri costi operativi a £ 27,3 milioni.
Il risultato operativo, escludendo la gestione dei diritti alle prestazioni sportive dei giocatori, ha registrato un incremento del 23%; infatti, nel 2009/10, risulta positivo per £ 22,7 milioni (€ 26,7 milioni), mentre nel 2009, ammontava a £ 18.4 milioni (€ 21,6 milioni).
L’ammortamento della rosa dei giocatori è aumentato del 3,59%, passando da £ 38,1 milioni (€ 44,8 milioni) a £ 39,5 milioni (€ 46,4 milioni).
L’eccedenza di plusvalenze per la cessione di giocatori ammonta a £ 15,3 milioni (€ 17,9 milioni), nel 2009 era nettamente superiore, risultando pari a £ 56,5 milioni (€ 66,5 milioni).
Il totale delle attività non correnti ammontante a 239,2 milioni di sterline (€ 281,4 milioni), segna un incremento del 3,21%.
Le immobilizzazioni materiali risultano pari a £ 123,5 milioni (€ 145,3 milioni), mentre nel 2009 erano pari a £ 103,3 milioni (€ 121,6 milioni). In questa voce sono comprese le immobilizzazioni materiali in corso di costruzione per l’importo di 69,3 milioni di sterline, comprensivi di terreni, fabbricati e spese di progettazione. Queste ultime sono arrivate alla cifra di £ 20,4 milioni e potrebbero generare una sopravvenienza passiva nel caso in cui il progetto nuovo stadio venisse abbandonato per altre soluzioni.
Le immobilizzazioni immateriali ammontano a £ 115,7 milioni (€ 136,1 milioni), nel 2009 registravano la cifra di £ 128,4 milioni (€ 151,1 milioni). Nel corso dell'esercizio sono stati acquistati, per un costo totale di 37,8 milioni di sterline (€ 44,5 milioni), giocatori come Peter Crouch, Younes Kaboul, Niko Kranjcar e altri. Sempre nello stesso periodo, ne sono stati ceduti altri, tra cui Darren Bent, Kevin-Prince Boateng, Pascal Chimbonda, Gilberto Da Silva Melo, Didier Zokora, per un compenso complessivo di 24,6 milioni di sterline (€ 28,9 milioni).
Dopo la chiusura dell’esercizio la squadra è stata potenziata ulteriormente con i seguenti acquisti: William Gallas, Stipe Pletikosa, Sandro, Rafael Van der Vaart, per un costo di acquisto complessivo di £ 19,9 milioni (€ 23,4 milioni). Le cessioni di Dorian Dervite e Adel Taarabt hanno invece comportato entrate per £ 0.9 milioni.
Le attività correnti risultano pari a 48,9 milioni di sterline (€ 57,6 milioni) e registrano un decremento del 17,91%. In particolare le disponibilità liquide sono passate da £ 19,6 milioni (€ 23,1 milioni) a £ 11,3 milioni (€ 13,3 milioni), segnando una variazione negativa del 42,49%.
Il patrimonio netto consolidato ammonta a £ 70,5 milioni (€ 82,9 milioni), mentre nel 2009 era pari a £ 62,1 milioni (€ 73 milioni). La variazione del patrimonio netto è stata determinata da un aumento di 15 milioni di sterline del capitale sociale, deliberato nel settembre 2009, per il progetto del nuovo stadio e dalla perdita di esercizio per £ 6,6 milioni; inoltre sono state convertite in azioni ordinarie delle azioni privilegiate convertibili redimibili per un valore di 85 mila sterline.
Il totale delle passività sia correnti che non correnti ammonta a 217,7 milioni di sterline (€ 256,1 milioni) e risulta in calo del 5,09% rispetto all’esercizio precedente. Le passività correnti ammontano a £ 112,5 milioni (104,6 nel 2009) e risultano in aumento del 7,54%. Le passività non correnti, invece risultano in diminuzione del 15,68%, registrando la cifra di 105,2 milioni di sterline (€ 123,7 milioni).
I debiti bancari ammontano a 49,7 milioni di sterline (€ 58,5 milioni), di cui 18 con scadenza entro l’esercizio successivo. Al 30 giugno 2009, i debiti bancari ammontavano a 38,8 milioni di sterline. Per il Tottenham esiste una linea di credito di 55 milioni di sterline (€ 64,7 milioni) con Bank of Scotland, garantita dalle proprietà del club londinese. Inoltre, al 30 giugno 2010, risulta che il gruppo che controlla il Tottenham detiene tra le passività dei titoli di debito garantiti (loan notes) per £ 25,5 milioni (€ 30 milioni) e azioni privilegiate redimibili convertibili (CRPS) per £ 14,6 milioni (€ 17,2 milioni). I debiti commerciali ammontano complessivamente a £ 50,1 milioni (£ 68,5 nel 2009) e riguardano per la maggior parte debiti per l’acquisto di giocatori. I ratei e risconti passivi ammontano a £ 36,5 milioni (€ 42,9 milioni) e riguardano ricavi anticipati da abbonamenti e sponsorizzazioni commerciali relativi a esercizi futuri.
L’indebitamento finanziario netto consolidato ammonta a 64,5 milioni di sterline e rispetto all’esercizio precedente risulta in aumento del 40,45%. La maggior parte dell’indebitamento finanziario netto è dovuto all’attività di investimento nel nuovo centro sportivo e alla progettazione del nuovo stadio.
Il progetto del nuovo stadio “Northumberland Project” ha subito delle modifiche, che hanno comportato un aumento dei costi. L’aumento dei costi è stato causato anche dalla riduzione della zona edificabile ad uso residenziale. Poiché il progetto è in attesa di ricevere il via libera definitivo dalle autorità competenti di Londra e l’aumento dei costi si aggira intorno ai 50 milioni di sterline, gli amministratori del club londinese si sono guardati attorno ed hanno preso in considerazione la possibilità di prendere in gestione il nuovo stadio olimpico di Londra. Questa possibilità ha suscitato molte polemiche, soprattutto tra i tifosi.
Il nuovo centro sportivo dovrebbe essere operativo per la stagione 2012/2013.

Pubblicato su:

http://www.ju29ro.com/contro-informazione/2726-tottenham-hotspur-in-perdita-dopo-tre-utili-consecutivi.html

http://sportbusinessmanagement.blogspot.com/2011/01/tottenham-hotspur-in-perdita-dopo-tre.html


LUNEDÌ 10 NOVEMBRE 2008


Ecco il modello inglese: immobili, merchandising, diritti tv e dividendi

Riceviamo e pubblichiamo un interessante studio sul bilancio 2008 del Tottenham, club di seconda fascia quotato alla Borsa di Londra con un patrimonio netto di circa 58 milioni di euro. Evidenti le differenze con Roma, Juve e Lazio presenti a Piazza Affari: l'indebitamento di circa 170 milioni è destinato al progetto di sviluppo immobiliare (stadio, negozi e abitazioni). Inoltre presenta una minore incidenza degli introiti televisivi e le plusvalenze calciatori non sono incluse nei ricavi ordinari

La lettura dei risultati finali per l'anno chiuso al 30 giugno 2008, pubblicati e comunicati alla Borsa di Londra il 30 ottobre 2008, ci permette di scrivere qualche appunto che potrebbe tornare utile quando si commentano i risultati economici, finanziari e patrimoniali delle nostre società di calcio. L'esposizione dei risultati finali è accompagnata dal "Chairman's Statement 2008" a firma del presidente del club Daniel Levy e dal "Financial Review" a firma del Finance Director M. J. Collecott. Bisogna tener anche presente, che il Tottenham Hotspur, pur essendo quotato in Borsa, non è un club di prima fascia, cui appartengono Manchester United, Chelsea, Liverpool e Arsenal.
In sintesi, a prima vista, emergono due notevoli differenze con le squadre di calcio italiane: una minore incidenza dei ricavi da diritti TV sui ricavi totali e la notevole presenza di investimenti immobiliari. La stagione 2007-2008 oltre a rappresentare il 125° anno di attività degli "Spurs", ha visto il trionfo del Tottenham nella Coppa di Lega Inglese denominata Carling Cup al Wembley Stadium contro il Chelsea, mentre per quanto riguarda la Premier League, il club londinese è giunto all'undicesimo posto.
Il giro d'affari è stato pari a 114.788 migliaia di sterline con un incremento di circa l'11% rispetto al 30 giugno 2007. Considerando un cambio euro/sterlina pari a 0,80, il fatturato in euro ammonta a circa 143 milioni di euro. Il conto economico consolidato evidenzia che l'utile netto si è ridotto da 19.158 migliaia di sterline a 969 mila sterline.
La composizione del fatturato, calcolata in migliaia di sterline, è la seguente:
ricavi da Premier League 18.274 (15,92%)
ricavi dalle Coppe 10.341 (9.01%)
ricavi da sponsor 27.778 (24,20%)
ricavi da TV e media 40.329 (35,13%)
ricavi da merchandising 9.723 (8,47%)
altri ricavi 8.343 (7,07%)
Rispetto al 2007, sono i ricavi relativi ai diritti TV che hanno registrato il maggiore incremento in valore assoluto, infatti, nella presentazione dei risultati finanziari si legge che si è verificato un aumento sostanziale dei ricavi da TV e radiodiffusione del 20% assestandosi a circa 40,3 milioni di sterline (nel 2007 erano 33,7 milioni). Da ricordare che in Inghilterra la vendita dei diritti TV è centralizzata. E' anche molto importante evidenziare che tra i ricavi ordinari pari a 114,8 milioni di sterline non sono comprese le plusvalenze relative alle cessioni dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori, che sono evidenziate a parte nella voce "Profit on disposal of intagible fixed assets" per l'importo di 16,4 milioni di sterline (pari a circa 20,5 milioni di euro NDR), come sappiamo tale voce nei bilanci delle nostre società calcistiche è fondamentale, se non addirittura "salvifica". Se consideriamo anche i proventi finanziari pari a 1,8 milioni di sterline, i componenti positivi di reddito ammontano complessivamente a 132,9 milioni di sterline, che al cambio di 0,80 corrispondono a circa 166 milioni di euro. Di conseguenza l'incidenza dei proventi da diritti TV sui componenti positivi di reddito è del 30,33% (La media delle squadre italiane si aggira all'incirca attorno al 46% NDR).
Lo Stato Patrimoniale consolidato al 30 giugno 2008 del Tottenham Hotspurs PLC, presenta un totale dell'attivo patrimoniale pari a 217.194 migliaia di sterline a fronte di un patrimonio netto di 42.610 migliaia di sterline (pari al 19,62% del totale dell'attivo) e debiti per un totale di 174.584 migliaia di sterline, pari all' 80,38% del totale dell'attivo. Lo Stato Patrimoniale consolidato al 30 giugno 2007, invece, presentava un attivo patrimoniale pari a 181.463 migliaia di sterline a fronte di un patrimonio netto di 46.128 migliaia di sterline (pari a 57,7 milioni di euro NDR), pari al 25,42% del totale dell'attivo, e debiti per un totale di 135.335 migliaia di sterline (circa 170 milioni di euro NDR), pari al 74,58% del totale dell'attivo. Sia nel bilancio al 30 giugno 2007 che nel bilancio al 30 giugno 2008 i debiti o elementi del passivo hanno superato il fatturato e precisamente: nel 2007 sono pari al 131,28% del fatturato, mentre nel 2008 con un trend in ascesa sono pari al 152,09%.
Nel dettaglio l'attivo dello Stato patrimoniale espone: attività non correnti per 136,5 milioni di sterline (nel 2007 erano 122,1 milioni) e attività correnti pari a 80,6 milioni di sterline (nel 2007 erano 59,3 milioni). Il passivo dello stato patrimoniale espone: passività correnti per 90,8 milioni di sterline (nel 2007 erano 72,1 milioni) e passività non correnti per 83,6 milioni di sterline (nel 2007 erano 63,1 milioni). Dividendo le passività correnti al netto delle attività correnti per il fatturato si ha una percentuale dell'8,93% (nel 2007 era 12,44%). I movimenti più significativi nello stato patrimoniale sono dovuti al grande investimento che il gruppo ha fatto per l'acquisizione di proprietà immobiliari nei pressi dello stadio White Hart Lane in funzione del progetto nuovo stadio. Di conseguenza, immobili, impianti e macchinari sono aumentati da 51,1 milioni a 74,1 milioni di sterline, di cui 4,9 milioni riguardano onorari professionali.
Nelle immobilizzazioni immateriali emergono gli investimenti per la rosa dei calciatori. Durante l'esercizio 2007-2008 il Club ha acquistato i seguenti calciatori: Jonathan Woodgate, Alan Hutton, Younes Kaboul, Kevin-Prince Boateng, Chris Gunter, Gilberto, Daniel Rose e Yuri Berchiche per un esborso di 32,7 milioni di sterline, mentre Jermain Defoe, Ahmed Hossam Mido, Reto Ziegler, Emil Hallfredsson, Mark Yeates, Phil Ifil, Lee Barnard e Wayne Routledge hanno lasciato il club durante l'esercizio per un prezzo di vendita complessivo di 18,8 milioni di sterline.
La campagna di rafforzamento per la stagione 2008-2009 ha visto un esborso in uscita per un totale di 78.0 milioni di sterline. Queste acquisizioni sono compensate in parte da 73,7 milioni di sterline per cessioni effettuate in estate durante la campagna di trasferimenti. Nell'importo di 78 milioni di sterline figurano i seguenti acquisti: Luka Modric, Giovani Dos Santos, Heurelho Gomes, Cesar Sanchez, Vedran Corluka, Roman Pavlyuchenko e David Bentley. Nell'importo relativo alle cessioni di 73,7 milioni di sterline figurano: Radek Cerny, Joe Martin, Robbie Keane, Dimitar Berbatov, Pascal Chimbonda, Teemu Tainio, Steed Malbranque, Younes Kaboul, Anthony Gardner, Paul Robinson, Tommy Previsione e Young-Pyo Lee. Tra l'altro a stagione appena iniziata, a causa degli scarsi risultati di avvio stagione, è stato avvicendato l'allenatore Juande Ramos con Harry Redknapp. Nel Financial Review si legge inoltre che come conseguenza della campagna di rafforzamento della rosa dei calciatori, gli ammortamenti delle immobilizzazioni immateriali sono aumentati di 18,1 milioni di sterline assestandosi a 37 milioni di sterline.
Per quanto riguarda le spese operative considerate al netto della gestione relativa alla commercializzazione dei calciatori ("Football trading"), si evidenzia un aumento di 14 milioni di sterline, assestandosi a 87,3 milioni di sterline. Tale aumento viene giustificato dall'aumento degli stipendi dei calciatori dovuto all'allargamento della rosa e a costi una tantum per l'avvicendamento del "coaching staff".
Le plusvalenze relative alle cessioni di immobilizzazioni immateriali ammontano a 16,4 milioni di sterline, comprendendo 7,9 milioni relativi alla vendita di Jermain Defoe al Portsmouth. Altre significative cessioni riguardano Ahmed Hossam Mido al Middlesbrough e Reto Ziegler alla Sampdoria, che hanno generato rispettivamente una plusvalenza di 2,3 milioni di sterline e 0,9 milioni. Un'ulteriore plusvalenza di 3,4 milioni di sterline si è registrata in relazione al trasferimento di Michael Carrick al Manchester United. Il risultato operativo con esclusione della gestione "Football Trading" risulta positivo per 27, 4 milioni di sterline, includendo la gestione "Football Trading" si riduce a 6,8 milioni di sterline.
GESTIONE COMMERCIALE
I due principali partner commerciali sono Mansion e lo sponsor tecnico Puma. L'accordo con Mansion si estende per ulteriori due stagioni, mentre quello con Puma per altre tre. Il club vanta delle partnership con BT, Thomas Cook e Carlsberg. Il fatturato della gestione merchandising è cresciuto del 38% da 7 milioni di sterline si è passati 9,7 milioni di sterline. Il fatturato del negozio on-line è cresciuto dell'88%. Il sito web riceve regolarmente oltre 1 milione di visite al mese.
RENDICONTO FINANZIARIO
I flussi finanziari generati dall'attività operativa risultano positivi per l'importo di 29,5 milioni di sterline, nonostante la contrazione del risultato operativo.I flussi finanziari derivanti dall'attività di investimento sono negativi per 37,1 milioni di sterline. I flussi finanziari derivanti dall'attività finanziaria ammontano a 14,6 milioni di sterline. Da segnalare l'ottenimento di un prestito garantito di 20 milioni di sterline. La variazione incrementativa delle disponibilità liquide è stata di 7 milioni di sterline. Secondo il presidente del Tottenham Hotspur Daniel Levy il livello di indebitamento netto assestatosi a 14,6 milioni di sterline rimane basso nonostante la notevole spesa per la rosa calciatori e gli investimenti immobiliari. L'indebitamento netto dell'esercizio rappresenta il 33,10% degli impieghi effettuati durante l'esercizio stesso.
POLITICA DEL DIVIDENDO
Nonostante la riduzione dell'utile è stato proposto di pagare lo stesso dividendo dell'esercizio precedente, con un esborso previsto in 3,7 milioni di sterline. La data di stacco proposta è il 16 gennaio 2009.
I PROGETTI DI INVESTIMENTO
Per quanto riguarda i progetti di investimento, si evidenzia che il progetto del centro sportivo di allenamento ha ricevuto le necessarie autorizzazioni nel 2008 e l'inizio lavori è previsto per il 2009. Il nuovo centro sportivo di allenamento si svilupperà su di una superficie di 68 acri. E' stato anche annunciato l'intenzione di rimanere nel quartiere di Londra, attraverso la realizzazione del progetto Northumberland di livello mondiale. Esso incorpora un nuovo stadio con una capacità di 60.000 posti, il museo del club, nuovi negozi, ristoranti, case e un importante spazio pubblico destinato alla comunità. La scelta di rimanere nel borgo di Haringey è stata molto apprezzata dalle Autorità locali. La necessità che ha reso imprescindibile la scelta di costruire un nuovo stadio risiede nella presenza di una lista d'attesa per gli abbonamenti di oltre 22,000 persone ed un numero di aderenti al programma Hotspur membership salito ad oltre 70,000. Nel corso degli ultimi 5 anni sono stati spesi 44 milioni di sterline per acquisire terreni e proprietà residenziali per raggiungere la superficie critica necessaria al nuovo progetto. Il nuovo stadio sarà costruito vicino all'attuale stadio White Hart Lane (36.244 posti). Secondo il presidente Daniel Levy il piano per la realizzazione del nuovo stadio si avvierà il prossimo anno, durante il quale inizierà l'iter burocratico per ottenere le necessarie autorizzazioni, per puntare ad essere pronto per l'anno 2013.
Luca Marotta

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http://marcoliguori.blogspot.com/2008/11/ecco-il-modello-inglese-immobili.html


Inter, una tripletta in rosso

Luca Marotta Venerdì 31 Dicembre 2010 00:01
jstargio@gmail.com
Nonostante il verificarsi di eventi "eccezionali", il bilancio al 30 giugno 2010 di F.C. Internazionale Milano S.p.A. risulta colorarsi ancora una volta di rosso, per la rilevante cifra di 69 milioni di euro. Non certo una novità, visto che, dalla stagione 1998/1999 alla stagione 2009/2010, l’ammontare complessivo delle perdite sfonda il tetto del miliardo di euro, assestandosi a 1.044.266.563 euro.
Gli eventi "eccezionali", se non addirittura "irripetibili", non sono stati quelli sportivi, ma la plusvalenza di 53,6 milioni, registrata per la cessione di Ibrahimovic e la sopravvenienza attiva di 16,1 milioni, registrata per la risoluzione del contratto di Mourinho. Secondo il presidente Moratti, la perdita verificatasi al 30 giugno 2010 trova la propria giustificazione nell’aver voluto mantenere la prima squadra a livelli di assoluto valore mondiale. Infatti, i costi della produzione si sono mantenuti elevati a causa degli emolumenti dei calciatori e dello staff tecnico, e degli ammortamenti dei diritti alle prestazioni di calciatori.
La novità dell’ultimo bilancio approvato di F.C. Internazionale Milano S.p.A. è rappresentata dal fatto che la società milanese ha espresso la volontà di allinearsi, quanto prima, al nuovo sistema denominato "fair play finanziario", attraverso una "nuova" politica di contenimento dei costi relativi alla prima squadra e mediante l’incremento dei ricavi. A detta della società meneghina, il contenimento dei costi sarà attuato cercando di risparmiare sugli ingaggi e anche "mediante la cessione di importanti calciatori".
Tra gli indicatori, considerati dal Regolamento UEFA sul "fair play finanziario", assume notevole rilievo il rispetto del principio di continuità aziendale. Di questo "indicatore" bisogna avere traccia nelle relazioni dei revisori allegate al bilancio. Per quanto riguarda l’ultimo bilancio dell’Inter, il collegio sindacale, nel richiamo di informativa, relativo alla circostanza della presenza di "perdite significative", ha segnalato che nella Relazione sulla Gestione e nella nota integrativa, gli amministratori hanno ribadito che "il socio di riferimento ha espresso il consueto impegno a supportare anche per il futuro, in caso di necessità, economicamente e finanziariamente la società e su tale presupposto è stato redatto il presente bilancio di esercizio nella prospettiva della continuità aziendale". Questa circostanza è facilmente verificabile dal fatto che l’assemblea del 26 ottobre 2009 deliberò un aumento di capitale di 70 milioni. Alla data del 30 giugno 2010, tale aumento risultava sottoscritto, ma non interamente versato; infatti, in bilancio è stato esposto un credito verso soci per versamenti ancora dovuti pari a 28,8 milioni di euro. In data 12 luglio 2010 sono stati versati 5 milioni ed in data 29 luglio 2010 sono stati versati altri 15 milioni. Per quanto riguarda la cifra residua, nella Relazione sulla gestione è scritto "l’aumento di capitale deliberato con l’Assemblea dei Soci del 26 ottobre 2009 verrà completato entro il mese di ottobre 2010". Nel corso dell’esercizio 2009-2010, la cessione "importante" di Ibrahimovic è stata compensata dall’acquisto di giocatori altrettanto "importanti".
L’importanza dei giocatori acquistati è un dato oggettivo. Infatti, nell’ultimo bilancio, i diritti pluriennali alle prestazioni dei calciatori ammontano a 171.758.412 euro (158.445.336 nel 2008/09) e registrano un incremento dell’8,40%. Gli acquisti più importanti sono stati Samuel Eto’o per 27,9 milioni, Sneijder per 18 milioni, Thiago Motta per 11,2 milioni, Mariga per 10 milioni, Biabiany per 8,4 milioni e Lucio per 7,8 milioni. La cessione più importante, quella di Ibrahimovic, avvenuta per 69,5 milioni, ha comportato lo storno di un valore contabile netto di 15,9 milioni. L’ammortamento delle immobilizzazioni immateriali, che ammonta a 64.846.192, registra un incremento del 29,86%, rispetto all’esercizio precedente.
Altro dato che testimonia l’importanza di questi giocatori è il costo del personale. Il costo del personale ammonta a 234.019.967 euro e, rispetto ai 205.082.722 euro del 30 giugno 2009, registra un incremento del 14,11%. Il rapporto tra costo del personale e valore della produzione è del 72,34%: ricordiamo che per il fair play finanziario il rapporto tra costo del personale e totale dei ricavi non deve superare il 70%.

Un altro indicatore rilevante del "fair play finanziario" è l’esistenza di un patrimonio netto negativo. Nel caso dell’Inter, il patrimonio netto al 30 giugno 2010 risulta negativo per 7.365.451 euro; mentre, al 30 giugno 2009, era negativo per 28.319.647 euro. Al 30 giugno 2010, con questo patrimonio netto negativo la società si trovava nella situazione prevista dall’articolo 2447 del codice civile, ossia "riduzione del capitale sociale al di sotto del limite legale". Tuttavia, grazie all’approvazione della situazione patrimoniale del 31 agosto 2010, la società si è venuta a trovare nella condizione prevista dall’articolo 2446 del codice civile, ossia “riduzione di oltre un terzo del capitale”. La situazione al 31 agosto 2010, ha evidenziato ricavi per complessivi euro 76.338.675 e costi per complessivi euro 66.534.110 con un utile di periodo di euro 9.804.565, determinato in via prevalente dalle plusvalenze pari ad euro 44.059.770 generate dalla cessione dei diritti pluriennali relativi ai calciatori tra cui spiccano Mario Balotelli (21,8 milioni) e Nicolas Burdisso (7,6 milioni). In questo modo, il patrimonio netto della società, ritorna ad essere positivo per oltre 2,4 milioni di euro. Questa pratica è conosciuta anche come "utilizzazione degli utili di periodo per la copertura delle perdite", ed è oggetto di "discussione" da parte di giurisprudenza e dottrina esperta di diritto commerciale.
L’assemblea dei soci di F.C. Internazionale Milano S.p.A. è stata chiamata a ridurre il capitale sociale da euro 118.145.178 ad euro 2.439.114, per coprire le perdite pregresse non ancora coperte, unitamente alla perdita dell’esercizio 2009/10. La stessa assemblea ha deliberato un aumento del capitale per euro 40.000.000, da eseguirsi entro il 31 dicembre 2011. Ad appesantire la presenza di un patrimonio netto negativo, si aggiunge la presenza di un capitale circolante netto negativo. Il capitale circolante netto, determinato dalla differenza tra attivo circolante a breve e debiti a breve, risulta negativo per 279 milioni di euro. Nell’esercizio precedente, tale indicatore era ugualmente negativo per 270,9 milioni. Risulta peggiorato del 2,98%. L’attivo circolante ammonta a 115.522.646 (66.421.097 nel 2008/09, +73,92%). All’interno dell’attivo circolante spiccano i crediti per 115,1 milioni di euro. L’importo maggiore riguarda i crediti verso enti del settore specifico per 65,7 milioni di euro (29,8 nel 2008/09). Il Barcellona risulta debitore dell’Inter per 27,3 milioni di euro, il Genoa per 11,5 milioni, il Parma per 10,8 milioni, la Ternana per 7,6 milioni, il Piacenza per 4,5, il Newcastle per 3 milioni, il Malaga per 400 mila euro. Al 30 giugno 2010, risultano crediti verso lo sponsor Pirelli per 650 mila euro e verso Nike per 2.974 migliaia di euro. I crediti verso società controllate, ammontanti a 2,4 milioni di euro, si riferiscono ad un contratto di service con Inter Brand srl. Il credito verso la controllante per 2 milioni di euro si riferisce al credito maturato in relazione al consolidato fiscale. Le disponibilità liquide risultano pari a 385.899 euro.

I debiti ammontano complessivamente a 462.995.411 euro e sono in crescita del 7,29% rispetto all’esercizio precedente. I debiti verso banche ammontano a 71.302.047 e segnano un incremento del 47,58% rispetto all’esercizio precedente. I debiti verso altri finanziatori riguardano debiti verso Barclays Bank ammontanti a 8,6 milioni di euro, per la cessione pro solvendo del credito residuo vantato nei confronti del Barcellona, e debiti verso l’Istituto di Credito Sportivo per 372 mila euro. I debiti verso società controllate ammontano a 97,1 milioni (113,1 nel 2008/09), di cui 96 sono relativi ai canoni di licenza d’uso dei marchi. Tra i debiti tributari, ammontanti a 22,3 milioni, è evidenziata l’IRPEF su redditi di lavoro dipendente per 14 milioni di euro, l’IRAP per 4,8 milioni e l’IVA per 3,5 milioni. I debiti verso gli enti del settore specifico risultano pari a 88,5 milioni di euro. Tali debiti evidenziano un calo di 10,2 milioni di euro. Tra le società calcistiche con cui F.C. Internazionale Milano Spa è indebitata spiccano: il Genoa per 23,1 milioni, il Parma per 21,4 milioni, la Ternana per 5,7 milioni, il Piacenza per 4,5 milioni, la Roma per 4,3 milioni, il Cagliari per 2 milioni. Gli "altri debiti", che costituiscono l’importo più rilevante, ammontano a 101,5 milioni (71,6 nel 2008/09) e riguardano debiti verso dipendenti per 61,1 milioni (31,2 nel 2008/09), debiti per crediti ceduti pro solvendo per 40 milioni e altri debiti vari per 373 mila euro. I debiti per crediti ceduti pro solvendo si riferiscono alla cessione del credito relativo ai corrispettivi dei diritti televisivi. Il rapporto tra debiti verso dipendenti e il costo del personale porta a stimare un ritardo di circa tre mesi nel pagamento degli stipendi, nei limiti consentiti dal "fair play finanziario".
I ratei passivi ammontano a 272 mila euro, mentre i risconti passivi per corrispettivi anticipati risultano pari a 26,5 milioni di euro (18,4 nel 2008/09). Nella nota integrativa è specificato che la società nerazzurra ha ritenuto di non dover assoggettare a tassazione ai fini Irap le plusvalenze derivanti dalla cessione dei diritti pluriennali delle prestazioni degli sportivi professionisti, seguendo l’interpretazione fornita dalla Lega Nazionale Professionisti e supportata da “autorevoli” pareri professionali. A causa di questa "interpretazione", il cui orientamento è stato seguito anche nei bilanci precedenti, sono in corso numerosi contenziosi a seguito di accertamento dell’Autorità fiscale, che riguardano in pratica tutti gli esercizi dal 2001/2002 al 2006/2007. Il valore della produzione dell’ultimo bilancio registra la cifra record di 323,5 milioni, che corrispondono ad un incremento del 39% rispetto ai 232,6 milioni del 2008/09. I ricavi da gare risultano pari a 41,6 milioni di euro e rappresentano il 12,9% del valore della produzione. Per questa voce, l’incremento rispetto all’esercizio precedente è stato del 30,5%. I ricavi per diritti televisivi sono esposti per la cifra di 156,2 milioni di euro, pari al 48,3% del valore della produzione 2009/10. L’incremento rispetto all’esercizio precedente è stato del 16,98%, grazie soprattutto ai proventi televisivi da competizioni UEFA, che sono passati da 28,3 milioni a 48,8 milioni di euro. I ricavi da sponsorizzazioni e pubblicità ammontano a 34,5 milioni di euro, con un’incidenza del 10,7% sul valore della produzione. Questi ricavi segnano un decremento del 15,25%, dovuto soprattutto alla voce sponsorizzazioni. Le plusvalenze derivanti dalla cessione dei diritti alle prestazioni sportive dei calciatori ammontano a 72,9 milioni di euro ed incidono per il 22,5% sul valore della produzione. Nell’esercizio precedente erano pari a 11,1 milioni. L’esplosivo incremento è dovuto alla plusvalenza relativa alla cessione di Zlatan Ibrahimovic, che da sola ha determinato un importo di 53,6 milioni di euro. La capitalizzazione dei costi del vivaio, che rappresenta sostanzialmente uno storno di costi, ammonta a 3,4 milioni di euro ed incide per l’1% sul valore della produzione. L’anno precedente ammontava a 3,1 milioni. L’evidenziazione di questa posta serve a dilazionare nel tempo i costi sostenuti nel settore giovanile, che vengono considerati alla stregua di un investimento di lungo termine. I contributi in conto esercizio ammontano a 2,6 milioni di euro ed hanno un’incidenza sul valore della produzione pari allo 0,8%. L’incremento rispetto all’esercizio precedente è stato del 69,29%. Questa voce riguarda i contributi federali erogati dalla Lega Nazionale Professionisti. I ricavi da cessione temporanea calciatori passano da 460 mila euro del 2008/2009 a 1,1 milioni di euro. La voce “altri ricavi” evidenzia la cifra di 11,2 milioni di euro e segna un incremento dell’8,67%. Negli altri ricavi sono compresi: servizi a controllata per 4,5 milioni di euro; sopravvenienze e insussistenze del passivo per 5,3 milioni, provvigioni attive per 789 mila euro, indennizzi assicurativi per 51 mila euro, ricavi per stage allenatori e scuole calcio per 119 mila euro e altri ricavi per 482 mila euro. I proventi finanziari da interessi attivi ammontano a 3.296 euro. I proventi da compartecipazioni ammontano a 5,7 milioni di euro, di cui 3,1 per Jimenez e 1,7 per Biabiany e 800 mila euro per Mariga. I proventi straordinari ammontano a 16,1 milioni e si riferiscono alla risoluzione consensuale del contratto di Mourinho.

Nella Relazione sulla Gestione, nella parte riguardante l’andamento delle società controllate e collegate, viene confermato l’ormai consolidato rapporto commerciale esistente con R.C.S. Sport S.p.A., che, nell’ambito delle attività promo-pubblicitarie, ha stipulato un accordo di partnership per i prossimi 4 anni con Inter Brand srl. R.C.S. Sport S.p.A. si occuperà della gestione e dello sviluppo delle sponsorizzazioni e della valorizzazione del marchio Inter. Si afferma che tra le due società è nata una "collaborazione strategica per perseguire il traguardo comune teso ad attrarre, nell’orbita nerazzurra, un numero sempre più selettivo e qualificato di aziende partner". Sempre in tema di marchio si segnala che tra i risconti attivi ammontanti a 90.821.266 euro (108.475.048 nel 2008/09, -16,27%), figurano i risconti attivi pluriennali per licenza d’uso del marchio pari a 88 milioni di euro. Questo importo riguarda i canoni relativi al contratto stipulato, per l’uso del marchio, con la controllata Inter Brand srl, per il periodo dal 1° luglio 2007 al 31 dicembre 2015. L’importo esigibile entro l’esercizio successivo è di 16 milioni di euro. Tra i conti d’ordine è evidenziato il pegno a favore di Banca Antonveneta, per l’importo di 40 milioni, sul 100% delle quote sociali di Inter Brand Srl a garanzia del finanziamento ottenuto dalla controllata. Inoltre, tra i costi per godimento beni di terzi ammontanti a 22.2 milioni di euro (21,9 nel 2008/09), sono compresi 16 milioni per canoni di licenza d’uso del marchio. Infine, tra le immobilizzazioni finanziarie, la partecipazione totalitaria in Inter Brand srl, proprietaria del marchio Inter, figura per l’importo di 40 milioni di euro.

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http://www.ju29ro.com/contro-informazione/2714-inter-una-tripletta-in-rosso.html

http://www.tuttojuve.com/?action=read&idnotizia=37514

Fútbol Club Barcelona in rosso da ricapitalizzare




Luca Marotta Mercoledì 24 Novembre 2010 00:19
jstargio@gmail.com
Il bilancio d’esercizio al 30 giugno 2010 del Barcellona è stato oggetto di contestazioni e polemiche, tra il Consiglio di Amministrazione uscente, con a capo Joan Laporta i Estruch e quello subentrante. Il 22 settembre 2010, il nuovo Consiglio di Amministrazione, presieduto da Sandro Rosell i Feliu, ha “ripresentato” il bilancio, tenendo conto dei rilievi e delle osservazioni fatte dai revisori di Deloitte alla prima stesura dello stesso, elaborata dalla “Junta Directiva” di Laporta.
Nella prima versione, quella di Laporta, si esponeva un utile ante imposte di 8,99 milioni di euro; mentre nella versione “riveduta e corretta” dalla “Junta” Rosell il bilancio presenta una notevole perdita pari a 79,6 milioni di euro ed un patrimonio netto negativo per 59,1 milioni.
L’analisi delle variazioni operate tra le due versioni di bilancio ci può aiutare a capire come il bilancio di una società, cambiando solo alcuni criteri di valutazione di un numero limitato di poste, possa rappresentare sia situazioni “tranquille” che situazioni “preoccupanti”, se non addirittura “allarmanti”.
I rilievi eccepiti da Deloitte alla prima versione hanno comportato un impatto negativo per 91,6 milioni di euro. Il rilievo più importante riguarda alcuni accantonamenti per rischi non effettuati secondo i criteri della prudenza, come l’accantonamento per il contenzioso con la società Sogecable, per la cessione dei proventi Uefa relativi ad alcune stagioni. L’accantonamento fatto dalla giunta Rosell, per questo contenzioso, è stato di 35,1 milioni di euro oltre a 2,6 milioni per interessi. Un altro contenzioso, quello concernente il giocatore José Raúl Baena Urdiales, per violazione del contratto, ha visto il giocatore soccombere ed essere condannato ad un risarcimento di 3,5 milioni di euro al Club. Tuttavia questo importo, iscritto tra i proventi nella prima stesura del bilancio, secondo i revisori presentava dubbi circa la riscossione. Un’altra rettifica operata dalla “Junta” Rosell riguarda la vendita di un terreno a Sant Joan Despí (periferia di Barcellona), per il quale Laporta aveva annotato una plusvalenza di 14,9 milioni di euro in assenza del contratto definitivo di cessione. Altra sorpresa è stata la cessione gratuita di Thierry Henry, che nella prima stesura del bilancio risultava “neutra”, mentre nella seconda stesura vedeva la registrazione di 6,9 milioni di euro per minusvalenze e 1,3 milioni per oneri contrattuali. Secondo i revisori della Deloitte, nella prima stesura del bilancio il valore dei terreni di Viladecans (Barcellona), allocato nella voce "Investimenti immobiliari", non risultava stimato in modo conforme ai principi contabili. La valutazione conforme ai principi contabili di tali terreni ha comportato una variazione negativa di 11,5 milioni di euro. Nella seconda stesura del bilancio sono stati ricalcolati correttamente i risconti passivi inerenti alcuni “bonus” per i diritti radiotelevisivi, poiché il 9 giugno 2010 il club catalano aveva firmato un nuovo contratto Mediaproducción SL, che ampliava e migliorava il precedente. L’impatto negativo di questa corretta imputazione, rispetto alla precedente è stato di 12 milioni di euro. La “sfortuna” ha anche voluto che in data 16 giugno 2010, Mediaproducción SL abbia chiesto al Tribunale Fallimentare di Barcellona di essere sottoposta a procedura concorsuale volontaria e che la richiesta sia stata accolta il 22 giugno 2010. La riformulazione del bilancio ha costretto gli amministratori a registrare un accantonamento di 3.250 migliaia di euro, dovuto alla stima della potenziale perdita derivante dalla procedura concorsuale. A fronte di questo “dettaglio” non trascurabile, il Consiglio di Amministrazione ha scritto che, secondo le informazioni disponibili alla data di riformulazione di bilancio, si può ritenere che la procedura concorsuale di tale operatore non avrà effetto sulle future entrate derivanti dal contratto. Su quest’ultima affermazione, invece, i revisori di Deloitte, nella relazione al secondo bilancio, hanno scritto che non si può dire in maniera oggettiva se l’accantonamento fatto sia sufficiente o meno, né si può affermare con certezza che la procedura concorsuale non avrà effetto sulle future entrate del Club catalano.
Sul bilancio al 30 giugno 2010 pesano ingenti investimenti relativi all’acquisto di calciatori, registrati tra il 1° luglio 2009 e il 30 giugno 2010. Tra questi acquisti emergono nell’ordine: Zlatan Ibrahimovic per 69,8 milioni di euro, David Villa per 38,9 milioni, Dmytro Chygrynskiy per 24,7 milioni e Keirrison de Souza, per 15,5 milioni di euro. Purtroppo, alcuni di questi investimenti sono stati oggetto di alienazioni, che hanno determinato delle minusvalenze che avranno un notevole impatto sul bilancio 2010/11. Infatti, successivamente al 30 giugno 2010, il Consiglio di amministrazione del Barcellona ha deciso di vendere alcuni giocatori tra cui Dmytro Chygrynskiy, Yaya Touré e Zlatan Ibrahimovic. Queste tre cessioni comporteranno una minusvalenza complessiva di 56,4 milioni di euro, di cui 33,4 milioni solo per Zlatan Ibrahimovic. Nelle note del bilancio è spiegato che la cessione di Ibrahimovic, avvenuta il 28 agosto 2010, prevede un’opzione di acquisto “irrevocabile”, valida dal 1° luglio 2011.
Riepilogando i dati esposti nel bilancio per l’operazione Ibrahimovic, emerge che il giocatore è costato 69.884.000 euro; che, al 30 giugno 2010, l’Inter risultava creditore per 36.759.000 euro, di cui 24,4 milioni di euro entro il prossimo esercizio e 12,4 milioni per gli esercizi successivi; che la minusvalenza dell’operazione sarà registrata nel 2010/11 per 33,4 milioni di euro. Questa operazione è stata collegata alla cessione di Eto’o, per la quale il club nerazzurro, al 30/06/2010, doveva pagare ancora 9.461.000 euro (di cui 6,9 milioni entro il prossimo esercizio). Si aggiunga che il 2 ottobre 2009 Samuel Eto’o ha citato in giudizio il club catalano per rivendicare 3 milioni, corrispondenti al 15% del prezzo di vendita del suo cartellino. Tra l’altro l’acquisto di Ibrahimovic ha generato debiti anche nei confronti del club svedese Malmö Fotbollförening per 1,2 milioni di euro e verso il club olandese AFC Ajax NV per 597 mila euro. In definitiva, lo scambio Ibrahimovic-Eto’o, alla data del 30 giugno 2010, ha determinato un saldo a credito a favore dell’Inter di 26.298.000 euro. Il saldo a favore dell’Inter aumenta a 26,5 milioni di euro se si considera anche il residuo che il Barcellona deve all’Inter per Maxwell. Viste le cifre, dal punto di vista economico e finanziario, su questa operazione emergono, come minimo, molte perplessità.
I tre club italiani debitori nei confronti del Barcellona sono: AC Milan SpA, FC Internazionale Milano Spa e AS Roma spa. Il Milan deve un milione di euro per Ronaldinho e 666 mila euro per Zambrotta. La Roma, invece, deve ancora 400 mila euro per Ludovic Giuly. L’Inter, oltre al debito contratto per Eto’o, deve 31 mila euro per Quaresma.
Il “Fútbol Club Barcelona” si vanta di essere il club col maggior numero di associati; infatti, durante la stagione 2009/10, il Barcellona ha potuto contare sull’apporto di 173.071 soci. Per quanto riguarda la loro distribuzione, 132.707 sono uomini (76%) e 40.994 sono donne (24%). I soci con meno di 18 anni sono 40.500 (24%).
Il fatturato complessivo “caratteristico”, per la stagione 2009/10, è stato di 371,5 milioni di euro. Esso ha registrato un incremento dell’8,31% rispetto all’anno precedente. Le quote sociali hanno contribuito con 18,9 milioni di euro, con un’incidenza del 5,08% sul totale e con un incremento del 6,71% sull’anno precedente. I ricavi derivanti dalla cessione dei diritti radiotelevisivi ammontano a 157,5 milioni, con un’incidenza del 42,41% sul totale e con un incremento del 16,21%. I ricavi commerciali risultano pari a 116,2 milioni di euro. La loro incidenza sul fatturato è stata del 31,28%, mentre hanno registrato un aumento del 3,81% sull’esercizio 2008/09.
Se al fatturato aggiungiamo gli altri proventi di gestione, si raggiunge la cifra di 398 milioni di euro (366,7 milioni nel 2008/09), come volume di ricavi operativi.
Per quanto riguarda il costo del personale risulta la cifra di 234,8 milioni di euro, con un incremento del 16,64% rispetto all’esercizio precedente. Viene rilevato che nella parte variabile del costo del personale è stato contabilizzato un premio di 13,8 milioni di euro per la Champions League, mentre il corrispondente ricavo sarà contabilizzato nel 2010/11. L’aumento del costo del personale è stato di 33,5 milioni di euro. L’incidenza di tale costo sul fatturato netto è del 63,20% mentre, se consideriamo il totale dei ricavi operativi, tale incidenza scende al 58,99%. L’importo che il club catalano paga ai giocatori e agli allenatori per diritti di immagine è annotato separatamente dal costo del personale e figura nella voce “costi per servizi esterni” ed ammonta a circa 17 milioni di euro, con un incremento dell’ 8,83%.
Per quanto riguarda lo stato patrimoniale al 30 giugno 2010, il totale delle attività risulta pari a 489,5 milioni di euro e il totale delle passività ammonta a 548,6 milioni con un conseguente patrimonio netto negativo per 59,1 milioni di euro. Nel bilancio 2008/09, il patrimonio netto era positivo per 20,8 milioni. Le attività non correnti risultano pari a 379,6 milioni di euro (350,1 nel 2008/09). La voce più importante dell’attivo non corrente è rappresentata dalle immobilizzazioni immateriali sportive nette, che ammontano a 213,2 milioni di euro (122,9 nel 2008/09). L’incremento di tale voce è stato pari al 73,50%. Infatti, l’importo lordo della rosa calciatori è passato da 219,4 milioni a 347 milioni, con una variazione in aumento di 127,6 milioni. Le passività non correnti ammontano a 114,2 milioni (129,4 nel 2008/09). Le passività correnti risultano pari a 434,4 milioni di euro (359,9 nel 2008/09). Tra queste passività spiccano per importo e crescita i debiti bancari, i quali sono passati da 29,8 milioni del 30 giugno 2009 a 114,2 milioni del 30 giugno 2010, con un incremento del 283,35%. Questo importo è composto per 34,7 milioni da conti correnti bancari passivi, da 79,1 milioni da un finanziamento ricevuto da un pool di banche e 400 mila euro per ratei di interessi passivi. Il debito verso il personale, ammontante a 60,7 milioni di euro (60,4 nel 2008/09), rapportato al costo del personale, ci fa stimare in circa tre mesi il ritardo del pagamento degli stipendi.
Il club catalano sta preparando un piano per ricostituire un patrimonio netto positivo entro tre anni. Per la stagione successiva (2010/11), non si prevede un miglioramento sostanziale di questa situazione, a causa, come già detto, anche delle perdite derivanti dalla cessione di Zlatan Ibrahimovic, mentre dalla stagione 2011/12 è prevista l’inversione di tendenza. Infatti, nel bilancio di previsione per il 2010/11 è prevista ancora una perdita, prima delle imposte, pari a 21,4 milioni, nonostante ricavi operativi siano stati stimati in 420,2 milioni di euro.
Il debito del club azulgrana risulta troppo alto per il flusso di cassa generato dal club. Ed è troppo alto sia se si osserva il totale del debito lordo, sia se si considera l’indebitamento finanziario netto. In definitiva, il “Fútbol Club Barcelona” necessita di una robusta ricapitalizzazione.
Infatti, il totale lordo delle passività è passato da 489,3 milioni a 548,6 milioni, registrando un aumento del 12,12%. Le passività finanziarie sono aumentate da 320,3 milioni a 410,2 milioni, con un incremento del 28,03%. L’indebitamento finanziario netto è passato da 225,7 milioni a 379,6 milioni di euro, con un aumento del 68,16%. Nonostante questo quadro debitorio, la “Junta Directiva” guidata da Rosell dà l'impressione di cullarsi sul fatto che il Club ha a disposizione delle linee di credito, che possono essere utilizzate per soddisfare le proprie obbligazioni.


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